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Scenari e situazioni extra-campo di Bari, Cesena, Grosseto, Pro Vercelli e Vicenza

Da 23 Aprile 2013 - 15:59Non Ci Sono Commenti10 min leggere

SITUAZIONE GROSSETO
Mentre Camilli continua a dire di voler lasciare il Grosseto, nel capoluogo maremmano la gente si interroga su quale sarà il futuro societario. La maggioranza dei tifosi unionisti e le istituzioni locali auspicano che il presidente ci ripensi e provi l’immediata risalita con una formazione di alto livello, ma, nella peggiore delle ipotesi, Mansi, patron del Gavorrano, sembrerebbe disposto a subentrare a Camilli con un gruppo dove la Nuova Solmine deterrebbe il 60%, mentre il restante 40% verrebbe coperto da appartenenti a Confindustria e da qualche piccolo imprenditore grossetano. Questo per ciò che riguarda la situazione dell’Us Grosseto, ad oggi l’unica formazione ufficialmente retrocessa in Lega Pro Prima Divisione 2013-14. Insomma, ci sarebbe tutto il tempo per programmare opportunamente il futuro societario, ma molto dipenderà dalla decisione finale dello stesso Camilli. Ad ogni modo, sarà bene che il club unionista apra gli occhi a 360°, perché all’orizzonte potrebbero profilarsi grosse sorprese, parte delle quali inaspettate. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

SITUAZIONE BARI
Un primo segnale di resa è giunto da Bari, dove l’amministratore delegato dei Galletti, Paolo Garzelli, in un’intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno, parzialmente ripresa dai colleghi di Pianeta B, ha dichiarato: <<Diciamo che i ragazzi erano già al corrente della situazione. Io ho solo dovuto dare qualche spiegazione in più e rassicurare tutti sulla vicinanza della proprietà. Noi come Bari, intendo come realtà sportiva, da soli non avremmo mai potuto far fronte a questa nuova scadenza (l’ad fa riferimento al mancato pagamento degli ultimi stipendi, fatto che comporterà una penalizzazione nel prossimo campionato, ndr). Il nostro compito si è esaurito prima, con le precedenti puntate. Un club che non fa utili non può andare avanti da solo. L’aspetto sportivo esula da quello economico. I Matarrese in questo momento non potevano intervenire, sono alle prese con una serie di problemi da risolvere e devono tenere a debita considerazione la loro impresa che combatte tra mille difficoltà. Questo è un club in grande sofferenza. Quando, alcuni mesi fa, lo dissi, fui contestato. La realtà è questa. E anche l’iscrizione al prossimo campionato è seriamente a rischio. Mi auguro che la squadra capisca e ricordi tutti gli sforzi fatti dalla società sino ad oggi. E’ un incidente di percorso. Faremo di tutto per rimetterci in sesto>>. A queste parole chiarissime, va aggiunta la spada di Damocle che pende sul futuro del club pugliese, visto che non è dato sapere se e come procederà il procuratore federale Palazzi relativamente all’ultimo filone del calcioscommesse, nel quale parrebbero coinvolti numerosi ex-giocatori baresi (compresi gli ex-unionisti Lanzafame e Bonanni).

VICENZA E PRO-VERCELLI NON RIPESCABILI?
Questi due club hanno più di un piede nella fossa. Soprattutto i vercellesi, prossimi alla retrocessione aritmetica in Lega Pro. Il Vicenza, al contrario, è in grande ripresa e sta lottando per agganciare almeno i play-out, possibilità concreta per conservare la categoria. In caso contrario, infatti, il Vicenza parrebbe non ripescabile, poiché ha già beneficiato di una riammissione (fra l’altro, al posto del Lecce, club retrocesso dalla Serie A e spedito in Lega Pro a causa di Scommessopoli). Usiamo il condizionale, perché le regole sui ripescaggi vengono fissate di anno in anno e perché dobbiamo capire se una riammissione sia equivalente o meno a un ripescaggio. Supponendo che sia così, vediamo cosa recita il Comunicato Ufficiale n. 174/A/2012 della Figc:
<<Le società ripescate una sola volta nelle ultime cinque stagioni sportive in qualsiasi campionato saranno computate ai fini della redazione della classifica finale, ma saranno escluse dal ripescaggio, ove lo stesso comporti la partecipazione al campionato della medesima categoria, in cui sono state ripescate nelle ultime cinque stagioni>>.
Veniamo, ora, alla situazione della Pro Vercelli, facendo un piccolo passo indietro fino al campionato di Seconda Divisione girone A 2009-10, al termine del quale la Pro Belvedere Vercelli, dopo i play-out, è retrocessa in Serie D, mentre la Pro Vercelli si è piazzata al 12° posto. Fin qui, nulla di strano. In realtà, la mitica Pro Vercelli è fallita (ed è stata radiata) e la Pro Belvedere è stata ripescata in Seconda Divisione girone A al posto della società più illustre, dopodiché ne ha assunto la denominazione. Quindi, da Associazione Pro Belvedere Vercelli a Football Club Pro Vercelli 1892 Srl. Come detto, questo è stato il primo ripescaggio, valevole per la stagione 2010-11. Nel campionato di Seconda Divisione girone A 2010-11, poi, la Pro Vercelli si è piazzata al 3° posto e ha perso le semifinali dei play-out, ma è stata ripescata in Prima Divisione Pro per il torneo 2012-13. Nel fare tutto ciò, la ex-Pro Belvedere dovrebbe aver mantenuto il proprio numero di matricola Figc, a dimostrazione della continuità societaria. Dunque, se le cose dovessero effettivamente stare in questi termini, la Pro Vercelli non potrebbe essere ripescata, perché avrebbe usufruito di due ripescaggi negli ultimi cinque campionati. Per il caso presentato, ad esempio, il Comunicato Ufficiale Figc 174/A/2012, dice che:
<<Le società che abbiano usufruito di due ripescaggi nelle ultime cinque stagioni sportive, saranno computate ai fini della redazione della classifica finale ma non potranno essere ripescate in alcun campionato>>.

PATTEGGIAMENTO DEL GROSSETO EQUIPARABILE AD ILLECITO SPORTIVO?
Non si verificherà, ma nel caso in cui ci dovesse essere la possibilità di un ripescaggio, sarebbe il colmo se il Grosseto non avesse i requisiti richiesti perché considerato società sanzionata per illecito sportivo nelle ultime due stagioni. Il C.U. Figc 174/A/2012 parla dei campionati 2010/11 e 2011/12, ma un eventuale nuovo comunicato, ovviamente, farebbe riferimento ai tornei 2011/12 e 2012/13 (proprio quello attuale, con i 6 punti di penalizzazione). Ecco cosa dice il comunicato della Figc preso finora ad esempio: <<Le società che hanno subito sanzione per illecito sportivo scontate nelle stagioni 2010/2011 e 2011/2012, nonché le società che, al momento della decisione sui ripescaggi, abbiano subito sanzione per illecito sportivo da scontarsi nella stagione 2012/2013, saranno computate ai soli fini della redazione della classifica finale, ma saranno in ogni caso escluse dal ripescaggio>>. Tuttavia, pensiamo che il patteggiamento unionista non sia riconducibile all’illecito sportivo, perché la società e Camilli sono stati prosciolti in Appello dall’accusa di responsabilità diretta, che, se provata, avrebbe comportato la retrocessione del club. Al contrario, il -6 è stato inflitto per responsabilità oggettiva, in pratica per non aver vigilato efficacemente verso i quei tesserati infedeli coinvolti in Scommessopoli.

LA POSIZIONE DELLA JUVE STABIA
5 aprile 2009. Derby di Prima Divisione tra Juve Stabia e Sorrento. Le Vespe vincono 1 a 0 con un gol che arriva su papera clamorosa del portiere Spadavecchia. Fatto arcinoto, confutato da telefonate ed altro. La giustizia sportiva, come ricorderete, ha già punito il club stabiese per responsabilità oggettiva con un -6 (diventato -4 dopo tre gradi di giudizio) scontato nel torneo cadetto 2011-12. A gennaio di quest’anno, però, al termine dell’inchiesta Golden Gol 2, i pubblici ministeri Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa hanno raccolto in 13 pagine nuovi elementi di accusa verso personaggi di spicco della criminalità. A sorpresa, tra le 20 persone indagate è spuntato il nome del presidente gialloblù, Franco Manniello, mai uscito in precedenza. Si tratta di accuse raccolte in due anni di indagini del Dda (Dipartimento Distrettutale Antimafia). Sia chiaro, Manniello non è minimamente accostato ai clan camorristici, ma è accusato di aver offerto una mazzetta da 50mila euro a due calciatori sorrentini per alterare proprio il succitato derby. Va detto che Manniello ha dichiarato da subito la propria estraneità alle accuse, ma è altrettanto vero che sarebbe quanto meno normale se anche la giustizia sportiva riaprisse il caso, visto che non ci sarebbe ancora prescrizione per un reato che, se dimostrato, significherebbe responsabilità diretta del club e, quindi, retrocessione delle Vespe.

SITUAZIONE CESENA
Ecco un’altra situazione scottante. Il club romagnolo, infatti, pare che abbia una situazione debitoria accertata di circa 35 milioni di euro (25 dei quali tra erario e fornitori), mentre può vantare un credito di 8-9 milioni nei confronti della Lega di B. Insomma, 26-27 milioni di euro di debito effettivo. Il probabile futuro presidente Lugaresi, che dovrebbe subentrare a Campedelli, ha già lanciato l’allarme fallimento nel gennaio di quest’anno e ha chiamato a raccolta l’imprenditoria locale. Poco dopo, però, lo stesso ex-presidente Igor Campedelli e il suo vice, Graziano Pansani, sono stati deferiti insieme all’A.C. Cesena S.p.A. <<per avere posto in essere condotte con le quali sono state destinate risorse finanziarie della società A.C. Cesena S.p.A. a vantaggio della società controllante Cesena 1940 S.r.l., in violazione del principio di corretta gestione, nonché in violazione dell’obbligo di redigere il bilanci secondo i principi dettati dalla normativa federale e in contrasto con i principi di lealtà, correttezza e probità, nonché, per aver disatteso, a più riprese, gli inviti rivolti dalla Co.Vi.So.C. diretti alla risoluzione del rapporto finanziario tra A.C. Cesena S.p.A. e Cesena 1940 S.r.l. ed al recupero dei crediti maturati dalla società calcistica>>. L’Ac Cesena Spa, invece, è stato deferito <<a titolo di responsabilità diretta per le violazioni disciplinari ascritte ai propri legali rappresentanti pro-tempore>>. Negli ultimi tempi, però, c’è stata l’apertura del presidente della Lega di B, Abodi, che ha dichiarato di voler venire incontro in tutti i modi a situazioni difficili come quelle del club cesenate. Oltre a questo, proprio alcuni giorni fa, Campedelli si è dimesso da presidente e ha ceduto il 26% delle sue quote alla NewCo Cesena & Co. che (grazie alle quote già possedute da Lugaresi), adesso ha la maggioranza all’interno dell’Ac Cesena. A Campedelli è rimasto il 40% e gli sarà consentito di disfarsene solo quando avrà sistemato la situazione debitoria creata sotto la sua presidenza. Qualcuno in Romagna ha parlato di nuova era (in senso positivo) per le sorti del Cavalluccio, ma in realtà è una storia ancora tutta da scrivere. Certo, se per venire incontro alle esigenze del club i creditori accetteranno il piano di pagamento fortemente dilazionato, allora il Cesena potrà dirsi davvero salvo.

ABODI E LA B A 20 SQUADRE
Non è una novità che il campionato cadetto stia cercando di ridurre il numero delle squadre da 22 a 20. Abodi ha dichiarato pochi mesi fa che tale operazione dovrà compiersi entro i prossimi due anni, ma con l’aiuto della Lega A e di quella Pro. Facile, dunque, immaginare una Serie B ancora a 22 squadre nel 2013-14, mentre è altrettanto probabile prevedere un campionato cadetto a 20 dal 2014-15, con una Lega Pro a 3 gironi da 20 club per ciascun raggruppamento. Tuttavia, al momento queste sono solo congetture. In ogni caso, a giudizio di chi scrive, sarebbe giusto che il presidente della Lega di B si facesse paladino soprattutto degli interessi di chi ha sempre presentato bilanci perfetti, anziché venire incontro alle esigenze di club dai bilanci disastrati o fallaci.
Insomma, una situazione molto complessa, della quale è giusto parlare, ma da cui il Grosseto non deve attendersi nulla di particolare, perché, al momento, l’unica certezza è la retrocessione in Lega Pro. Comunque sia, è bene che il club unionista vigili su tutto quanto abbiamo esposto e che non lasci nulla di intentato.

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