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Doveva essere la partita da cui (ri)partire, e invece il campo ha detto che c’è poco, per non dire niente, da salvare. La prestazione del Vicenza contro il modesto Feralpisalò è stata di quelle che ti fanno cadere le braccia (nella foto di copertina il confronto a fine partita tra tifosi e giocatori). Cinque minuti, i primi, dove sembra che la differenza in campo sia di due categorie, poi pian, piano la squadra si spegne e finisce per non giocare. Non una azione degna di tal nome, non una squadra che la mette sull’agonismo, niente di niente. Un piattume desolante, e nemmeno un gol segnato allo scadere del tempo cambia la situazione. La ripresa vede il volenteroso Feralpisalò fare la partita contro una squadra che sta là dietro senza ripartire mai, nella speranza (non si capisce basata su cosa) che la gara finisca riuscendo a portare a casa i tre punti grazie al “golletto”.

Ma, come già accaduto altre volte, la compattezza, la solidità e la determinazione di fare risultato a tutti i costi, questo Vicenza non sa nemmeno cosa sia. Ovvio quindi che arrivi il pareggio del giovane promettente Marsura, e che poi il Feralpisalò creda poco alla possibilità di vincere perché altrimenti forse dalla trasferta bresciana  si sarebbe tornati con niente in mano. E’ chiaramente un pareggio che sa di sconfitta perché per dimostrare sul campo che il Vicenza aveva intrapreso la strada giusta serviva una vittoria che scaturisse da una prestazione convincente. Nulla di tutto questo.

La realtà ci dice che il Vicenza oggi non è una squadra, non ha nessuna delle qualità che determinano un gruppo vincente. I giocatori sono senza anima, senza personalità, senza grinta, senza cuore. Di colpe quindi i “nostri eroi in biancorosso” ne hanno in abbondanza, ma non citare le gravi responsabilità di una società assente sarebbe commettere un grave errore. Quante volte avete letto che negli ultimi dieci anni a Vicenza sono passati circa 130 giocatori e una dozzina di allenatori e i risultati sono stati sempre gli stessi? Lo diciamo da anni sottolineando che invece l’unica componente che è rimasta sempre la stessa è la proprietà. Che ha cambiato i nomi dei presidenti, ma che non ha mai cambiato modo di gestire questa società considerato che alla fine l’ultima parola su ogni problematica spetta da sempre a Sergio Cassingena. Attendiamoci smentite, ma di fatto questo è sotto gli occhi di tutti, almeno di quelli che vogliono vedere. La realtà, anche in questo caso impietosa, racconta di una società assente, i dirigenti se ci sono non parlano, non intervengono, creando un vuoto di potere che ha portato alle conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Via Schio adesso potremmo definirla come l’anticamera del vuoto, non certo la struttura di una società.

Spesso a fare da parafulmine in questi anni è stato l’allenatore che finiva per essere la causa di tutti i mali, ma quasi mai è stato così. L’esempio di Rolando Maran negli ultimi anni è stato il più eclatante. In panchina adesso c’è Giovanni Lopez, un uomo amatissimo a Vicenza che in estate ha deciso di imbarcarsi in un’avventura complicata, una matassa che si è rivelata forse più difficile del previsto da sbrogliare e che (non se lo augura ovviamente nessuno) non è detto che si riesca a sistemare.

Per ultimo ho tenuto la tifoseria, amareggiata, delusa, incredula e chi più ne ha più ne metta. Dopo due retrocessioni di fila in molti hanno cominciato a capire le responsabilità e le colpe di questa proprietà (meglio tardi che mai…) e adesso la contestazione sta montando ed aumentando. Niente di più logico, i tifosi si sentono presi in giro, scippati di un patrimonio, del loro grande amore per i colori biancorossi. La spaccatura creatasi tra questa società e il tifo biancorosso è ormai insanabile, nemmeno ai tempi della gestione del presidente Gastone Celin ho ricordi di un distacco così netto, così drastico, e tanto irreversibile. Prima erano in pochi a non accettare, a ribellarsi alla lunga serie di sconfitte, di continue umiliazioni, senza mai una gioia, adesso il fronte della protesta si sta allargando. Un po’ tutti ormai si sentono scippati di una fede sportiva chiamata (Lanerossi) Vicenza e cominciano a capire che questa società non ha un futuro. Ormai è chiaro a tutti che per girare pagina nel libro della gloriosa storia biancorossa serve un cambio di proprietà. Altra via non c’è…

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4 Commenti

  • Nicola ha detto:

    Ringrazio Ferretto per dire e scrivere da anni cose chiare e condivisibili da chi ha a cuore il Vicenza. Corrado, non so nemmieno come fai ad aver voglia di esprimerti ancora: l’analisi della situazione è la stessa da anni. Temo che per l’ennesima volta la società si sia illusa che le cose siano più semplici di quello che sono…La serie C (così si dovrebbe chiamare) presenta squadre e stadi improbabili che il Vicenza di oggi può battere, ma richiede che una squadra sia tale. Ho visto solo gli highlights sul vostro sito: una cosa umiliante; irritante persino l’esultanza per il nostro goal, pareva che avessero segnato nell’ amichevole infrasettimanale col Lonigo. Presidente, vada negli spogliatoi ad ogni partita, prima e dopo, e non si iiluda che le sgridate abbiano effetto per più di una settimana: se così fosse, i nostri giocatori avrebbero già capito.

  • Cristian lotto ha detto:

    Complimenti avete detto tutta la verità. Il problema e la realtà di oggi è della partita a salò. Non stiamo in piedi, non corriamo e giocatori come Vinci,Castiglia,RAVAGLIA, sono giocatori che non valgono niente. Esiste un colpevole è cristallini e bisogna avere il coraggio di dirlo. E non giustifichiamoci con l assenza di capitali. Ci sono squadre costruite con meno di niente.

  • Mauro ha detto:

    L’articolo di Ferretto è la fotografia di una società che ha tirato i remi in barca già 9 anni fa… capace di azzerare un patrimonio importantissimo per questa provincia.
    Ieri più di altre, sono emerse quelle lacune che in altre partite si erano solo intraviste… ho visto rassegnazione nelle facce dei giocatori… e siamo solo all’inizio del campionato… i migliori hanno già dato di matto… (giacomelli su tutti) tipica reazione di chi se ne vuole andare … è uno di quelli che non si è calato per nulla nella parte… altri suoi compagni non hanno ne il carattere, ne la voglia di giocare… svampiti quasi addormentati…. Lopez lo ha capito… e se lasciasse lo capirei… predica in mezzo al deserto… proprio perchè davanti ha il nulla!!!! CHE AMAREZZA….

    • FABIO ha detto:

      CONDIVIDO, E’ PIETOSO VEDERE GIOCATORI DI DI QUESTO GENERE, MA TUTTO VIENE DALLA SOCITA’ CHE CI HA DISTRUTTO NELL’IMMAGINE E MORALMENTE IN TUTTUìI I SENSI!!! TUTTI SIAMO ABILI A SBAGLIARE MA SE PER VERO AMORE CHE UN PRESIDENTE AMA UNA SQUADRA CI SI RISOLLEVA QUASI SUBITO111

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