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La domanda a cui tutti i tifosi del Vicenza vorrebbero una risposta è perché e con che tornaconto Vi.Fin. Spa ha primo operato un prestito di oltre un milione di euro per pagare gli stipendi e relativi contributi ai tesserati del Vicenza calcio nello scorso aprile, e adesso ha garantito l’iscrizione al prossimo campionato di serie B. La risposta va cercata in un gruppo di imprenditori che si è avvicinato al Vicenza nel momento in cui tutti speravano nella promozione in serie A, che sarebbe stata un affare per tutti, e che adesso stanno valutando con attenzione se esiste la possibilità di prendere in mano in prima persona la gestione della società berica. Un accordo di massima tra Finalfa Srl., società che detiene la maggioranza del Vicenza calcio, e Vi. Fin. Spa c’è già, ma gli imprenditori vicentini capeggiati da Alfredo Pastorelli, Marco Franchetto e Luigi Morato, hanno circa sei mesi (fino a fine dicembre 2015) per prendere una decisione. Una sorta di opzione di acquisto della società, scritta nero su bianco, con la questione debitoria ( e cosa sennò …) che è il problema da superare.

Saremo sicuramente ripetitivi e noiosi, ma i circa 14 milioni di euro di debiti, collezionati dalla gestione Cassingena, dovrebbero essere pagati da chi li ha fatti, anche se ormai è chiaro che non sarà così. Debiti che sono lievitati in maniera esponenziale dal 2004, quando Cassingena e i soci Sisa, la cui identità non è mai stata resa nota, nascosta dietro a una serie di Fiduciarie, acquistò il Vicenza calcio. Per chi ancora non ne fosse convinto (ormai pochi per la verità) le gravi responsabilità dell’attuale proprietà si evincono anche dal confronto con i dati del 2004 quando venne perfezionato l’acquisto del club biancorosso da parte di Cassingena & compagnia. Nel 2004 i debiti tributari erano di fatto vicini allo zero mentre adesso superano i 6 milioni e mezzo, e sono stati rateizzati in cinque anni. L’indebitamento generale è passato da 7 milioni circa a quasi 14, pur avendo l’attuale proprietà venduto i campi di gioco del centro tecnico di Isola Vicentina alla River Srl, una società il cui amministratore delegato è Danilo Preto, braccio destro di Sergio Cassingena, un patrimonio del Vicenza calcio che adesso paga (meglio, dovrebbe pagare …) un affitto per continuare ad allenarsi al “Piermario Morosini”. In questo contesto, e dopo numerosi tentativi falliti di cessione societaria, nell’aprile scorso Sergio Cassingena si è presentato con il cappello in mano a chiedere aiuto a un gruppo di imprenditori vicentini che, nel bel mezzo della straordinaria galoppata dei ragazzi di Pasquale Marino, hanno voluto garantire un finale di campionato regolare, che consentisse al Vicenza di giocarsi al meglio le chance per centrare la serie A che, come era chiaro a tutti, sarebbe stata la soluzione di quasi tutti i mali del Vicenza.

Fallita la promozione, i soci della Vi.Fin. hanno voluto fare un altro passo garantendo la regolare iscrizione del Vicenza al prossimo campionato di serie B, tanto che la società biancorossa, risulta essere una delle prime con i numeri in regola per l’iscrizione al prossimo campionato. Fatto anche questo passo, la domanda sorge spontanea: e adesso? Chi comanda in via Schio? Chi si farà carico della gestione del Vicenza calcio? Tutte domande che da fuori non trovano risposta chiara, se si pensa, per esempio, che nella scelta del nuovo allenatore, Sergio Cassingena voleva a tutti i costi Attilio Tesser, che si è invece accordato con l’Avellino, mentre i soci Vi. Fin. spingono per Asta, Foscarini e Di Carlo, in ordine di fattibilità. E qui sta il punto: una società per funzionare deve essere guidata da una persona sola, e deve essere chiaro chi ha le redini del comando in mano. Il nostro augurio è che i vertici di Vi. Fin. possano cominciare a conoscere le molte deficienze, e imparare dai tanti errori commessi finora a livello gestionale, per cominciare a risanare una società che i numeri condannano senza appello. Per riuscirci, sperando che Vi. Fin. decida di provarci, la nostra idea è che al timone ci siano persone nuove, serie e competenti, perché chi ha guidato il Vicenza negli ultimi dieci anni non si è dimostrato all’altezza. Ecco perché non siamo favorevoli, per così dire, a un rimpasto di governo, ma vorremmo una Vi. Fin. al comando libera e staccata dal passato, altrimenti il Vicenza non avrà un futuro.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net