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Per l’intervista al tifoso lontano questa settimana si vola in Brasile, dove la comunità che discende dai primi emigranti italiani é numerosissima. L’abolizione della legge sulla schiavitù in Brasile obbligò i grandi proprietari terrieri a cercare manodopera all’estero: iniziarono quindi tra il 1875 e il 1877 i grandi flussi migratori dal veneto di famiglie che fuggivano dalla miseria in cerca di fortuna, incentivati dalle prime agenzie di emigrazione che offrivano condizioni vantaggiose a chi voleva lasciare l’Italia: viaggio gratis e una minima dotazione di attrezzature per l’agricoltura. Nel sud del Brasile vennero così fondate dai primi coloni veneti Nova Treviso, Nova Padova, Nova Vicenza, Nova Schio e Nova Bassano. Verso il 1885 i coloni si spinsero verso nord oltrepassando il Rio das Antas disboscando la foresta dove sarebbe sorta Encantado. Altri gruppi vennero inviati nella parte centrale della provincia attorno a Santa Maria, a oltre 300 km da Porto Alegre. Uno dei primi immigrati, un vicentino, scrisse nei suoi ricordi che le carovane degli Italiani erano lunghe fino a due km. Una volta che le famiglie si erano sistemate in una baracca, i maschi sopra i dieci anni ricevevano un’accetta e una coperta e provvedevano a tracciare strade e a costruire le capanne per le rispettive famiglie. In poco tempo, avanzando lotto dopo lotto, in direzioni pianificate dal Governo, gli immigrati Italiani occuparono la regione occidentale di Santa Catarina, il Rio Grande do Sul, il Paranà e l’Espirito Santo. Adesso ascoltiamo la storia di Andrea Morello vicentino di nascita ma veronese di adozione che da qualche anno si è trasferito a Maceiò in Brasile.

Ciao Andrea, raccontaci come sei finito così lontano da casa ….
Ciao Anna! Innanzitutto ti ringrazio per avermi invitato a portare il mio contributo in questa splendida rubrica dedicata al tifo di chi vive lontano da Vicenza. Devo precisare che io tifoso lontano lo sono da sempre. Sono nato a Vicenza ma all’età di 5/6 anni la mia famiglia si è dovuta trasferire – per motivi di lavoro di papà – a Verona. Ti assicuro che vivere in quella città da tifoso vicentino non è stato facile, in particolare il periodo dell’infanzia e adolescenza è coinciso purtroppo con i fasti del loro scudetto e il nostro lungo periodo in serie C. Puoi immaginare in che situazione ho vissuto a scuola e con gli amici …. non e’ cosa da tutti resistere ma io ce l’ho fatta!! Anche in terra “nemica” sempre fiero e orgoglioso di esser nato vicentino e poi si sa, soffrendo ci si rafforza e infatti anche per noi è arrivato negli anni novanta il periodo delle grandi vittorie …. Rispondo ora alla tua domanda su come sono capitato qui in Brasile … è stato davvero un caso, in quanto un mio amico era in società con un altro vicentino che vive qui (l’unico che ho mai incontrato) e mi ha indicato Maceiò come meta per una vacanza. Una volta che ci siamo conosciuti di persona è iniziata subito un’intesa a 360 gradi su tutto ed é nata una grandissima amicizia, che ci ha portato ben presto a diventare soci per creare una struttura turistica, La Dolce Vita Flat & Pousada Resort. Questo mio grande amico si chiama Tommaso Rumor, vicentino e biancorosso come me, veramente una bella persona. Una coincidenza biancorossa davvero incredibile non trovi? I primi tempi facevo su e giù dall’Italia per capire meglio come funzionavano le cose qui …. e poi la ciliegina sulla torta … ho conosciuto mia moglie Marcia Mariah, con la quale ho convissuto un paio d’anni a Verona prima di trasferirci definitivamente qui a Maceiò … posso dire di essere stato davvero fortunato, è una donna davvero meravigliosa che mi ha aiutato tanto!

Il Brasile offre ancora grandi opportunità di lavoro a chi è in cerca di fortuna all’estero?
Purtroppo quest’anno è iniziata una crisi come da Voi in Italia molto pesante, nonostante anni ruggenti di grande crescita e sviluppo, e tutto a causa dell’ingordigia e della scelleratezza dei loro politici. Ti dico solo che i nostri al confronto sono delle verginelle ed è un peccato perché un’occasione cosi ghiotta per il Brasile per diventare anche una potenza economica oltre che territoriale e sociale non credo l’avranno più per molto tempo. Venire in cerca di fortuna qui in Brasile, oggi, non lo trovo più così facile: al di là del cambio che e’ tornato molto favorevole va detto che il Governo – rispetto a dieci anni fa quando misi piede per la prima volta qui – ha inasprito le norme per ottenere il permesso di soggiorno e bisogna investire una certa cifra oltre che dar lavoro continuativamente a un certo numero di persone. Io ce la sto facendo perché ho pianificato progressivamente il mio arrivo … anno dopo anno, tappa dopo tappa, senza rischiare di andare all’avventura. In ogni caso venire a lavorare da imprenditore é una cosa, da “salariato” é un’altra perchè gli stipendi sono mediamente bassi e il costo della vita insieme all’inflazione ora è quasi triplicato.

So che la presenza di emigranti vicentini è concentrata negli stati a sud del Brasile, ma mi risulta che Macejo sia una bellissima località balneare di vacanze. Ti è mai capitato di incontrare un vicentino dalle tue parti?
Sai, nemmeno io conoscevo la storia dell’immigrazione veneta qui in Brasile e ti ringrazio per avercela raccontata. Maceiò è una città stupenda sul mare di 1.000.000 di persone, la definiscono la Miami del Brasile, é situata nel famoso nord est balneare, ma paradossalmente non è una città ricca, anzi. Qui si vive bene … anche se non mi è ancora successo di incrociare un vicentino spero che possa accadere presto ….

In Brasile ancora oggi si parla di Paolo Rossi come del loro peggior incubo … i tre gol di Pablito alla nazionale carioca nel 1982 non li ha ancora digeriti nessuno…
La storia del tassista che ha fatto scendere dall’auto Paolo Rossi qui la sanno tutti ed é un fatto realmente accaduto … Sai, per me é un grande orgoglio quando mi chiedono per che squadra tifo, raccontare di lui e poi di Baggio … anche se – ahimé – quando parlo di lui, tornano ad alzare la testa per via di quel rigore sbagliato …

Parliamo del presente. Tanta acqua è passata sotto i ponti da quando abbiamo visto insieme la partita di Coppa Italia Vicenza Calcio – Real Vicenza/Gatto Sole nel tuo penultimo viaggio in Italia. Credo che per il tifoso biancorosso quel pomeriggio abbia rappresentato – insieme alla sconfitta patita in casa contro il Bassano – il punto più avvilente della nostra storia ….
Ricordo molto bene quel mercoledì pomeriggio. Curva ospiti completamente vuota … pochi tifosi anche nella nostra curva. Che dire … ho rimosso tutto!

Il calcio è strano: qualche volta mi chiedo come mai un Frosinone riesca ad arrivare a giocare in serie A e un Real Vicenza giunga invece al fallimento in Lega Pro … eppure Diquigiovanni di soldi ne aveva tirati fuori tanti ….
La storia di Diquigiovanni mi fa capire una cosa: alla fine il calcio siamo solo noi tifosi. Lui aveva soldi e le idee, ma poi se non hai pubblico dove vai? Un altro grande punto a favore della TORCIDA BIANCOROSSA che non ha mai abbracciato un’altra squadra come invece è parzialmente successo a Verona, con i nostri cugini che hanno ceduto 7-10.000 spettatori ai clivensi. NOI SIAMO AVANTI ANNA!

Molti sono i giocatori brasiliani che hanno vestito la casacca biancorossa: da Vinicio a Jeda, da Cinesinho ad Alemao, da Sormani a Marco Aurelio…. Secondo te, qual è stato invece il più “brasiliano” dei giocatori italiani che hai visto giocare nel Vicenza?
Per me il giocatore piu brasiliano che ha avuto il grande LANEROSSI … sarebbe troppo facile rispondere Robi Baggio … così dico Pippo Filippi. Ho un’immensa stima per lui da sempre, giocatore funambolico, serio, attaccato alla maglia, eterno visto che ha chiuso l’attività con noi a 40 anni con tutto lo stadio che intonava il suo nome per la sua grande generosità e le splendide capriole. GRANDE PIPPO! Io c’ero in A ma anche in serie C. Ho preso la macchina fino a quattro anni fa da Verona per venire al Menti tutte le partite casalinghe, senza parlare delle tante trasferte con il mio povero papà Antonio, che mi ha trasmesso questa grande passione. Cinque anni fa, a Castellamare di Stabia, ero l’unico vicentino presente: perdemmo ma mi sentii in pace con me stesso anche se … devo correggerti …. non sono mai stato un tifoso della curva… mi piacciono i cori, le coreografie ma la partita la voglio vedere bene, anche tatticamente visto che ho anche allenato, e perciò ho sempre scelto il settore distinti!

Cosa ti sembra della squadra di quest’anno? Dopo la bella vittoria sull’Ascoli è arrivato l’ottimo pareggio a Livorno (che poteva essere una vittoria se l’arbitro si fosse accorto del fuorigioco sul secondo gol labronico) che sensazioni hai per le prossime partite e il finale di campionato?
Prendiamo il punto che è arrivato, bisogna accontentarsi. Dopo un primo tempo un po’ noioso … di attesa direi … nel secondo tempo il Vicenza è uscito fuori e ha rischiato di vincere. Panucci ha tolto due punte nel finale, segno che aveva paura di una sconfitta. Ma purtroppo Maresca non ci porta mai bene ….

So che da poco è nata Alice, la tua bellissima bambina e abbiamo già visto la sua foto con la maglia del Lane. Un bel modo per tenerti strette le tue radici vicentine …
Da due mesi è arrivata la piccola Alice Maria, la mia meravigliosa bambina, che sarà per sempre BIANCOROSSA, anche perché qui la squadra della città di Maceiò è il Crb che milita in serie B come il Lane e come il Lane indossa la maglia biancorossa a strisce! Cosa dici Anna, lo facciamo il gemellaggio?
La mia Alice ha tutto biancorosso, vestiti, seggiolino, passeggino … e poi siccome non ricordo le parole delle ninne nanne, le canto sempre le canzoni della curva adattandole a lei, che ridere! E poi non posso dimenticare che, prima di essere Pousada, il Resort era un edificio tutto biancorosso, CASA GATTON GATTONI, e infatti c’è ancora il Gatto Biancorosso che sputa acqua nella cascata della piscina!

Abbiamo sofferto tutti di fronte alle sconvolgenti immagini provenienti dallo stadio parigino durante Francia vs Germania … i luoghi deputati all’intrattenimento come lo sport e la musica presi di mira con efferata crudeltà dagli estremista islamici. Nella capitale francese sono state sospese praticamente tutte le manifestazioni previste in questi giorni. Secondo te che ripercussioni si possono immaginare essere nell’organizzazione degli eventi calcistici in Francia, Inghilterra e Italia ovvero tre nazioni dove il calcio viene vissuto con una grandissima partecipazione di pubblico?
Anna, la domanda sulla Francia é quella che mi mette più in difficoltà, non so cosa risponderti! L’idea di avere un nemico oscuro e codardo che può essere seduto a fianco a te al cinema o vivere nel tuo pianerottolo, pronto a farsi esplodere mi lascia interdetto. Vedo il ventunesimo secolo con un futuro devastante… e lo sport rischia pure di scomparire. Se il sentimento dilagante è l’odio e non più l’amore a quel punto anche l’amare la tua squadra e la tua città passeranno in secondo piano. Sono triste.

Anche nel finale della partita contro il Livorno le immagini hanno mostrato i tifosi labronici che lasciavano lo stadio con tamburi e megafoni. Scena peraltro vista recentemente anche ad Avellino e Crotone. Tu che sei stato un tifoso della curva riesci a spiegare come mai le leggi sul tifo in Italia vengono applicate solo a macchia di leopardo?
Purtroppo le curve sono lo specchio della nostra società. Anche quella del Vicenza mi piace molto meno di una volta … la vedo divisa in tanti piccoli gruppi e non più unita e scanzonata come un tempo. Al sud sono socialmente permesse cose che al nord non si possono fare … e cosi allo stadio bisogna ripartire da una riforma generale del modo di tifare … io per esempio proibirei gli insulti. La partita deve essere una festa … con il dolore per l’eventuale sconfitta, per carità, ma senza strascichi. Per questo a mio avviso in Italia vanno rifatti quasi tutti gli stadi … bisogna pensare a impianti più piccoli e moderni, affollati e colorati… e il divario fra grandi e piccole società va assottigliato molto sullo stile della NBA americana. Voi mi direte … e gli interessi economici? E i tifosi delle grandi che sono tanti? E la Nazionale? Io vi rispondo … ma se abbiamo accettato una rivoluzione che permette di schierare undici giocatori stranieri per squadra perché non accettarne un’altra più sana? Tutti devono e possono vincere e la Lega Pro non deve diventare un dramma che rischia di farti scomparire per sempre!

Per chiudere, vuoi mandare un saluto alla squadra e all’allenatore?
Un grande saluto ai nostri baldi ragazzi che da più di un anno ci hanno risvegliato! Grazie particolarmente al nostro grande mister, ha dimostrato di sbagliare e di essere umano – come a tutti noi succede. Anch’io avrei avuto le sue difficoltà con l’attuale società …. Se l’anno scorso fossimo andati in A, avrei gioito sì … ma non al 100% e a testa alta perché i nostri grandissimi dirigenti specializzati in ripescaggi non lo meritavano: dovesse accadere in questo campionato sarò fiero e felice soprattutto per questi ragazzi, perché stanno dimostrando che il gruppo e i valori di attaccamento alla maglia sono i punti di forza di questa squadra e porteranno sicuramente a grandi risultati. IN BOCCA AL LUPO RAGAZZI ! Vi seguo e vi vedo in streaming Sky tutti i sabati e non vi racconto cosa mi sono inventato e quanto mi costa vedervi sul pc in diretta! UN GRANDE ABBRACCIO E FORZA LANEROSSI VICENZA!!!!!

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