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25 punti, quattordicesima posizione in classifica a tre punti dai play out e a quattro dai play off. E’ questo il verdetto inoppugnabile del campo che ha determinato, alla fine del girone di andata, il valore del Vicenza. Un risultato che spiazza nettamente i tanti che avevano decretato la retrocessione della squadra biancorossa già a novembre (chissà poi perché…) e tutti quelli che ritenevano che questo gruppo non avesse i mezzi per centrare la permanenza in serie B. Invece il Vicenza dell’ottimo Pierpaolo Bisoli ha saputo conquistare 25 punti, uno in più rispetto al Vicenza dello scorso anno guidato da Pasquale Marino che, chissà poi perché, era considerato dai più da play off.

Misteri del calcio, come è abbastanza incredibile che poco più di sei mesi di gestione Vi.Fin. abbiano sollevato una marea di critiche da chi in dodici anni di disastri targati Cassingena non ha detto una parola, né mosso un giudizio negativo. Come è altrettanto strano che siano bastati pochi mesi per dimenticare le tre retrocessioni in Lega Pro collezionate dalla gestione precedente, e la disastrosa eredità a livello debitorio che i soci di Vi.Fin. si sono accollati andando a rateizzare il debito IVA in dodici anni e trovando un accordo per ristrutturare la situazione debitoria del Vicenza calcio con gran parte dei creditori. Un’operazione a cui è servito un anno di lavoro e che ha letteralmente salvato il Vicenza dal fallimento e da una ripartenza dalla serie D, se non dai campi dell’Eccellenza. Sei mesi e tutti se ne sono (volutamente?) dimenticati. “Forse non ci si è resi conto della importanza dell’operazione di salvataggio che abbiamo realizzato“ – spiegava l’attuale presidente di Vi.Fin. Marco Franchetto nel giugno scorso – parole profetiche perché dopo sei mesi quasi nessuno si ricorda che i debiti ci sono ancora e vanno pagati, così come le scadenze delle rate dell’IVA che non ammettono ritardi ed omissioni.

Fatti che dovrebbero essere noti a tutti, ma ricordarli è bene perché come dicevano i latini “repetita iuvant”.  Il campionato in corso è cominciato con questo scenario e con le dichiarazioni oneste dei soci di Vi.Fin. che hanno spiegato come in questa stagione la salvezza poteva essere l’unico obiettivo vero, ovviamente da centrare a tutti i costi. La squadra, completata in ritardo nel mercato estivo, ha pagato una disastrosa quanto incredibile preparazione estiva che ha limitato il Vicenza almeno fino a novembre quando era evidente che dopo l’ora di gioco gli avversari avevano più gamba e fiato dei biancorossi. Un limite grave che in partite come per esempio quelle al “Menti” contro il Frosinone e a Brescia ha contribuito a far perdere almeno tre, quattro punti, ma per molti la squadra era solo scarsa, da retrocessione diretta, e inadatta alla categoria. La svolta è arrivata con mister Bisoli, un allenatore che per la serie B si è confermato una garanzia. Chi va a vedere gli allenamenti al centro tecnico di Isola Vicentina si è accorto subito che in campo i giocatori sgobbano il triplo e che spesso è l’oscurità a mettere fine alla sedute.

“Ci vorrà tempo e pazienza, a dicembre vedrete il mio Vicenza“ – parole che Bisoli ha detto ad ottobre e che hanno trovato conferma con i risultati del campo. Mister, qua la mano, perché quando si riesce a far seguire i fatti alle parole significa che si è professionisti seri e di valore. Il lavoro di Bisoli e del suo staff è stato lungo e difficile (e anche questo il mister ce l’aveva anticipato) ma ha portato all’obiettivo di finire il girone d’andata fuori dalla zona pericolosa nonostante il potenziale di questo Vicenza sia stato pesantemente limitato dai tanti infortuni (all’inizio della stagione Adejo e Giacomelli, le varie recidive di D’Elia, i problemi di Raicevic e Galano) e che è presumibile che al completo questa squadra potrebbe adesso avere anche qualche punto in più. Il campo, come dicevamo ha confermato che questo Vicenza non era così scarso come in molti sostenevano, ma adesso non si deve commettere l’errore di pensare che il più sia fatto.

In serie B, con il mercato di gennaio,  inizia un nuovo campionato, tutte le squadre puntano a rinforzarsi e così dovrà fare anche il Vicenza. Non agire in questa direzione vorrebbe dire commettere un errore grave, molto più grave di quello compiuto in agosto quando non si è acquistato un attaccante di valore per la cadetteria, un finalizzatore da affiancare a Raicevic, Di Piazza e Cernigoi. “Mi piacerebbe poter avere un rinforzo per reparto” – si è lasciato sfuggire Bisoli al termine del match di La Spezia e, difesa a parte dove prima di tutto bisognerà chiarire la posizione di Zaccardo, l’idea della dirigenza berica è proprio questa.

Ma qui sorge un altro quesito; chi metterà mano al portafoglio per rinforzare la squadra? Non è un mistero che tra i soci di Vi.Fin. negli ultimi mesi ci sia (stata) un po’ di maretta, con le ultime due scadenze del 16 ottobre e del 16 dicembre relative a stipendi e contributi dei giocatori e tesserati che sono stati pagati dal presidente Alfredo Pastorelli e in parte minore da Stelvio e Simone (fresco vice presidente del Vicenza calcio) Dalla Vecchia. Ma cosa succede all’interno di Vi.Fin.? Probabile che il periodo  buio di ottobre e novembre abbia creato tensioni tra i soci, con diversità di vedute nella gestione e nei programmi futuri. Quello che però è sicuro è che partecipando all’acquisto delle quote di maggioranza del Vicenza calcio tutti si sono impegnati nel rispettare il piano di salvataggio della società berica, così come è altrettanto certo che tutti i componenti erano perfettamente a conoscenza della disperata situazione debitoria che Vi.Fin. stava ereditando dalla disastrosa gestione Cassingena. Un intervento che finora ai soci di Vi.Fin. è costato, tra capitale e finanziamenti, oltre 8 milioni di euro con La Colombo Finanziaria Spa del presidente Pastorelli che ha sborsato circa 4 milioni, la Marc-One Spa di Marco Franchetto 1,8 milioni, la Metrotecnica Srl della famiglia Dalla Vecchia quasi 1 milione. Importi minori (sempre sull’ordine però delle centinaia di migliaia di euro) sono stati corrisposti dagli altri soci, Leonardo Adamo, Massimo Masolo, Paolo Costa, Gabriele Calgaro, Cristina Costa, e in parte minore dalla società consortile a responsabilità limitata Unilabor Scarl con sede a Roma che in Vi. Fin. detiene il 3.78% delle azioni. Chiaro che se tutti faranno la loro parte  gli impegni e le prossime scadenze (tra cui anche il mercato di gennaio) verranno affrontati con minor preoccupazione e con la possibilità di procedere nel programma di risanamento della società berica. In caso contrario non è escluso che si possa assistere a sviluppi imprevisti con una spaccatura all’interno della Vi.Fin. stessa. Gennaio sarà quindi un mese importante anche per le vicende societarie, con una possibile (probabile?) ricapitalizzazione che porterebbe inevitabilmente a fare chiarezza sul futuro della finanziaria vicentina.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net