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Oggi si vola in Spagna, più esattamente a Barcellona, per raggiungere il nostro amico Giuseppe Lonedo, tifoso lontano che durante l’ultima breve vacanza a Vicenza è stato recentemente ospite a Radio Vicenza per commentare assieme ai nostri Corrado Ferretto in studio e Giovanni Barcaro allo stadio – a ruoli invertiti quindi rispetto al solito – la diretta della partita Spezia vs Vicenza.

Buongiorno Giuseppe, vuoi raccontare ai nostri lettori come hai vissuto questa esperienza?
Buongiorno Anna. Io e mio figlio Jacopo eravamo molto emozionati, è stata una serata molto speciale per noi. Aspettavamo da tempo di poter rientrare a Vicenza e vedere il nostro amato Lane al Menti. Quando abbiamo visto che il calendario non ci era favorevole, abbiamo pensato che la nostra partecipazione alla trasmissione potesse essere una valida alternativa. E’ stata davvero una bella esperienza, che consiglio a tutti i tifosi! La radio emoziona, in alcuni momenti ti toglie pure il respiro, è il bello della diretta … fa aumentare l’adrenalina ancora di più, ma Corrado ci ha messo a nostro agio fin da subito.

Quando sei in Spagna come segui il Lane?
Potrai immaginare che pur avendo a disposizione la televisione con Sky, la mia scelta preferita rimane la radio con Biancorossi.net. Non ti nascondo che, quando ci sono le partite più toste, non riesco a stare fermo e così esco a correre. Il duo Corrado&Giovanni mi accompagna in streaming lungo la Diagonal di Barcelona, in una corsa nervosa che dura finché il fiato mi sostiene ….

Partiamo dall’inizio. Tu sei vicentino di nascita e quindi immagino tifoso sin da bambino del nostro Lane. Qual è il primo ricordo che hai in biancorosso?
Il Lane é entrato nella mia vita grazie ai miei nonni. Entrambi avevano in comune tre cose: aver combattuto in guerra, aver lavorato fino allo sfinimento e aver amato il Vicenza. Con Nildo c’era il rituale della radiolina alla domenica, con Bepi il commento ironico o sarcastico del lunedì ….. non era mai contento, anche se si vinceva. Però è stata mia madre Rosanna a farmi conoscere il Menti. Era una brutta epoca per il Lane, il biglietto di ingresso costava mille lire e ricordo un Vicenza-Lecce sotto il diluvio universale con un ragazzetto di 17 anni che spaccava come un martello; si chiamava Zironelli e per me era un idolo!

Jacopo e Caterina in posa “biancorossa”

Visto che siamo nel periodo giusto parliamo un po’ di mercato. Per quanto riguarda gli arrivi, un nome importante è quello del centrocampista austriaco Robert Gucher, nato a Graz come il suo famosissimo concittadino Arnold Schwarzenegger. L’ex frusinate è reduce da una lunghissima militanza in terra ciociara, tanto da ricevere la cittadinanza onoraria della città, ma è caduto in disgrazia con l’arrivo in panchina di Pasquale Marino. Beata gratitudine, mi verrebbe da dire! Qual è il tuo giudizio su questo giocatore che in veste di regista dovrebbe mandare molti palloni e occasioni al nostro attacco, sempre poco produttivo?
A oggi mi sembra uno dei colpi più importanti della B, anche perché é un giovane che ha già fatto vedere a Frosinone cose importanti. Nella prima uscita con il Carpi non é stato brillante ma già contro la Spal ha giganteggiato a centrocampo. Dobbiamo assolutamente dargli fiducia e giudicarlo tra tre o quattro partite. Inoltre, per me, rappresenta il segnale che la società vuole costruire qualcosa per il futuro e non guardare solo ai prossimi sei mesi.

Sul ritorno di Giulione Ebagua a Vicenza che mi dici?
Mi sembra più una furbata del nostro presidente che altro. In questo ruolo per trovare un profilo come quello di Gucher bisogna tirare fuori dei bei soldini ed Ebagua rappresenta invece un buon ripiego ma non una scelta di prospettiva come nel caso del centrocampista austriaco.

Ti aspetti qualche altro buon acquisto o pensi che possa bastare così? (l’intervista è stata realizzata nei giorni scorsi, ndr)
A mio parere cambiare troppo non gioverebbe al gruppo che Bisoli ha creato. Se non puoi avere il bomber da dieci gol tanto vale giocarsela con questi. In Spagna si dice che solo i giocatori mediocri si muovono a gennaio; Barca e Real non prendono mai nessuno ….

Sul fronte delle partenze abbiamo salutato l’oggetto misterioso Di Piazza. E due sono i nomi caldi, con le valigie ormai pronte: Filip Raicevic e Christian Galano. Entrambi sugli scudi per una parte dello scorso campionato, quest’anno invece hanno vissuto una preoccupante involuzione. Cosa ne pensi?
Penso che siano due situazioni molto diverse tra loro. Galano, pur essendo tecnicamente dotato non sembra legato ai nostri colori e mi ha dato l’impressione di aver fatto una pura scelta di opportunità venendo a Vicenza. Ora con lo stesso criterio si appresta ad andarsene. Non verrá rimpianto. Filip invece mi sembra un buon ragazzo, con cuore che probabilmente è finito nelle mani sbagliate. E’ giovane e viene da un altro paese e io so perfettamente come ci si sente lontani da casa. Risentirne è la cosa più logica, al netto di tutti gli infortuni patiti da entrambi. Spero che alla fine non se ne vada.

I giocatori non sono macchine, questo si sa. E si comprende molto bene l’importanza di un allenatore che sappia dare nuove motivazioni a chi non si sente valorizzato. Quali sono secondo te i tre migliori allenatori della storia del Vicenza, quelli che hanno saputo rigenerare o addirittura far esplodere giocatori cosiddetti meno dotati?
Beh, penso che non ci siano dubbi che il miglior motivatore della nostra storia biancorossa sia stato Francesco Guidolin. Con lui abbiamo imparato a credere nel poter andare oltre i nostri limiti e di riuscire a realizzare cose impensabili a Vicenza. Guidolin negli anni novanta faceva quello che oggi ha fatto il Cholo per l’Atletico, era capace di trasformare le montagne in piccoli ma faticosi passi, partita dopo partita. Ha trasformato giocatori normali in fenomeni e probabilmente ha segnato anche la vita degli uomini di quella truppa (Di Carlo, Lopez, Viviani, Murgita…). Dopo di lui, fare altri nomi e’ difficile ma per temperamento e capacità di lavorare con i giovani metterei Iachini e per risultati ottenuti G.B. Frabbri.

Dato che siamo in vena di fare classifiche, ti chiedo anche i nomi dei tre presidenti che a tuo avviso hanno lasciato un impronta indelebile nella storia biancorossa e perché ….
Facile: Pieraldo Dalle Carbonare per tutto quello che ci ha dato. Al di là della Coppa, mi rimane quel senso di appartenenza che non ho più sentito in altri presidenti. Poi metto Giussy Farina, perché uno che riesce a rubare alla Juventus Paolo Rossi, solo per questo deve entrare nella storia. Infine metto Cassingena e la sua famiglia, perché credo nessuno riuscirà mai a farci sentire peggio di come ci fatto sentire lui nei tredici anni della sua sciagurata gestione. Puoi vincere o perdere di brutto, come fece anche Dalle Carbonare, ma il vuoto in cui ci ha trascinato Cassingena per me è unico e mi auguro irripetibile.

E per finire i tuoi tre giocatori preferiti e perché …
Mimmo Di Carlo, perché quando è arrivato a Vicenza sembrava uno davvero uno scarsone e invece é diventato il simbolo di chi – applicandosi e mettendo anima e corpo nel proprio lavoro – è alla fine diventato il giocatore più amato della curva. Poi Toto Rondon, perché è Vicentino e mi fatto sognare durante il periodo delle scuole elementari. Penso a mio figlio che si deve accontentare ogni anno di un bomber nuovo e ora tocca a Ebagua. Infine, Marcelo Otero. Se giocasse oggi …. farebbe ancora il pero!

Tu vivi in Spagna dove ha subito preso piede l’azionariato popolare. Secondo te, come mai questa idea così innovativa non ha attecchito qui da noi, con la Cooperativa “Nobile Provinciale” che non è riuscita a raccogliere il grande numero di soci che tutti ci saremmo aspettati da un bacino di 5.000 abbonati?
In realtà non é una moda, in quanto qui é sempre stato così fin dall’inizio. Essere soci vuol dire legarsi a un club per sempre, indipendetemente dal successo o meno. Spesso avviene nei primi mesi o anni di vita quando sono proprio gli stessi genitori a “battezzare” il proprio figlio con “su equipo”. Pensa che essere socio non significa necessariamente essere abbonato e soprattutto esserlo implica una maggior pazienza, che noi tifosi in Italia non abbiamo verso le nostre squadre. Forse la “Nobile Provinciale” non e’ arrivata al cuore della gente perché alla fine non diventavi effettivamente socio del Vicenza, ma piuttosto di un qualcosa che voleva esserne parte.

Questione stadio. A suo tempo si era tanto parlato dell’acquisto della società dalle mani della famiglia Cassingena anche attraverso il progetto di ristrutturazione del vecchio Romeo Menti. Purtroppo le buone intenzioni non si sono poi concretizzate e la realtà è quella di uno stadio fatiscente che necessita ogni anno di essere rabberciato …
Vedere il Menti oggi mette molta tristezza. Ritornando alla Spagna, la maggior parte degli impianti sono di proprietà dei club e non tutti necessariamente presentano migliaia di metri cubi di cemento destinati a centri commerciali o uffici. Sono strutture ben tenute, con molta storia e che rappresentano l’identità della squadra. Non capisco perché in Italia ci siano centinaia di impianti di proprietà comunale, che poco hanno a che vedere con la finalitá sociale. Sarò populista, ma gli impianti dovrebbero essere venduti alle societá e con i ricavati le amministrazioni dovrebbero favorire lo sport nelle scuole e tra le associazioni dilettantistiche.

Siamo arrivati ai saluti. Vuoi mandare un tuo personale messaggio a mister Bisoli, alla squadra e ai tifosi biancorossi????
A mister Bisoli voglio dire di tener duro, di far lavorare tanto i ragazzi in allenamento, perché quando torneremo a Vicenza per Pasqua voglio vedere il mio Lane nella parte sinistra della classifica. Nel frattempo Forza Lane Sempre! E naturalmente un saluto a tutta la redazione di “Biancorossi.net”!

Grazie Giuseppe della chiacchierata e arrivederci a presto! Auspico con tutto il cuore che la tua profezia si avveri … e di festeggiare la Pasqua con il Vicenza nella parte sinistra, magari anche alta, della classifica!

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