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La Serie C rischia di slittare a causa di uno sciopero dei calciatori minacciato nelle scorse settimane, ma sempre più realistico. A spiegare la situazione ci ha pensato il presidente dell’Aic Tommasi, il quale parlando alla Gazzetta dello Sport ha rivelato alcuni particolari interessanti. “Dopo il nostro abbandono polemico del consiglio federale del 4 agosto, non c’è stato nessun contatto con le controparti. Protestiamo perché si è rinunciato ai ripescaggi di società sane che hanno rispettato le regole. Perché con l’abbassamento del numero degli over (i calciatori nati prima del 1995) da 16 a 14, ci sono 47 calciatori che hanno un contratto e rischiano di restare fuori. Perché le fideiussioni che servono per il calciomercato sono di una categoria e conta il rating italiano e quelle per il pagamento dei dipendenti possono essere certificate altrove, all’estero. Quindi da una parte c’è un sistema di garanzie del tipo ‘non mi fido, meglio controlli maggiori’, dall’altra questo discorso non funziona”.

Tommasi parla chiaro, lo sciopero è un’ipotesi reale: “Il caso dei 14 over è sconcertante. E chi ha il contratto biennale cosa fa? E non sarebbe stato giusto, con tre squadre in meno, rinviare tutto al prossimo anno? Ora sostengono che la decisione sia già presa e ci dicono ‘scioperate pure’. E allora noi lo faremo”. Il guaio è per buona parte nato con il rifiuto di alcuni ripescaggi: “Noi non siamo per il ripescaggio sempre e comunque. Abbiamo contestato da subito la regola di escludere dal gioco i club già ripescati negli ultimi cinque anni e quelli che non hanno disputato i playoff di SerieD. Queste società, quelle che ambivano al ripescaggio e che hanno trovato la porta chiusa, hanno rispettato le regole. Cosa che non faranno i club, almeno in questo inizio di stagione. In che senso? È un altro dei motivi della nostra protesta. C’era un limite per i pagamenti ai dipendenti di giugno: la verifica degli adempimenti si sarebbe dovuta compiere entro il 21 agosto. Si era detto: due punti di penalizzazione a chi non lo rispetta. Poi che succede? Forse si sono accorti che si rischiava di partire con troppe penalizzazioni. Così il limite viene spostato al 16 settembre”.

Da parte sua il presidente Gravina ha così risposto indirettamente a Tommasi : “Credo ci sia poco da dire, sono sbagliati i tempi, sono sbagliati i contenuti, è sbagliata la strategia politica. Siamo disposti a incontrare tutti, a confrontarci, a discutere, ma di sicuro non ci saranno passi indietro”.
Anche il ripescaggio del Rende che fa storcere il naso al numero uno della Lega: “Sono felice per la città di Rende ma sono molto perplesso per le modalità: la prima fideiussione presentata dal club calabrese era falsa e quindi la società è stata esclusa dal Consiglio Federale. Successivamente è stata confermata la non validità di questa fideiussione da più parti. Contemporaneamente, però fuori dai tempi previsti dai regolamenti, il Rende ha presentato un’altra fideiussione. Evidentemente il Collegio di Garanzia del CONI ha ritenuto che si possa uscire dai termini. Mi dispiace che la Serie C diventi il campo di battaglia per schermaglie giuridiche”.
Chiusura sui calendari: “Presentare tre giornate vuol dire avere rispetto delle società, avendo dato la possibilità di organizzare per tempo le prime trasferte. Il 24 agosto era già stata fissata un’Assemblea a Firenze: in quell’occasione daremo i calendari completi

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