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Ieri per qualche ora il calcio giocato ha attirato l’attenzione della gente biancorossa e, anche se la partita non è stata un granché, per un po’ non si è parlato di trattative societarie, di gruppi, cordate, comunicati e tutto quanto sta succedendo in questi giorni. La pace però è durata poco, oggi è accaduto un po’ di tutto con i tifosi attoniti e perplessi che continuano a capire poco di quello che sta succedendo. Nessuno si preoccupi perché non è facile comprendere la situazione attuale, a cominciare dal fatto che sembra che il Vicenza calcio che, ahinoi, milita in serie C ed è gravato da circa 13,5 milioni di euro lo vogliano in tanti. Anzi, vanno in scena baruffe, ripicche, minacce di azioni legali, e chissà dove andremo a finire.

Onestamente che ci sia chi si affanna per acquisire una società con una esposizione debitoria importante, un organico con tanti giocatori in prestito e di conseguenza dal valore economico basso, e un settore giovanile allo sbando, ci lascia a dir poco sorpresi perché adesso il Vicenza calcio di prezioso ed importante ha solo il pubblico che ha dimostrato in questi ultimi disgraziati campionati di essere sempre all’altezza del suo ruolo. Nonostante tutto però il Vicenza lo vogliono in tanti. Boreas Capital Sarl lo tratta da maggio con Francesco Pioppi che all’epoca era solo il delegato a trattare della holding lussemburghese e adesso, dopo le dimissioni datate 11 settembre di Sabrina Colantuono e di Frederic Salvadore dalla carica di amministratori di Boreas Capital, si ritrova ad essere il legale rappresentante della holding lussemburghese. Lo stesso Pioppi che pochi giorni fa ha pubblicamente dichiarato sospesa la trattativa con Vi.Fin. salutando e ringraziando i tifosi del Vicenza, adesso vorrebbe far valere il diritto di esclusiva fino alla scadenza fissata. Per quale motivo questa presa di posizione se c’è stata una rinuncia unilaterale e pubblica a trattare il Vicenza calcio? Cosa c’è dietro questa brusca inversione a U? A chi giova? Una incongruenza difficile da comprendere, così come Marco Franchetto dovrebbe spiegare perché dopo avere garantito sulla solidità di Boreas Capital poi ne ha preso le distanze. Cosa è successo da maggio ad oggi che ha portato il massimo dirigente di Vi.Fin. a cambiare idea su Boreas? Domande che non hanno trovato risposte ed è naturale che la gente biancorossa non ci capisca niente di quanto sta succedendo. L’unica cosa che pare certa è che Vi.Fin. ha necessità di cedere quote del Vicenza calcio perché la composizione societaria attuale da sola non ce la fa a portare avanti il club berico dopo aver abbassato il debito della società di via Schio da oltre 23 milioni a circa 13,5. La rateizzazione dell’IVA a dodici anni e la ristrutturazione del debito sono state operazioni lodevoli portate a compimento dalla finanziaria vicentina, ma la retrocessione in serie C è stata, dal punto di vista finanziario, una mazzata pesantissima. In questo contesto vedere il Vicenza conteso da più gruppi è quasi incredibile considerato che chi acquista il club berico si prende sul groppone 13,5 milioni di passivo, di fatto acquista debiti.

Razionalmente non lo farebbe nessuno, non ci sono motivazioni reali e concrete che giustifichino una tale operazione. Non certo il progetto presentato da Boreas che a Teolo (ma verrà realizza la ristrutturazione del Michelangelo?) dovrebbe sborsare decine di milioni di euro, né tantomeno presunti imprenditori piemontesi che non si capisce perché dovrebbero acquistare il Vicenza. Probabile quindi che dietro al gruppo che sembra vicino (ma quante volte è accaduto negli ultimi anni?) ad acquisire il 70 per cento del Vicenza ci siano imprenditori che conoscono bene la realtà berica, e che inoltre abbiano interessi in loco. Da più parti si vocifera che la svolta è vicina, che la prossima settimana sarà quella decisiva e che l’appuntamento dal notaio è già stato fissato. Se sarà così lo scopriremo presto, intanto noi siamo tra quelli che non si fanno illusioni anche perché quando si cambia non è scontato che si vada in meglio e chi arriva deve dimostrare di saperci fare sul campo di lavoro. Anche perché all’orizzonte potrebbe arrivare un altro terremoto sul Vicenza calcio con il fallimento, con ipotesi di bancarotta fraudolenta, del gruppo Sisa che con Sergio Cassingena è stato per anni di fatto il proprietario del club berico. E non è escluso che il Vicenza,  in quel buco clamoroso di circa 150 milioni ci possa andare di mezzo.

Aggiornamento del 6 ottobre: Al fine di evitare le speculazioni degli ultimi giorni, Francesco Pioppi ci ha contatto per puntualizzare una questione: “Boreas Capital, costituita nel febbraio 2017, ha sempre avuto il sottoscritto Director A (vale a dire Presidente) della società. La sig.ra Colantonio ed il sig. Salvadore sono gli incorporatori che hanno agito da director (B). Passando da un CdA ad amministratore unico a settembre loro hanno dato le dimissioni”.

Prendiamo atto della precisazione dell’ing. Pioppi ma precisiamo, come è evidente nel pezzo, che abbiamo ripreso una intervista di Marco Franchetto del 16 giugno scorso in riferimento alla quale all’epoca NON abbiamo ricevuto alcuna replica. (Red)

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net