Salta al contenuto principale

Hanno vinto i tifosi. E’ questa la sintesi di una giornata iniziata al “Menti” poco dopo le 9 di mattina e terminata verso le 15 quando anche le forze di Polizia hanno lasciato via Schio. Sei ore di presidio davanti al portone del “Menti” perché il pullman con i ragazzi della Berretti non partisse per disputare la partita di Coppa Italia all’Euganeo contro il Padova dell’ex Bisoli. La protesta è stata civile e composta, non si sono mai registrati momenti di tensione, anche per il saggio atteggiamento delle forze dell’ordine che si sono limitate a presidiare la zona. Alla fine il pullman è partito vuoto dallo stadio Menti poco dopo le 14.30 e la partita non si è disputata. Il Padova vincerà 3 a 0 a tavolino perché la gara non è stata annullata come sostiene l’ennesimo comunicato farlocco della gestione Sanfilippo, ma non si è disputata perché il Vicenza calcio non si è presentato. Ma i tifosi, uniti e compatti, e questo è un fatto molto importante in un momento molto delicato e complicato della storia del Vicenza, hanno voluto dare un segnale forte che così non si può andare avanti e che la gestione del club berico deve passare quanto prima nelle mani di un curatore fallimentare che allontani dal Menti Sanfilippo e il suo staff, oltre ai soci di Vi.Fin. che nonostante la cessione della società di via Schio continuano ad interferire (chissà perché) nelle vicende biancorosse.

E’ il momento di una svolta netta e decisa, e solo la dichiarazione di fallimento e la conseguente nomina di un curatore la può dare. Mercoledi, massimo giovedì, si saprà se il campionato del Vicenza calcio potrà proseguire e se lo potrà fare usufruendo dell’esercizio provvisorio che potrebbe consentire di arrivare a fine stagione salvando il titolo sportivo e, in caso di salvezza sul campo, anche la categoria. Per realizzare quello che in gergo viene chiamato il fallimento a stagione in corso, e che di fatto rappresenta una opportunità unica per il club berico, servirà l’aiuto finanziario di qualche imprenditore legato ai colori biancorossi che potrà poi in seguito acquisire la società berica. Ma attenzione, stavolta non sono ammessi avventurieri, su questo la tifoseria biancorossa è giustamente decisa a tenere una posizione ferrea, inamovibile. Chi porterà avanti la storia del Vicenza calcio, che sia tramite l’esercizio provvisorio, oppure ripartendo dalla serie D, deve rispondere ai requisiti di serietà, competenza e di buona disponibilità economica, perché per fare calcio a certi livelli servono anche (non solo) i soldi. Gli ultimi tredici anni della storia del Vicenza hanno rappresentato la pagina più triste della storia del club berico, in cui la squadra biancorossa è una delle più perdenti d’Europa con quattro retrocessioni e tre salvezze all’ultima giornata contro formazioni che nulla avevano più da chiedere al campionato e non aggiungiamo altro. Il disastro sportivo e finanziario realizzato dalla gestione di Sergio Cassingena ha scavato la fossa al Vicenza calcio, e i soci di Vi.Fin. rateizzazione dell’IVA non pagata e ristrutturazione del debito a parte, hanno commesso un orrore dopo l’altro che ha portato a un tutti contro tutti in un contesto inqualificabile che si è concluso con l’incredibile quanto inspiegabile cessione a Fabio Sanfilippo che dal 18 dicembre ad oggi ha raccontato solo una serie di storielle senza mettere un euro di tasca propria per il Vicenza calcio. L’assunzione definita giovedì scorso, seguita da un sorprendente quanto insincero comunicato di smentita, di Silvio Aimo nel ruolo di responsabile dell’area tecnica con un contratto che presso la Lega ci confermano essere stato depositato (in via Schio abbiate la decenza di non smentire ancora) è l’ultima perla di questo signore che oggi si è permesso anche di criticare il comportamento dei tifosi biancorossi che, contrariamente a lui, amano questi meravigliosi colori. Le balle di Sanfilippo ormai non fanno più notizia, pure la Questura oggi lo ha duramente smentito, ma presto il politico piemontese rappresenterà un passato che tutti i tifosi del Vicenza ricorderanno come l’esempio di quello che non deve più accadere. Un vecchio proverbio recita che tutto il male non vien per nuocere, anche se di rospi, amarezze, delusioni ed incazzature la gente biancorossa ne ha subite tante, troppe in questi ultimi anni. Il momento però pare avere tutti i crismi per una svolta reale, e la tifoseria unita e compatta come non lo era da anni rappresenta in maniera forte un segnale, una spinta determinante a chi ha i mezzi per rilanciare il Vicenza calcio a non mancare l’occasione. Il momento è adesso, ci sono le premesse per una grande opportunità che può portare finalmente ad un rilancio dei colori biancorossi che in primis la terra vicentina non può mancare.

Facebook Notice for EU! You need to login to view and post FB Comments!

Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net