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L’ufficialità non c’è, ma l’asta fallimentare per l’acquisizione del Vicenza calcio si terrà il prossimo 19 aprile. Il curatore fallimentare anche ieri ha affermato che domani deciderà il giudice, e nonostante più volte avesse affermato che l’asta si sarebbe tenuta quando il Vicenza sarebbe stato certo della permanenza in categoria, e il bando venga presentato solo domani, giorno in cui ci sarà anche la decisione ufficiale del giudice, la “squadra tecnica” è al lavoro per stilare le migliori condizioni di vendita del club. Tempo una settimana, il 19 aprile, ci sarà probabilmente l’asta, e la speranza è di poter traghettare la società di via Schio verso una nuova proprietà seria che appronti un progetto economicamente solido e sportivamente ambizioso che possa rilanciare i colori biancorossi da troppo tempo umiliati da una serie di insuccessi lunga quasi quindici anni. Il prezzo, stando ad alcune indiscrezioni, potrebbe assestarsi tra il milione e mezzo di euro e i due milioni, ma sull’asta c’è la spada di Damocle della retrocessione del Vicenza sul campo, e a riguardo pare potrebbe essere inserito nel bando un vero e proprio contratto di vendita con determinate clausole che dovranno essere rispettate, a partire dalla cauzione che verrà richiesta a chi si aggiudicherà l’asta. Una formula che lascia più di un dubbio, visto che non è ben chiaro cosa accadrebbe in caso di retrocessione del Vicenza. L’acquisizione del club sarebbe nulla? La cauzione verrebbe restituita? E con quali modalità se nel frattempo i soldi fossero già stati usati?
I dubbi però non si fermano qui. Esaminando attentamente il contesto ci si chiede perchè improvvisamente tutta questa fretta? Il dispositivo dell’art. 107 della Legge Fallimentare precisa le modalità per rendere conoscibile la vendita e permettere la partecipazione all’asta di più soggetti possibili con il chiaro obiettivo di vendere il bene al miglior prezzo possibile per tutelare al meglio i creditori. Per arrivare a questo obiettivo la norma prevede che si  applichino, in quanto compatibili, le disposizioni di cui agli articoli 569, terzo comma, 574, primo comma, e 587, primo comma, del codice di procedura civile. Per riassumere il tutto è finalizzato ad assicurare la massima informazione e partecipazione degli interessati all’acquisto, con il curatore che deve eseguire la pubblicità prevista dall’articolo 490, primo comma, del codice di procedura civile, almeno trenta giorni prima dell’inizio della procedura competitiva.

Come reso noto nei giorni scorsi il bando sarà presentato domani e chi è interessato ad acquisire il Vicenza calcio ad oggi non sa con precisione il valore del club, visto che solo ieri è stata depositata dall’ex direttore sportivo del Vicenza calcio la valutazione del parco giocatori, e del settore giovanile. Ma non è ancora nota il valore della parte debitoria legata al debito sportivo che l’acquirente, prendendo il Vicenza, andrebbe ad accollarsi. Inoltre ci saranno solo sette giorni di tempo per presentare il milione di euro a garanzia richiesto pubblicamente dal curatore fallimentare a chi intenda partecipare all’asta. La domanda che sorge spontanea è se l’asta potrebbe andare deserta. L’ipotesi non è certo da scartare considerata soprattutto l’incertezza della categoria che cambia radicalmente lo scenario dell’asta, ma visto che è il curatore fallimentare che propone la data del’asta al giudice è logico pensare che almeno un gruppo che “batta” l’asta ci sia. La speranza è che sia serio e con progetti importanti, altrimenti tre mesi di serate, discussioni e proclami sul tema non sarebbero servite a niente. Al momento è difficile prevedere chi si presenterà il prossimo 19 di aprile considerato che, a parte la cordata capitanata da Ubaldo Calabrò e dall’ex portiere della Juventus Stefano Tacconi, nessuno è uscito allo scoperto. Da giorni si parla di una cordata vicentina a cui viene abbinato il nome della famiglia Amenduni che però ha sempre smentito seccamente di voler acquisire il Vicenza calcio. Di certo un nome che sta lavorando al progetto di acquizione della società di via Schio è quello di Massimo Poliero, ex socio di minoranza del Padova calcio che non è detto faccia parte di una cordata vicentina visto che negli ultimi giorni ha esaminato la possibilità di far parte anche di altre cordate. E’ confermato l’interesse di due gruppi, entrambi stranieri e uno che fa rifermiento al Baskonia-Alaves Group, la proprietà del club basco del Deportivo Alaves, che hanno lavorato in questi mesi anche sul progetto della ristrutturazione del “Menti”, e nelle ultime ore è spuntata una cordata composta da imprenditori di Piacenza e di Bologna.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net