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Domani il Tribunale di Vicenza molto probabilmente renderà pubblica l’offerta presentata da OTB Group, la società di Renzo Rosso, indicando con ogni probabilità un termine entro il quale soggetti terzi abbiano la possibilità di formulare proposte diverse e migliorative. Come è noto la proposta presentata dal patron della Diesel decadrebbe qualora il Tribunale procedesse con la convocazione della terza asta, e di conseguenza una delle strade per mettere in competizione l’offerta presentata da Rosso è inidcare un termine entro il quale chi è interessato al Vicenza calcio possa di fatto rilanciare. Anche perché l’offerta di Rosso è sotto la base d’asta (si parla di circa 1 milione 300 mila euro, cosa che non sembra aver soddisfatto né il curatore, né il Tribunale che sa bene che la possibilità che ci sia qualcuno pronto a replicare non è certo campata in aria. Un gruppo straniero infatti, di cui parleremo con più precisione nelle prossime ore, sta lavorando per presentare la sua offerta, anche se l’incertezza legata alla categoria sta facendo frenando i lavori in corso.

Problema della categoria che Rosso non ha, visto che ha spiegato che non intende acquistare il titolo sportivo del Vicenza calcio, ma che si avvarrà di quello della Virtus Bassano, società che ha acquistato ventidue anni fa in Eccellenza. Una fusione che presenta, regolamenti alla mano più di un ostacolo, cosa di cui però discuteremo più avanti. Tornado all’era di Rosso al Bassano, dai primi passi la società giallorossa ha scalato le categorie fino ad arrivare in serie C, retrocedendo anche in serie C2 e sfiorando la promozione in serie B scippata da una penalizzazione ridotta al Novara negli ultimi turni di campionato. Il nuovo Vicenza, una società del tutto nuova che poco o nulla avrebbe a che fare con il Vicenza sorto nel 1902, potrebbe ricominciare dalla costola del Bassano, un po’ come accaduto alla Spal che è ripartita usando il titolo della Giacomense. I soliti bene informati parlano già di lista di giocatori che da Bassano sarebbero trasferiti a Vicenza, con la posizione di mister Giovanni Colella e del direttore sportivo Werner Seeber che sarebbe sotto esame. Alla fine, pur magari con lo stemma giallorosso sulla maglia biancorossa, il Bassano è una società destinata a vedere sparire il calcio dalla città del Grappa, ed infatti sono molti i tifosi giallorossi increduli ed arrabbiati che non hanno digerito il boccone più amaro dei 115 anni di storia del Bassano. Rosso pare non abbia preso bene le proteste dei bassanesi tanto da esclamare che Bassano ha avuto la fortuna di godere in esclusiva dell’appoggio della famiglia Rosso che adesso ha deciso di essere riconoscente a tutti i tifosi della provincia e non solo ai bassanesi.

Onestamente capiamo perfettamente la posizione dei tifosi del Bassano che magari alle spalle non hanno una società gloriosa ma che meritano massimo rispetto, e sono degni della considerazione al pari di tutti i tifosi delle altre società calcistiche. Ecco perché di questa operazione che, sia ben chiaro, ha molte probabilità di riuscita ci sono cose che non condividiamo. L’interesse di Renzo Rosso, un imprenditore vicentino che dai primi jeans confezionati e lavati in una piccola lavanderia di Carrè in poco più di quarant’anni ha costruito un impero, è un segnale tanto atteso quanto importante dell’imprenditoria vicentina nei confronti del Vicenza calcio. Una decisione che regala speranza di poter rilanciare i colori biancorossi e portarli nel calcio che conta ma, ci sia consentito, portata avanti con tempi e modi sbagliati. Soprattutto le modalità, perché per ricostruire una società forte così facendo se ne cancellano due. Il Bassano senza dubbio è destinato a vedere sparire il calcio dalla città del Grappa, e il Vicenza che nascerà sarà una società che perderà la continuità con quel club che tutti chiamano ancora oggi la Nobile Provinciale. Senza dubbio ci sarà più di qualcuno che farà spallucce, che sosterrà che tra qualche anno nessuno si ricorderà di questo momento, e non penserà nemmeno per un attimo ai tifosi del Bassano che perderanno la loro squadra del cuore dopo 115 anni di storia. A Vicenza il partito degli indecisi è numeroso, perché se da una parte la forza e la capacità di Rosso fa sperare in un futuro in grande stile, c’è la fusione che fa storcere il naso. Del resto tra le tifoserie le fusioni non sono mai state ben accette. I tifosi del Padova hanno preferito fare la serie C piuttosto che unirsi al Cittadella, e a Verona hanno rischiato la serie C2 ma ugualmente erano pronti a tutto per impedire la fusione con il Chievo. Hanno preferito lottare, difendendo i loro colori scegliendo una strada più dura e difficile pur sapendo che a portata di mano c’era una scorciatoia per evitare l’inferno calcistico. In fondo così come sono state, sportivamente parlando, poco onorevoli i ripescaggi (pur del tutto legittimi) del Vicenza nella nefasta era Cassingeniana, così sarebbe altrettanto nel caso il Vicenza salvasse la categoria approfittando del titolo sportivo del Bassano. E non sappiamo cosa accadrebbe se il Bassano dovesse riuscire a vincere i playoff e di fatto portasse il Vicenza in serie B. Con quale coerenza e con quale dignità sportiva i tifosi del Vicenza andrebbero in giro per l’Italia portando in alto i colori del nuovo club bianco(giallo)rosso?

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net