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Evvai … finalmente una bella intervista dopo la serie di risultati utili che danno continuità come richiesto dal nostro Giovanni Colella. E per parlare del nuovo Vicenza e del new deal ci trasferiamo all’estero e più precisamente negli Stati Uniti per conoscere Marino Cavaggion, che vive da 15 anni negli Stati Uniti, prima in Georgia, ora in Connecticut.

Buongiorno Marino, immagino che il tuo attaccamento al Vicenza sia nato in patria …. Qual è il primo ricordo che hai legato al Lanerossi Vicenza?

Ciao Anna e un grande saluto a tutti i grandi tifosi del Lanerossi Vicenza. Il mio primo ricordo è stata la mia prima partita … entrare da bambino al Menti negli anni settanta e vedere questo bellissimo stadio pieno di tifosi, che occupavano ogni centimetro quadrato disponibile. Il colore di quelle stupende magliette a strisce verticali bianco rosse, in forte contrasto cromatico con il colore verde brillante dell’erba. Una grande festa collettiva soprattutto quando si segnava un goal, o si vinceva. Emozioni fortissime, indimenticabili.

Tanti sono i ricordi che ci legano a quei tempi … Gli altoparlanti dello stadio che annunciavano la pubblicità della Bulova Accutron e del Brandy Stock. I venditori di bibite con la giacchetta bianca e la cassetta a tracolla sul petto colma di bibite e caramelle. Il palo della tribuna numerata. L’asinello con la bandiera biancorossa sulla groppa che, accompagnato dal mitico Gelindo Tagliapietra, faceva il giro del campo prima della partita. Le majorettes e la banda di Povolaro. Pic-nic sugli spalti con pane, soppressa e damigiana di vino per i tifosi affamati durante le lunghe attese prima di un match di cartello. Come si suol dire …. bei tempi !!!

Bellissimi tempi …. in cui sia il calcio che il mondo erano molto diversi, con valori più veri. Certi ricordi hanno dell’incredibile …. o dell’impossibile, eppure sono accaduti davvero!

Per noi della vecchia guardia che abbiamo vissuto l’epopea della “Nobile Provinciale” dei vent’anni consecutivi in serie A e la vittoria della Coppa Italia è stato ancor più difficile e penoso digerire i quindici anni di declino e l’invitabile fallimento del nostro amato Lane.

Assolutamente sì. Le società di calcio sono gestite da amministratori delegati, direttori e managers come in tutte le altre aziende, dove si lavora per obiettivi, con un programma chiaro e ben definito a medio-lungo termine. Il Vicenza Calcio è stato sfortunatissimo negli ultimi venti anni ad avere una classe dirigenziale poco capace e questo ha causato i risultati catastrofici che tutti noi abbiamo purtroppo subito.

Ci siamo incontrati in tribuna a luglio prima della partenza del nuovo Vicenza per il ritiro ad Asiago ed eccoti infatti nella foto che ti ritrae in tribuna al Menti con la maglia della curva sud …. Il primo impatto con il L.R. ti aveva fatto sentire un tifoso in lutto per la perdita del blasone e della storia centenaria o al contrario un tifoso finalmente libero da un passato opprimente e doloroso?

Quando Renzo Rosso ha rilevato il Vicenza, sono stato felicissimo. Felice perché sapevo che Rosso avrebbe portato la sua mentalità vincente e di successo anche nel calcio. Il prodotto/servizio è diverso tra impresa calcio e impresa industriale, ma la mentalità dell’imprenditore uomo d’affari, professionalità, serietà, determinazione, visione, programma di lavoro, capacità di scegliersi i giusti collaboratori, sono gli stessi requisiti fondamentali per avere successo in qualsisi impresa.

E adesso finalmente – dopo tanti anni – si vede in campo una squadra che corre, lotta, morde e che anche nelle difficoltà non molla fino all’ultimo secondo ….

Ma certo, perché la squadra é stata costruita secondo certi criteri, i giocatori condividono il progetto, stanno alle regole, si impegnano, lavorano sodo, fanno squadra e spogliatoio! E sono gestiti da un vero leader che sposa la mentalità vincente di Rosso. E i risultati arrivano per forza quando scegli le persone giuste.

Un bel cambio di look anche per il piazzale di accesso alla tribuna, per Casa Vicenza, per il bar ma soprattutto nello stile aziendale, con le persone giuste al posto giusto. Parola d’ordine della società riportare il decoro e la dignità perduta e ricostruire il rapporto con la tifoseria. Direi che in questo senso sono stati fatti passi da gigante ….

Assolutamente sì. E’ l’inizio di una trasformazione importante per diventare grandi nuovamente, come ti ho già detto prima. E anche la ricostruzione dei rapporti con i tifosi è stato un traguardo molto importante.

Giovanni Colella ha più volte ribadito che i giocatori della rosa sono stati selezionati non in base al loro valore economico ma per una scelta precisa sul loro spessore umano e sulla capacità di interagire come gruppo. Qualcuno invocava a gran voce il grande acquisto di grido per l’attacco, accusando Renzo Rosso di non voler aprire i cordoni della borsa …. I fatti stanno dando ragione a Mister Diesel ….

Dobbiamo ricordare che siamo in serie C, non in Champions League! Non ci servono giocatori “di grande nome”. Abbiamo bisogno di un giusto mix di giocatori di esperienza e di giovani, ma devono essere giocatori di qualità,con i piedi buoni, che corrono, che lottano, che vogliono andare in serie A e che hanno spirito di squadra.

Zonta, Bizzotto, Zarpellon, Parolin, Maistrello, Stevanin … sono cognomi familiari che hanno le radici piantate nella nostra terra vicentina. A me personalmente ha fatto un potente effetto la presentazione della squadra ad Asiago lo scorso luglio. Inevitabile ricordare le formazioni dell’A.C. Vicenza prima e del Lanerossi Vicenza vincitore per due anni del torneo di Viareggio quando la quasi totalità dei giocatori erano della città e della provincia…

Ritengo che le motivazioni e la serenità che provano i giocatori vicentini nel giocare per il Vicenza siano molto piu forti di quelle che possono avere giocatori di altre province che magari soffrono la distanza dalle loro famiglie. E la provincia di Vicenza é sempre stata una bella realtà per quanto riguarda il calcio giovanile. Ben venga continuare a selezionare giocatori vicentini e dare una possibilità ai giovani del nostro territorio di fare il lavoro piu bello del mondo per chi gioca a calcio.

Da lontano un tifoso soffre di più. Come fai per combattere la nostalgia?

Vivo negli Stati Uniti dal 2004, i primi dieci anni in Georgia poi nel Connecticut. Sono dirigente d’azienda per un gruppo multinazionale da centomila dipendenti, rivesto la carica di direttore commerciale del Mercato del Nord America che comprende USA, Canada e Messico. Ovviamente viaggio molto e l’unico modo che ho per seguire il calcio è collegarmi a internet. A parte il Vicenza, di cui trovo la sintesi della partita su youtube, mi interessa anche la serie A italiana e il campionato inglese. Non c’è niente da fare, il calcio è davvero lo sport e lo spettacolo più bello del mondo!

Le tue impressioni sulla partita contro il Pordenone

Un pareggio in casa della capolista e’ sempre un bel risultato e soprattutto, come ha dichiarato giustamente Colella, noi abbiamo giocato bene e anche loro. Una partita ricca di soddisfazioni anche per gli spettatori insomma.

Un bilancio sulle prime partite di inizio campionato: cosa ti è piaciuto e cosa no del L.R. Vicenza?

Innanzitutto ti confesso che mi ha fatto un certo effetto giocare contro squadre come Giana Erminio, Renate, FeralpiSalò. Questo non é il palcoscenico che Vicenza merita. Anche se le prime partite sono state di aggiustamento e la vittoria non é arrivata, ho visto impegno fino alla fine e questo é quello che conta. Poi i risultati sono arrivati e ora guardiamo la classifica dall’alto in basso ….

Vuoi mandare un tuo personale messaggio alla squadra e al mister?

Auguro a tutti un buon lavoro, continuate così ragazzi, date sempre il massimo e riportateci in serie A, che è la categoria che ci appartiene! Un caro saluto dal Connecticut e sempre FORZA LANE!

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