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Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto la mail di Gabriele, tifoso biancorosso da Roma. Nelle sue righe ripercorre la sua passione arrivando fino ai giorni nostri e all’esonero di un suo riferimento come è stato Lopez. Vi ricordiamo che potete scrivere a redazione@biancorossi.net inviandoci le vostre opinioni, i vostri consigli e le vostre domande. La redazione si riserverà il diritto di non pubblicare o censurare testi e parole non ritenuti idonei.

Buongiorno a voi, alla vostra redazione tutta, al vostro sito, bello e glorioso.

Vorrei tanto che questa lettera venisse pubblicata, se posso chiedere gentilmente la cortesia, anche per i miei amici vicentini, e fra poco spiegherò. Non conosco la prassi delle eventuali pubblicazioni, ma sarei davvero onorato di “leggermi” sul vostro sito.

Mi chiamo Gabriele Di Nunzio, e sono un grande tifoso del Vicenza piuttosto atipico: sono romano di nascita (sottolineo, come Lopez, e “laziale” come lui), ho 43 anni, ed esattamente 20 anni fa ebbi la fortuna di conoscere una comitiva vicentina in vacanza, in prevalenza proveniente dal quartiere di S. Pio, con la quale strinsi una fortissima amicizia che dura ancora oggi.

Una seconda fortuna fu che l’inizio della frequentazione di questi eccezionali amici, biancorossi nell’animo dalla nascita, coincise proprio con la gloriosa e storica promozione in A, del 1994/1995, quella di Guidolin e del suo gioco spumeggiante, vincente, con dei pilastri che sono diventati, tutti nessuno escluso, il simbolo della rinascita calcistica della città di Vicenza.

Vivendo però lontano, ho fatto tutto quello che ho potuto per seguire la squadra biancorossa anche in trasferta, andai a Verona per l’ultima giornata del 1995, l’1-4 col Chievo , una emozione mai provata prima, una promozione commovente, con Lopez (guarda caso lo rinomino) preso in braccio dai compagni sotto la curva, perché squalificato, e con un altro certo laziale vero (in senso sia geografico che di tifo di base), che rispondeva al nome di Mimmo Di Carlo, con l’idrante in mano a bagnare di gioia noi tifosi in curva nord, nella città rivale per eccellenza.

Nel corso degli anni la storia del Vicenza è tanto cambiata, per motivi personali e familiari non ho potuto più seguirla assiduamente come un tempo, ci sono state annate difficilissime, piene di problemi finanziari e di contestazioni alla Presidenza, con ben 3 ripescaggi.

Ma dopo quest’ultimo dei primi di settembre, sono tornato per il ventennale a Vicenza, allo stadio, a incitare i ragazzi e soprattutto Lopez, mio concittadino e simbolo del Vicenza forse più forte, ma anche più passionale, di tutti i tempi, nel rispetto del Lanerossi 1977/1978, pure straordinario.

Le partite di questo inizio stagione, le ho viste quasi tutte: ma in nessuna di queste, comprese le sconfitte, ho notato scarso attaccamento alla maglia non solo dei giocatori, che hanno corso, lottato e battagliato sempre, anche se con difficoltà vista la caratura di avversari più abituati alla serie B.
Ma soprattutto, c’era fino a pochi giorni fa l’allenatore perfetto, incarnazione dello spirito del 1995, di quella incredibile brigata vincente e spettacolare, incarnazione (Lopez ed il suo secondo storico Ninuzzo Praticò) dello spirito biancorosso, del vero ultrà sempre presente allo stadio, in campo e fuori, un allenatore passionale ma vicentino vero, praticamente purosangue adottato, con anche un pizzico di romanità sfrontata, che completava dunque un carattere estroverso, quanto bastava per infondere nella squadra di oggi, lo spirito di gruppo di quella banda di “matti”, spietatamente bravi, del 1995.

Non ho conosciuto Presidenza e Dirigenza di questi ultimi 10 anni.

So solo che l’esonero di Lopez è stato un dolore incredibile, perché ritengo il suo allontanamento assurdo, inutile, e del tutto prematuro, con una squadra che tra mille difficoltà ha fatto belle partite anche quando ha subito sconfitta, patendo diversi torti arbitrali gravi, e anche pareggiando in inferiorità numerica.

Non condivido pertanto né il suo esonero, né purtroppo l’attuale Mister Marino, che a me personalmente non è mai piaciuto sia tatticamente che da un punto di vista caratteriale, anche nei rapporti interpersonali con stampa e talvolta con giocatori: ebbi l’occasione una volta di conoscerlo dal vero quando allenava l’Arezzo, e mi fece una bruttissima impressione.

A me Lopez già manca, con il suo attaccamento ai colori biancorossi, e l’infortunio di Bremec contro il Carpi non significa assolutamente mancanza di preparazione tecnica: può capitare uno svarione e ne ho sofferto, ma Bremec non solo resta un bravo portiere, è che secondo me ho ravvisato un enorme disorientamento di tutta la squadra, che poi tra l’altro non aveva giocato malissimo, ma sembrava spaesata.

Penso che, piano piano, risolti gli infortuni, fosse Lopez ad avere l’onere e l’onore di far risalire la squadra in acque più tranquille, e ci sarebbe certamente riuscito.

Con Marino non ne sono sicuro, scusatemi tutti.

Forza Vicenza, sempre e comunque.

Da Roma,

Gabriele Di Nunzio Biancorosso

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