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Nove volti nuovi (escludendo il baby Mancini dal Pescara) per un’autentica rivoluzione. La proroga di mercato concessa al Vicenza dalla Federazione dopo l’ufficializzazione del ripescaggio in serie B lo scorso 29 agosto, ha portato a modificare in maniera pesante un organico costruito per giocare il campionato che il verdetto del campo aveva stabilito, quello di lega Pro. Per affrontare la serie B è stato quindi doveroso andare a cambiare molto della rosa messa inizialmente a disposizione di Giovanni Lopez che adesso ha il difficile compito di dover di fatto ricominciare tutto quasi da zero. Sì, perché in ogni reparto sono arrivati giocatori che dovranno integrarsi e compattarsi con i vecchi, con l’aggravante che i nuovi hanno una condizione fisica e atletica diversa che bisognerà riuscire a portare alla pari con il resto del gruppo. Anche dal punto di vista dello schieramento, del modulo, degli schemi,  dell’amalgama e dell’intesa tra i reparti si dovrà ripartire come di solito si fa nei ritiri estivi. Di fatto, è sotto gli occhi di tutti (almeno di chi vuol vedere…) che il Vicenza è due mesi in ritardo sulle altre squadre di serie B, considerato che il lavoro che mister Lopez dovrà sviluppare adesso, le altre compagini lo hanno iniziato a metà luglio, potendo magari contare su una rosa che, rispetto alla stagione precedente, è cambiata poco.

Sulla qualità dei rinforzi al momento non ci soffermiamo anche perché (e lo faremo di sicuro) si dovrà esaminarli singolo per singolo andando a mettere in risalto sia i pregi ma anche i difetti che hanno portato le squadre di appartenenza a lasciarli andare. Di certo, salta all’occhio che anche in questo organico manca il bomber che in biancorosso non c’è più dai tempi di Elvis Abbruscato, sperando che il trio formato da Cocco, Maritato e Ragusa possa smentirci. In questo quadro il punto in tre partite, giocate sempre alla pari con gli avversari anche in presenza di episodi non certo fortunati, è un bottino accettabile visto che è stato ottenuto con i giocatori che avrebbero dovuto affrontare il campionato di lega Pro. Da domani per il Vicenza inizierà un altro campionato, ma pensare che si possa mettere assieme una ventina di giocatori che non si conoscono in pochi giorni vuol dire non capire niente di calcio. Le squadre si costruiscono negli anni, aggiungendo tassello dopo tassello, pensare di farlo in pochi giorni è pura follia.

Per questo, nella situazione attuale, le voci (fatte uscire ad arte?) che vorrebbero la panchina di Lopez in pericolo ci lasciano tanto sorpresi quanto allibiti. A meno che, dopo averlo usato da parafulmine dopo la retrocessione in lega Pro, adesso il capitano del Vicenza che ha conquistato la coppa Italia non sia considerato più scomodo che altro. Non fosse così, non si riesce a comprendere perché Lopez non possa avere la possibilità di lavorare con i nuovi innesti e di schierare un Vicenza che qualche freccia in più al suo arco ce l’avrà di sicuro. Quali colpe possa avere un allenatore che affronta la serie B con un organico da lega Pro e porta la sua squadra a giocarsela alla pari contro Trapani, Latina e Ternana indicate dagli addetti ai lavori come pretendenti ai play off, resta un mistero. Così come è buffo che in via Schio si ripeta la solita storia che nel momento in cui i risultati non arrivano (ma c’era forse qualcuno che pensava di fare 9 punti in tre giornate con la squadra della lega Pro?) la colpa va buttata addosso all’allenatore. Un film già visto con Rolando Maran e con Roberto Breda cacciati da “incapaci” e che, guarda caso, lontano da Vicenza hanno fatto molto bene. Della serie, dal passato non si impara mai nulla, e si continuano a ripetere i soliti errori.

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