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Terre meravigliose l’Emilia e la Lombardia, che tanti cuori biancorossi hanno regalato alla grande famiglia dei tifosi lontani. Oggi ne andiamo a conoscere uno di speciale, una persona che sprizza Lane da tutti i pori. Graziano Casara che abita a Pegognaga in provincia di Mantova, zona martoriata dal recente terremoto che ha colpito proprio quella parte della regione.

Buongiorno Graziano, da quello che ho capito abiti proprio nella zona dell’epicentro del sisma, una gran brutta esperienza la vostra.
Un’esperienza dolorosa, complicata da raccontare a chi non ha mai provato tale evento. Però è da queste terribili esperienze che escono i veri valori e l’umanità della gente semplice, cosa che è successo qua.

Anche la colonia biancorossa emiliano-romagnola non scherza. Lo sapevi che siete circa una ventina a tifare Vicenza da quella parti?
Beh, il magico Real fece innamorare molti… non allineati. Diciamo che chi non si riconosceva nelle grandi squadre per troppa spocchia si “prese” una Nobile Provinciale come riferimento. Chi non ricorda con viva simpatia il Licata, il Castel Di Sangro o la Cavese che sbancò San Siro? Il Lane era la “piccola” che danzava senza sfigurare tra i grandi, facile quindi l’infatuazione, semplice l’innamoramento.

Il cognome tradisce un’origine veneta. Ci racconti la tua storia?
Sono nato e vissuto a Marano fino a qualche anno fa e non ho perso un grammo della mia vicentinità, poi per lavoro e per amore della mia dolce Isabella mi sono trasferito nella terra dei Gonzaga, dove tutt’ora vivo felice con due bellissimi cani labrador neri, Shrek e Fiona ma torno spesso nelle mie, nostre terre, visto che sono diventato una sorta di ambasciatore del nostro miglior Asiago… in cambio porto molto Parmigiano.

Qualche volta i tifosi vicentini dovrebbero prendere esempio da voi lontani. A parte le critiche alla gestione societaria, mai una lamentela, il Vicenza rimane una fede sempre e comunque. Secondo te perché questa differenza ideologica, è come nella canzone di Modugno “la lontananza è come il vento, che spegne i fuochi piccoli e fa divampare quelli grandi”?
Il buon Mimmo (Modugno, ndr) aveva visto giusto. La lontananza dal proprio VERO AMORE sportivo amplifica il più bel sentimento verso i nostri colori che si amano a prescindere. Il Lanerossi è molto più che una squadra di calcio. E’ un delizioso virus che non è curabile, è gioia è malinconia, è come una meravigliosa giornata di primavera in un paesaggio da favola e con la rabbia di dover tornare a casa. Ma le giornate primaverili non passano mai, alla domenica tornano sempre.

Il calcio è cambiato e a nessuno o quasi piace quello che ci è stato propinato al suo posto. Anche a te mancano i numeri dall’1 all’14, gli scarpini neri tutti uguali, le coreografie con fumogeni e tamburi, le partite tutte alle stessa ora la domenica pomeriggio?
Naturale che mi manchi quel CALCIO, lo scrivo volutamente in stampatello perché era ancora un giuoco romantico, colmo di gioie al solo pensiero di recarsi allo stadio, non era ancora business. Era il tempo delle figurine, dei Ciotti e degli Ameri, dei Provenzali e del Novantesimo minuto. Era il CALCIO giocato da uomini veri e non dagli attuali automi, era il CALCIO dei GB Fabbri, del Paron Rocco ed era raccontato in modo sublime da Brera. Quel giuoco è morto ed ora resta solo il ricordo, ma tifo VICENZA, il resto conta come il due di briscola.

Secondo te, come mai i giocatori moderni hanno sentito la necessità di affidarsi ai cosiddetti procuratori? Non si è perso qualcosa in questo modo, togliendo loro la possibilità di un dialogo diretto con il proprio Presidente?
Il dopo Bosman. Beh, la logica di quel business applicata al Dio denaro non poteva che portare  a questa giungla assurda. Giusto che un calciatore possa scegliere se accettare o meno ma tutto questo ha fatto perdere le bandiere. Chi non ricorda il nostro Adriano Bardin? Il Rivera, il Riva. Ora rimane qualche caso isolato ma in via d’estinzione. Ricordo le litigate di Domenico “Nico” Fontana (mio compaesano e amico che saluto con un augurio di pronta guarigione) con Farina per il rinnovo del contratto. Erano tempi da uomini che si sono persi come lacrime nella pioggia.

Recentemente a Vicenza è stata inaugurata – alla presenza di tutto il “gotha” del calcio italiano – la meravigliosa mostra di cimeli storici gli “Eroi del Calcio” con una sala interamente dedicata al nostro Vicenza. Quanti ricordi di fronte alla Coppa Italia e alla maglia di Pablito Rossi…
Sicuramente sì, il Gotha sa il perché del declino del nostro amato Vicenza e il suo inizio non lo ha portato Cassingena, anche se ha responsabilità enormi, ma chi ha estromesso dalla società il grande presidente Dalle Carbonare e svenduto il club a quel tal Julius. Il Gotha poi è correo di questa nefandezza. Ricordo benissimo le facce in lutto di molti dirigenti nazionali (Nizzola, Carraro ecc) per la sconfitta del Napoli in Coppa Italia. Da lì in poi, il buio.

E così è iniziato il nostro Campionato di serie B con tanti problemi da risolvere e ben quattro infortuni gravi.
Eh sì, si è iniziato un po’ zoppicando il torneo cadetto ma era nelle mie previsioni. Giovanni (Lopez, ndr) si è trovato catapultato in questa nuova categoria avendo atleti presi per la Lega Pro. Ora si è provveduto a rinforzare l’organico con giocatori di categoria con lo svantaggio (rispetto alle rivali) che questa ricetta comporta tempo e pazienza. Il nostro chef è di tutto rispetto e provata fede, saprà amalgamare i giusti sapori e darà gusto ad un manicaretto saporito. Il forno è acceso e attendo fiducioso la fragrante pietanza.

Bacchetta magica e possibilità di far giocare la prossima partita alla tua formazione biancorossa ideale di tutti i tempi.
Oddio, è compito improbo, dovrei far litigare cuore e logica. Ci provo: Bardin, Lely, Savoini, Poli, Carantini, Carrera, Damiani, Biasiolo, Paolo Rossi, Cinesinho, Cerilli. In panca il mitico GB.

Per chiudere vuoi mandare un messaggio e un saluto a Giovanni Lopez e ai suoi ragazzi?
Penso che Giovanni sia il nuovo Guidolin, con la differenza che è partito ad handicap. Giò, hai la mia totale fiducia, ai tuoi baldi giovanotti invece, un grosso in bocca al lupo e non mollate mai, nemmeno di fronte all’evidenza. P.S. Non date risposte banali nelle vostre interviste, siate coraggiosi e schietti!

Grazie della tua disponibilità Graziano, ti aspettiamo presto al Romeo Menti… e sempre FORZA LANE!

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