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Ho incontrato pochi giorni fa Walter Rocchetti, tifoso lontano di Bresso (MI) che, oltre a vantare una lunga militanza biancorossa, possiede una collezione di maglie storiche da far invidia a qualunque collezionista. Con lui e con suo fratello Lorenzo, anche lui colpito a distanza dall’amore per la maglia del Lane, posso quindi permettermi una doppia intervista sullo stile de “Le Iene”.

Buongiorno Walter, buongiorno Lorenzo. Vedo che nella foto che ci avete mandato c’è anche il piccolo Giovanni, una garanzia per il futuro quindi. Posso sapere da ognuno di voi come e quando ha iniziato a tifare Lanerossi Vicenza?
Lorenzo: Grazie a nostro padre che ci portava a vedere il Vicenza a San Siro contro Milan e Inter.
Walter: Il ricordo più lontano è una sera che mio padre mi disse, andiamo a San Siro a vedere il Vicenza. Ero molto giovane, erano gli anni 80, una partita di Coppa Italia, quando nel Milan giocava Blisset. Arrivammo allo stadio, mi sembrava così grande, e guardando la partita dal secondo anello (il terzo non esisteva ancora) mi sembrava di vedere i giocatori così piccoli, e mi ricordo che in quell’occasione mio padre mi acquistò una sciarpa del Vicenza, la mia prima sciarpa, da allora iniziai ad avere una simpatia per il Lane che crebbe sempre di più.

Dovendo scegliere uno tra i tantissimi giocatori della storia del nostro Lane, quale avreste voluto essere e perché?
Lorenzo: Qualsiasi giocatore che ha alzato la Coppa Italia, per aver provato quelle straordinarie emozioni.
Walter: Sicuramente ci sono tanti nomi scontati, dai due palloni d’oro a quelli più recenti, ma il mio cuore va a Mimmo Di Carlo, l’ho incontrato due volte nella mia vita, la prima di ritorno da un viaggio a Catania, in aeroporto a Linate, quando lui allenava il Parma, l’ho fermato e gli ho chiesto di fare una foto, e lui disponibilissimo, si è pure aggiustato la cravatta, mi ha stretto ed abbiamo fatto la foto. La seconda volta però è stato magico, allenava la Sampdoria, l’anno in cui aveva perso i preliminari di Champions League, quando venne a giocare con l’Inter, mi informai dove alloggiavano, e sabato sera andai in albergo con tre sue maglie da fargli firmare, la speranza era poca, ma riuscii a fermarlo, e lui non solo mi firmò le maglie, ma mi portò nella saletta relax, ci sedemmo, ed iniziammo a parlare dei tempi andati quando girò l’Europa per giocare la Coppa delle Coppe, quando si vestì da Gatton Gattoni all’ultima di campionato, e molto altro, due delle ore più belle della mia vita, escludendo ovviamente tutte quelle passate con mia moglie e con i miei figli.

Walter, parliamo ora della tua stratosferica raccolta di maglie: da quando hai cominciato a collezionare e quanti pezzi possiedi?
La prima maglia che ho avuto è stata la prima dell’anno 1983-1984, da li è partito tutto, ho iniziato piano piano ma la febbre poi è sempre più salita, all’inizio pensavo di collezionare solo la prima di ogni anno, poi con il tempo mi è sempre più interessato vedere l’evolversi dei disegni e della fantasia usate nelle maglie diciamo secondarie, ed allora ho iniziato a collezionare anche quelle, per il momento non ho mai pensato di prendere anche quelle del portiere… ma, mai dire mai.

Un collezionista che si rispetti ha -come il buon Paperone il primo centesimo- il pezzo assolutamente incedibile…
Nella mia collezione ci sono tanti pezzi preziosi, importanti, la maglia con la coccarda della Coppa Italia dell’annata 1997-1998, la maglia di Morosini, e altre significative, ma il pezzo per me più importante è quella sciarpa che mio padre mi regalò nel 1984, quella resterà sempre per me la cosa che non potrò mai lasciare.

Ho visto nel tuo sito internet (che vi esorto a visitare perché incredibilmente bello) tra le tante anche la mitica maglia gialla recuperata in extremis per poter giocare la partita contro il Cittadella, poi vinta con un goal di Botta. Una vera chicca…
La maglia gialla è una di quelle più rare, ce l’anno in pochi, ma oltre a quella ce ne sono molte altre, una alla quale sono molto affezionato è quella di Gentili e Tiribocchi dell’annata 2012-2013, quella maglia era stata preparata per giocare a Livorno, visto che tutte e tre le maglie che utilizzavamo cocciavano con il cremesi della loro, avevamo preparato una maglia bianca da magazzino per quella partita, poi usammo quella bianco rossa, e quindi la maglia bianca era stata destinata a giocare i playout. All’ultima di campionato in casa con la Reggina dovevamo assolutamente vincere per accedervi, ma purtroppo pareggiammo 0-0, quindi i playout non li giocammo mai, quella maglia quindi non venne mai utilizzata ed è sicuramente una di quelle più introvabili.

Le maglie del Vicenza sono tutte belle. Dalle prime camicie a strisce biancorosse dei pionieri del calcio alle successive con il fascione bianco e lo stemma cittadino, a quelle con le strisce più larghe degli anni 30/40, fino alla mitica casacca della Nobile Provinciale con la R sul petto. A mio modesto avviso strepitose anche le maglie Adidas degli anni ’80. Purtroppo negli anni delle soddisfazioni più grandi, parlo di Coppa Italia e Coppa delle Coppe, si giocò con l’anonimo logo con la V, la R fu recuperata più tardi mi sembra nel campionato 2006/2007. Questo per me fu un dispiacere enorme.
Sono d’accordo con te, non posso pensare alla maglia del Vicenza senza la R sul petto. Possono cambiare allenatori, presidenti, giocatori, ma con quel simbolo sul cuore siamo riconoscibili in tutto il mondo. Sono passate tantissime maglie tra le mie mani alcune belle, altre inguardabili, ma il collezionista passa sopra a queste cose. La storia della squadra è fatta sia dai giocatori, ma anche da quello che hanno indossato, è bello ricostruire la storia del Vicenza attraverso le sue maglie, vedere l’evoluzione delle strisce, verticali, grandi piccoli, con il colore rosso che varia da acceso, a spento quasi bordeaux, sicuramente molti grafici ci mettono tutta la fantasia per cercare sempre qualche cosa di nuovo, ma secondo me le strisce bianco rosse, con la R blu ed il colletto tondo saranno sempre insuperabili, maglie di lanetta con il numero in pelle cucito, chissà che caldo pativano a maggio, ma la voglia di fare bene era ben più grande, e ti faceva sicuramente sopportare tante cose che al giorno d’oggi sono impensabili, attualmente se tra il primo ed il secondo tempo i giocatori non si cambiano la maglietta sudata è un disastro.

Oltre al pluricelebrato “Museo Vicenza Calcio 1902” di Maiko e Bisa, mi risultano esserci in giro altri collezionisti di cimeli biancorossi. Oltre a te, mi risulta la collezione di Fabrizio Fiori di Roma. Con chi sei in contatto tu per scambi e informazioni?
Il “Museo Vicenza Calcio 1902” di Maiko e Bisa è insuperabile, una collezione da leccarsi i baffi, con Bisa sono in contatto ogni tanto per qualche scambio di opinione e qualche consiglio. Con Fabrizio Fiori abbiamo avuto modo di incontrarci un paio di volte quando sono andato a Roma, e con lui abbiamo avuto modo di scambiare un paio di maglie che mancavano a me o che servivano a lui. La cosa meravigliosa comunque è pensare che ci sono tante persone che collezionano le maglie del Vicenza, paragonandosi con tutte le altre squadre anche più blasonate.

Un’ultima domanda: come ti regoli per l'”espertising” di una maglia?
Per l’espertising è molto prezioso Bisa, quando ho qualche domanda è sempre molto disponibile a spiegarmi le sfaccettature ed i trucchi per capire se una maglia è originale o no, se è da negozio o recuperata sul campo, poi consulto molto spesso le foto per capire in che modo è fatta una maglia. Non ho la sicurezza che tutte le maglie che ho siano recuperate dal campo, forse, quelle più vecchie, potrebbero essere delle riproduzioni, anche perché è molto difficile capire se una maglia di 40 anni sia da campo o no, la cosa che so è che se fossero delle riproduzioni sono fatte parecchio bene, e rispecchiano in tutto e per tutto l’originale.

Passiamo ai giorni nostri. Dopo le due splendide affermazioni su Trapani e Ternana, cosa ne pensate dei giocatori arrivati finora a Vicenza? Troveranno spazio nella formazione titolare oppure Marino li utilizzerà solo in maniera discontinua in caso di infortuni o squalifiche?
Devo dire che io ero uno di quelli che sperava di non essere ripescato, avevamo una squadra preparata per la Lega Pro, e ritrovarci in serie B sarebbe stato uno sfacelo, invece devo dire che sto apprezzando molto i giocatori, ci stanno mettendo tanta voglia e passione, si impegnano e vogliono fare bene, spero di raggiungere la salvezza il prima possibile in modo da cercare di costruire qualche cosa per il futuro, penso però che di futuro questa squadra ne abbia poca, alla fine dell’anno tra prestiti e cessioni rimarremo ancora con quattro gatti (scusate la battuta), tutti quelli che stanno dando l’anima adesso, lo fanno per ricavarsi in futuro un ingaggio da qualche altra parte. Purtroppo sono troppi anni che alla fine della stagione si deve ricostruire la quadra per cercare di salvarsi, pensa solo se malauguratamente riusciamo ad arrivare ai playoff, e per un colpo di coda li vincessimo…

Volete mandare un saluto al mister e alla squadra?
Lorenzo: Andate avanti così, lottare sempre, per onorare i colori che indossate.
Walter: La strada è quella giusta, continuate così, di belle soddisfazioni ce ne stiamo togliendo parecchie.

Grazie Walter e grazie Lorenzo della chiacchierata. Vi aspettiamo entrambi al Romeo Menti di Vicenza, che magari non sarà il Meazza, ma che in fatto di bel calcio ha un sacco di storie da raccontare.

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