In queste ore non si fa altro che parlare del ripescaggio in serie B che darà modo ad una squadra di Lega Pro di salire di categoria senza aver guadagnato la promozione sul campo. Poiché il Vicenza è tra le maggiori indiziate al ripescaggio i tifosi biancorossi hanno iniziato a domandarsi se fosse lecito, corretto e sportivo sperare nel passaggio in cadetteria. Di seguito quindi pubblichiamo le prime due lettere ricevute da Nicola (contrario) e Daniele (favorevole) le cui posizioni non possono essere più lontane. Vi ricordiamo che potete scriverci a redazione@biancorossi.net inviandoci le vostre opinioni, i vostri consigli e le vostre domande. La redazione si riserverà il diritto di non pubblicare o censurare testi e parole non ritenuti idonei. 

Gentile Redazione e tifosi del Vicenza,
sarò un tifoso stravagante, ma non auspico l’ammissione nella serie cadetta.
Non entro nel merito della probabile figuraccia che faremmo in caso di partecipazione al prossimo campionato di serie B.
Il fatto è che nello sport il campo decide chi è promosso, chi retrocede, chi si qualifica per le coppe, insomma chi vince e chi perde; e in caso del fallimento di una società sportiva, si dovrebbe scegliere la migliore retrocessa o la migliore non promossa della serie inferiore.
Ma il particolare criterio adottato in questa occasione dal Consiglio Federale è nella sostanza antisportivo.
E’ un vecchio cavallo di battaglia dei presidenti di Milan e Napoli il criterio del “bacino d’utenza” o del “blasone”, nel loro caso allo scopo di formare un campionato delle “grandi” che si spartiscano comodamente il bottino dei diritti televisivi.
Nel caso in questione, il criterio è simile: visto che il calcio è un affare, è nell’interesse della Lega e di Sky la presenza nelle serie maggiori delle squadre con più pubblico.
Bene, voglio far presente a chi come me tifa Vicenza che il Lanerossi è, nella storia del calcio italiano, la “pietra dello scandalo” per chi ha in mente un calcio di questo tipo: trent’anni di serie A, a sgomitare con le “grandi”, frutto di competenza, orgoglio, passione.
Per questo ritengo che il Vicenza Calcio, memore della sua storia, dovrebbe rifiutarsi in modo palese ed esemplare di richiedere l’ammissione al campionato di serie B.
Credo che se si toglie a Davide la possibilità di sfidare Golia, il calcio sia morto; la sfida sul campo è ciò che distingue lo sport dallo “spettacolo”.
Se cercate lo spettacolo, attendete pure che in città passi il prossimo circo; io attendo che la Provinciale torni Nobile.

Nicola Rossi

Gentile redazione di Biancorossi.net,
questa mail è per esprimere la mia piena approvazione della strada del ripescaggio.
Mi rendo conto che è il modo più squallido per tornare in Serie B, ma la realtà dei fatti dice che è l’unico. Vicenza Calcio S.p.A. ha il dovere di impegnarsi con tutte le forze per ottenere il ripescaggio.
Cito un mio caro amico che ha commentato la cosa dicendo “Questa squadra però in Serie B fa 10 punti”. E ha ragione. Se esiste la volontà di vendere, questa è la grande occasione: tornare in Serie B, cambiare proprietà e mantenere la B, confidando nella proroga della finestra di calciomercato già concessaci in passato.
Sappiamo tutti che per attendere una promozione sul campo servirebbero anni, abbiamo già visto che squadra sta iniziando il campionato. Ma credo sia possibile farcela: non tentare (e il Vicenza tenterà, intendo crederci con ogni forza) sarebbe l’ultimo grave errore della società, con un Vicenza che si trova davanti all’ultima delle troppe “botte di fortuna” arrivate in questi anni.

P.S. La concorrenza non è così spaventosa: la Juve Stabia ha appena 4 stagioni in B come apice e 2.000 spettatori medi; il Pisa ha 7 stagioni in A e una media spettatori di 4.000… non serve che riporti i numeri del Vicenza.

Daniele da Brendola