Metti che un gruppo di “facinorosi” (quanto è detestabile questa parola…) decida di esternare la tua stessa amarezza in modo più opinabile ed eclatante, forzando un varco ed entrando a bordo campo.
Metti che tuo figlio, di fronte al parapiglia del momento e a qualche spintone si spaventi e ti chieda di tornare a casa. Metti pure che tu sia un padre che tende ad ascoltare e assecondare l’erede, e decida di uscire dallo stadio fra le sue lacrime e le tue paure che gli resti un brutto ricordo di quello che gli hai sempre presentato come il gioco più bello del mondo, giocato da giocatori con le maglie biancorosse, le più belle del mondo. Beh, ti sei fregato da solo, bello!

Sì, perché l’opinione di un organo pomposamente denominato Osservatorio Nazionale per le manifestazioni sportive è che tra te e chi ha aperto quel cancello non c’è differenza, siete entrambi ugualmente indegni di entrare allo stadio per la prossima partita, quella che deciderà la stagione.
Tranquillo, però, nel caso si vinca puoi tornare a goderti lo spettacolo ai playout. Sempre che tu riesca a spiegare al pargolo la situazione senza che lui ti prenda per deficiente.
E poi puoi consolarti, c’è chi sta pure peggio di te.
Te lo ricordi quel disabile lieve, quello assunto vicino a casa tua con la 104? Quello che da 5 anni è abbonato in curva. Quello che solo a parlargli di Semioli comincia a tremare per l’emozione. Sì, a casa anche lui, indegno.
Indegno il pensionato che ogni maledetto sabato ti fa una testa così con Campana, Zoppelletto e Sormani. Indegni molti altri, non li citiamo tutti per non venire a noia.

Queste persone lascerete a casa, signori dell’Osservatorio. Nel completo rispetto della Legge, nell’assoluta negazione di ogni forma di buon senso, che nella vostra decisione annega e muore.

Resta solo da capire a cosa servono biglietti nominali, tornelli, telecamere, steward e quant’altro, quando le afflizioni poi vengono date un tanto al chilo. Qualcuno un giorno avrà la bontà di spiegarcelo?