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Gallovich: “Nulla da rimproverarmi, ora priorità al Vicenza”

Da 19 Agosto 2013 - 16:54Non Ci Sono Commenti5 min leggere

“Ho letto le parole del sig. Mbock – ha esordito il dottor Gallovich – e sono sorpreso, ma assolutamente sereno. Ritengo di non avere nulla da rimproverarmi nella consulenza prestata durante la trattativa per l’acquisto del Vicenza da parte della cordata svizzero-kossovara”.

L’accusa che le viene mossa è che lei avrebbe progettato e garantito una soluzione rivelatasi poi contraria alla legislazione italiana.

“Ecco, questo è il punto che da un lato mi ha sorpreso di più, dall’altro è palesemente privo di verità. La sorpresa c’è quando si parla di “mia” soluzione, pronunciando una evidente inesattezza. Fu il signor Mbock stesso, in occasione del primo incontro a cui partecipai anche io, a indirizzare l’acquisizione del club verso la formula della cessione d’azienda. Allora io arrivai a Vicenza con la conoscenza solo telefonica di Mbock, che mi aveva manifestato la generica intenzione da parte del suo gruppo di acquistare la società. Solo nel corso di quell’incontro emerse l’intenzione della cordata svizzero-kossovara di non rilevare quote societarie, ma di partire con una nuova azienda, priva di debiti”.

Atteggiamento comprensibile…

“Certamente, chi compra cerca sempre di portare a casa il buono che c’è in un bene, lasciando da parte il cattivo. Tenendo presente che botte piena e moglie ubriaca non si possono avere, qualche smussatura è necessaria da ambo le parti. Ad ogni modo, da consulente feci presente che il titolo sportivo è incedibile, per intenderci non può passare da un’azienda ad un’altra. Perciò l’unica soluzione a norma con le disposizioni della Figc e compatibile con le esigenze della cordata acquirente era quella della scissione o della cessione di ramo d’azienda, con la creazione appunto delle cosiddette bad e good company. Con l’occasione feci anche presente il lungo iter e i rischi di bocciatura del progetto da parte degli organi preposti, vale a dire presidente della Figc e Covisoc”.

E a quel punto come si decise di procedere?

“Secondo la soluzione richiesta da Mbock e soci. Il mio lavoro di consulenza è paragonabile a quello di un sarto, taglio abiti su misura del cliente. Il cliente, non io, aveva deciso di acquisire il Vicenza creando una nuova società, a me spettava solo il compito di indicare la via”.

Secondo Mbock lei aveva tagliato un abito garantendo che fosse a norma di legge, salvo scoprire che non lo era.

“Questa è la parte delle dichiarazioni di Mbock che è totalmente priva di verità. Per chiarire bene la questione la rimando all’articolo 20 delle Noif (link: Noif – articoli 14-23, ndr) le norme di organizzazione interna della Figc. Io ho indicato l’unica soluzione, e sottolineo l’unica a norma di regolamento, che sposasse le esigenze della cordata svizzero-kossovara. Che quanto affermato sia stonato, peraltro, lo si evince dalle stesse parole di Mbock, che conclude le esternazioni che avete raccolto dicendo che da parte sua e del suo gruppo c’è tuttora la volontà di chiudere l’affare, secondo il progetto già discusso. L’incongruenza è evidente: da un lato la soluzione da me prospettata sarebbe priva di legalità, dall’altra si procede in quella direzione anche senza Gallovich”.

Che è stato liquidato…

“Anche qui c’è una precisazione che sento di fare, assolutamente senza spirito polemico. L’ultima telefonata con il signor Mbock risale a metà luglio, giorno più giorno meno. Fu un colloquio dai toni accesi, che si concluse con il preannuncio, da parte mia, della rinuncia a dar seguito alla consulenza. Cosa che feci, via mail, qualche giorno più tardi, informando lo stesso Mbock, il commercialista di fiducia del gruppo svizzero-kossovaro Antinori e, per correttezza, il presidente biancorosso Cunico. Per contro, e sfido il signor Mbock a dimostrare il contrario, non ho mai ricevuto comunicazioni, verbali o scritte che fossero, che mi congedavano dall’incarico. Dunque, chi ha scaricato chi?”.

Amareggiato dalla possibilità di una denuncia?

“Ho conosciuto per poco tempo mio padre, sono purtroppo rimasto presto orfano, ma mi ha lasciato in eredità un proverbio importante: “Male non fare, paura non avere”. Se il signor Mbock ritiene che io lo abbia in qualche modo danneggiato, proceda come ritiene più opportuno, da parte mia sono assolutamente sereno. E soprattutto, ora come ora, impegnato al massimo per il bene del Vicenza”.

Adesso che è consulente per la vendita del club biancorosso, vede qualche spiraglio che possa portare ad un passaggio di consegne in via Schio?

“La strada da percorrere non è semplice, il mondo del calcio, come molti altri settori, è attraversato da una crisi senza precedenti. Pensare al magnate di turno, in questo periodo, è utopia. Credo che la soluzione per l’acquisto del club biancorosso passi necessariamente attraverso la creazione di una cordata di imprenditori, disposti ad unire le forze e condividere i rischi”.

Esiste già qualche possibilità all’orizzonte?

“Di questo non posso e non voglio parlare. Ma vorrei portare all’attenzione di tutti una notiziola all’apparenza secondaria, ma a parer mio emblematica. In una speciale classifica di luglio, dedicata ai brand legati ai club calcistici, il Guerrin Sportivo assegnava l’ottavo posto alla R del Lanerossi Vicenza. Chi si avvicina a questa società si avvicina alla storia, non ce lo si può dimenticare. I miei sforzi, uniti a quelli dell’attuale proprietà che, posso assicurarlo, ha manifestato ampia volontà di trovare una soluzione di vendita, sono mirati a trovare un gruppo di imprenditori che si renda conto del patrimonio di tradizione e seguito garantito dal club berico. Non sarà facile, ma è d’obbligo provarci”.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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