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Incontriamo oggi uno dei personaggi più carismatici del tifo lontano, l’impareggiabile Viller Spallanzani di San Polo D’Enza, in provincia di Reggio Emilia.

San Polo d’Enza è un paese di 6.000 abitanti situato nella pianura reggiana, che rappresenta un importante punto di comunicazione tra la provincia di Reggio Emilia e quella di Parma e tra pianura e Appennino. Il suo nome deriva in parte da San Polo, santo al quale in tempo immemore venne qui dedicata una cappella e in parte all’Enza, il fiume che ne lambisce i confini. Questo territorio fu abitato sin da tempi antichissimi, come testimoniato dall’importante insediamento etrusco di Servirola e si suppone che il paese fosse stato da loro fondato verso il V secolo a.C..

Buongiorno Viller, prima di tutto una curiosità tipicamente femminile: il tuo nome è quantomeno un po’ insolito…

Rispondo volentieri alla tua domanda, sai quando sono nato io, nella zona di Reggio Emilia erano molto usati nomi come Viller, Imer, Vilder, Volmer, William, ma non so dirti il perché. Andavano di moda, a quell’epoca. Mia madre è stata convinta da una sua cugina… “Chiamalo Viller” le ha detto, “questo si che è un bel nome!” E così è stato!

Parliamo di te e del Lanerossi Vicenza: un amore sbocciato in che occasione?

Mah… non lo so esattamente. Ricordo che mio padre stava costruendo la casa nuova e i muratori facevano la pausa pranzo mangiando un panino sul posto e leggendo un quotidiano sportivo, Stadio. Nel pomeriggio, dopo la scuola, io mi accaparravo i giornali del giorno prima e curiosavo tra gli articoli che parlavano di calcio. Mi sono innamorato subito del Vicenza di Alessandro Vitali e di Franco Gallina, ricordo che quell’anno ci salvammo miracolosamente all’ultima giornata proprio con i loro goal. Un articolo mi è rimasto particolarmente impresso, proprio quell’anno: “Il Vicenza si brucia … ma tiene”, riferendosi a una partita con il Torino dove debuttò il ventenne Fasoli al posto di Gigi Menti. Ecco, dal campionato successivo non c’è stata una volta che io abbia saltato l’ascolto della partita alla radio o almeno un controllo al televideo. Ricordo tutte le partite, il risultato, i marcatori… ho tutto stampato nella testa! Avevo l’abitudine di raccogliere tutti gli articoli che parlavano dei biancorossi e di incollarli in un quadernone, per andarmeli poi a rileggere. Con le figurine ho costruito un piccolo almanacco dei giocatori del Vicenza. Insomma, sono cresciuto con il Vicenza in testa e così sono rimasto, con buona pace di mia moglie che spesso mi parla a vuoto mentre io penso alla partita o alla formazione che scenderà in campo.

Stai raccontando episodi di un calcio che ormai non c’è più. Dimmi, ha ancora un senso una passione così grande proprio ora che il football è legato solo a valori economici, quando sembra che l’amore dei tifosi non conti più nulla? Cos’è che ti spinge a seguire ancora questa squadra precipitata in Lega Pro?

Bella domanda, vediamo da dove posso cominciare. Allora, quand’ero piccolo, come tutti i bambini, ci si ritrovava nello spiazzo dietro alla chiesa del paese per giocare al calcio. Sai com’è, tutti gli amichetti tifavano per gli squadroni, io invece tenevo al Vicenza. E siccome giocavo portiere, i miei idoli non potevano che essere Luison, Pianta, Bardin. La maglia nera con la R, ecco che cosa mi sostiene sempre, nella buona e nella cattiva sorte. L’amore per quel simbolo a me così caro e prezioso non mi lascerà mai, qualunque cosa dovesse accadere!

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Mai fatta una pazzia per il Vicenza?

Un paio sì, devo ammetterlo. La più grossa follia… un giorno di dicembre del 1995. Era l’antivigilia di Natale. Per me, con un negozio di elettrodomestici, quelli sono i giorni in cui ti fai tutta la stagione. A un certo mi ha preso il raptus, ho mollato tutto e sono andato a vedere Parma – Vicenza. Mia moglie mi ha guardato male, ma cosa si deve fare quando ti parte l’embolo? Il regalo di Natale me lo ha fatto Roby Bum Bum Murgita con un bellissimo goal di testa su cross di Maurizio Rossi. Una gran bella soddisfazione quella volta, vittoria sudata ma bellissima!

Immagino che in paese ti conoscano un po’ tutti. Cosa dicono della tua fede vicentina?

Ma cosa vuoi che dicano… pensano che non sono uno normale! Tutte le mattine al bar si parla sempre e comunque del Vicenza, infatti io riesco a girare i discorsi sui miei biancorossi anche se si parla di politica, del tempo o di viaggi. Pensa che ai tempi della serie C andavo tutte le domeniche pomeriggio nell’unico posto dove si riusciva a ricevere la diretta dell’emittente radiofonica di Vicenza… uno spiazzo un po’ isolato a circa 30 km dal mio paese. E tu vuoi che non mi considerino un matto?

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Parliamo un attimo del tuo lavoro, con una domanda che faccio a tutti i tifosi intervistati: ti sentiresti di suggerirlo ai giovani in cerca di occupazione?

Ho un negozio di elettrodomestici, ma faccio anche riparazione e assistenza. Il mio settore è in crisi totale, oggi non si ripara più nulla, si butta via tutto e si compra nuovo. Ho dovuto seguire i tempi, continuare ad aggiornarmi e imparare tecnologie all’avanguardia, ma purtroppo è un lavoro che non è assolutamente retribuito. No, non lo consiglio a nessuno… troppi sacrifici e troppo pochi guadagni!

Ti regalo una bacchetta magica… puoi far scendere in campo la tua formazione ideale con i biancorossi che hai amato di più.

Mamma mia, bella domanda! Allora, in porta ci metto il mio idolo Adriano Bardin. Terzino destro scelgo un Prestanti, che poteva giocare anche in quella posizione. Terzino sinistro Pasciullo, non abbiamo mai più avuto un altro come lui. Numero quattro non si discute… Mimmo Di Carlo. Stopper Sergio Carantini, una sicurezza assoluta. Libero… mi dispiace per il nostro Mister, ma devo scegliere per forza Beppe Mascheroni. All’ala destra con il numero sette ci metto il grande Gigi Menti. Il numero otto è per Piermario Morosini e per lui solo. Il numero nove lo devo dedicare a quello che mi ha trasmesso la passione per il Vicenza e cioè Alessandro Vitali. Il numero dieci a capitan Faloppa e il numero undici a quel grandissimo campione che risponde al nome di Toto Rondon.

So che fai parte del gruppo di tifosi più attivo in Italia… “QUEI DA FORA”. So anche che avete inaugurato il vostro piccolo striscione durante la trasferta a Carrara. Vuoi mandare un saluto ai tifosi vicentini e a tutti quelli che seguono il Vicenza da ogni angolo d’Italia e dall’estero?

Come no! Sempre e solo Forza Lane amici miei, questo è il mio saluto!

Grazie Viller per il tempo che ci hai dedicato e per la bella chiacchierata!

Grazie a tutta la redazione di Biancorossi.net e a te Anna, perché vi ricordate sempre di noi. Grazie davvero!

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