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Per l’intervista di questa settimana con il tifoso lontano ci spostiamo all’estero per incontrare Gino Rakas, che vive a Mansfield, Texas, negli Stati Uniti d’America.

Ciao Gino! Attraversiamo l’oceano per fare due chiacchiere con te, primo tifoso “Yankee” di questa rubrica. Innanzitutto raccontaci qualcosa del paese dove vivi, non abbiamo trovato molto su Mansfield, una cittadina di circa 50.000 abitanti che si è molto sviluppata negli ultimi cento anni. Se non sbaglio i primi coloni irlandesi arrivati dall’Europa strapparono le terre ai nativi americani di quell’area per sviluppare l’industria del legname – che consentiva di far viaggiare i treni a vapore – e quella della macinazione dei cereali. Dopo quasi due secoli cos’è rimasto ancora di questo tessuto sociale ed economico?

Mansfield dopo essere stata la patria del cetriolo, ora fa pare del complesso economico di Dallas e Fort Worth, due città poste praticamente a metà strada dalla costa est e ovest degli Stati Uniti con eccellente accesso aeroportuale con due aeroporti. Il clima caldo, i bassi prezzi delle case, le tasse ridotte per le ditte e le fabbriche che lavorano sul territorio texano fanno di questa area una zona ad altissimo sviluppo industriale.

Possiamo chiederti di parlarci di te e del tuo lavoro? Ci sono ancora possibilità di trovare un’occupazione per un giovane italiano che vuole tentare la fortuna in quella parte d’America?

Mio padre era militare alla SETAF, mia mamma è italiana, ho praticamente passato tutta la mia vita a Vicenza ma sono sempre stato affascinato dalla possibilità di viaggiare e vivere in posti diversi. Ho vissuto in Inghilterra, Germania, per sei mesi in Qatar ed ora qui in Texas. Il mio lavoro mi porta a viaggiare spesso e scoprire altre parti degli Stati Uniti. Dopo avere lavorato nelle grandi pianure americane, ora copro la zona ovest: dal Texas alle Hawaii, dall’Arizona all’Alaska. Posti bellissimi. Per i giovani che vogliono tentare l’avventura lavorativa in America, occorre la conoscenza della lingua inglese, una laurea (specie in informatica) e ci sono delle ottime possibilità di lavoro ma ci sono gli iter burocratici da seguire per i visti. Mai lasciarsi scoraggiare!

Adesso la domanda più importante: come mai tifi Vicenza?

Come ti ho menzionato prima, ho vissuto a Vicenza tutta la vita e ho sempre amato il calcio. Mi sono avvicinato al Vicenza dopo aver conosciuto i “vecchi” Vigilantes visto che ci spartivamo parte del territorio dove suonavo con un gruppo di amici in zona Araceli/Rossi. Ho conosciuto Pancho, Moreno, Cinzia e tutti gli altri con i quali sono ancora in contatto via Skype. Con loro abbiamo passato le avventure in trasferta e abbiamo condiviso goie e dolori grazie al nostro amato Lane.

Hai seguito la campagna acquisti di gennaio? Cosa ne pensi?

Si, ho seguito un po’ delle vicende di mercato e mi sono stupito della grande attività della società a dispetto dei proclami del budget limitato. Non conosco molto i giocatori aquistati ma spero siano degni di portare la maglia e onorare i colori biancorossi. 

Negli ultimi anni In Italia si è registrato un importante calo di spettatori, registrato peraltro in tutte le categorie, dalla serie A alle categorie minori. L’avvento delle pay-tv e l’introduzione della tessera del tifoso sembrano aver scoraggiato i tifosi nel seguire le trasferte. In America invece, gli spettatori che seguono baseball e football americano, nonostante la crisi economica, non sembrano diminuire.

Personalmente sono grato alle pay-tv perché senza di esse non potrei vedere le partite, anche se ora RAI International trasmette solo le partite di serie A. Gli americani hanno un grande spirito di competitività e sono grandi amanti dello sport in generale. Ci sono tantissime versioni di pay-tv anche qui, ma le partite sono e fanno parte dello spettacolo… fuochi d’artificio, il coinvolgimento del pubblico, i mega schermi con i replay delle azioni, costruiscono un’atmosfera speciale. Ogni stadio, oltre il negozio che vende abbigliamento o gadget della squadra, ha una serie di bar ristoranti forniti con ogni genere di cibo per ogni tasca. Diciamo che è un po’ una “sagra”. Innestare un paio di queste opzioni potrebbe dare uno stimolo. Non mi esprimo sulla tessera del tifoso perché non ho nessuna cosa buona da dire.

Regalo anche a te la bacchetta magica per far scendere in campo la tua formazione ideale.

Un 3-4-3. Bardin, Sartor, Mascheroni, Mendez, Cinesinho, Di Carlo, Faloppa, Filippi, Otero, Murgita, Rossi.

Vuoi lanciare un saluto d’oltreoceano al mister, ai giocatori e ai tifosi?

Lopez è un’icona del Vicenza ed è un piacere vedere che sta costruendo gioco, ha una mentalità vincente e punta in alto. Ci vuole questo tipo di entusiasmo per arrivare al successo. Ai giocatori direi solo di ripassarsi la storia della squadra per capire dove sono arrivati. Devono amare i colori biancorossi. Ai tifosi devo solo dire che sono fantastici. Sono riusciti a stare vicino alla squadra anche nei momenti più bui. Spero di venire in Italia per dare in mio piccolo contributo vocale in caso di playoff o solo per festeggiare la promozione diretta. Per ora, solo e sempre forza Lane!

Grazie Gino di questa bella chiacchierata, speriamo allora di vederti presto in curva sud… incrociamo le dita! Forza Lane!

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