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Ovunque biancorossi: Filippo da Casape

Da 10 Dicembre 2014 - 12:37Non Ci Sono Commenti6 min leggere

Per l’intervista di questa settimana andiamo a conoscere Filippo Lanciani, un tifoso lontano che vive nel Lazio, più precisamente a Casape, un piccolo e caratteristico borgo di origine medievale situato sul versante occidentale dei Monti Prenestini e che dista circa 50 km dalla capitale.

Buongiorno Filippo, so che sei un grandissimo esperto di tennis e anche un buon giocatore. Ci racconti qualcosa di più di questa tua passione?
La mia passione per il tennis nasce per caso con un mio cugino di Roma, di quattro anni più grande di me, che diventerà il mio primo maestro. Lui mi ha avviato al tennis. Piccolo aneddoto da bambino ero mancino e ambidestro, poi crescendo ho cominciato a usare la mano destra.

So che anche dalle tue parti c’è una nutrita rappresentanza biancorossa. Riuscite a tenere i contatti tra voi tifosi foresti della capitale e del Lazio, vi trovate per le trasferte raggiungibili dalle vostre parti?
Proprio in contatto direi di no, almeno io con loro, ho qualche amico su Facebook e so che Fabrizio Fiori ha un club biancorosso nella capitale. Ma l’anno scorso siamo riusciti a ritrovarci quasi tutti a una cena in zona Portuense.

Qual è il giocatore che a tuo avviso ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del tennis mondiale e quale invece il tuo preferito?
Mah… di tennisti che hanno lasciato più o meno impronte indelebili ce n’è più d’uno: mi vengono in mente Rod Laver, ultimo ad aver vinto le quattro prove dello Slam nello stesso anno solare, Jimmy Connors che ha vinto più tornei di tutti (109), Bjorn Borg, l’orso svedese che vinse cinque Wimbledon consecutivi, Pete Sampras vincitore di sette Wimbledon e ora c’è soprattutto Roger Federer di cui oggi ho un’ammirazione sconfinata, e che considero il trait d’union tra il tennis che fu e quello moderno. Il mio preferito invece è stato Pat Cash, un giocatore australiano.

Si potrebbero fare dei confronti fra uno sport individuale come il tennis e uno sport di squadra come il calcio per quello che riguarda il comportamento del pubblico che assiste alle partite. Serio, corretto e quasi compassato uno, quanto caloroso, vivace e qualche volta intemperante l’altro. Eppure non si può negare che anche il tennis avvince, appassiona, entusiasma. Perché questa differenza filosofica, secondo te?
Allora partiamo per gradi: il tennis è soprattutto sport individuale, c’è qualche eccezione tipo la Coppa Davis, Federation Cup, Hopman Cup. Puoi assistere in religioso silenzio se sei a Wimbledon, dove ci sono delle regole che vanno avanti da oltre un secolo, ma già se sconfini da lì puoi trovare tifosi occasionali prestati al tennis proprio dal calcio. Magari queste rimostranze le trovi di più in incontri di Davis. Qualche cosa al Foro Italico è successa anche ai tempi di Adriano Panatta…

Passiamo al calcio di casa nostra. Un romano che tifa Vicenza… con due grandi squadre come Roma e Lazio a portata di mano. Perché?
Perchè quando vai all’Olimpico da adolescente per vedere una di quelle squadre sopra citate e invece rimani colpito da quelle maglie a righe biancorosse e, soprattutto, dai giocatori che le indossano, capisci che hai trovato la Tua squadra del cuore.

Nel Vicenza hanno militato parecchi grandi giocatori biancorossi della tua regione. Tanto per citare i più conosciuti, Stenti, Tiberi, Sulfaro, Di Bartolomei, D’Aversa, Sandreani, Artistico, Lopez, Di Carlo, Firmani, Iannuzzi, Zauli, Luiso, Tulli. Quale di questi ti è rimasto stampato nel cuore e perché?
Non me ne vogliano gli altri, ma credo Di Bartolomei! Giocò poco col Lane, ma la sua storia con la sua fine è davvero troppo triste.

So che il tuo undici preferito è stata quella “operaia” guidata da mister Giorgi, la squadra che faceva segnare tutti pur avendo davanti un grande goleador come Toto Rondon. Era davvero uno spettacolo vederli giocare…
Mah… era come una filastrocca. Quel “Mattiazzo, Bertozzi, Pasciullo…”, rivedere dentro quella squadra Campioni che appartennero al mitico Real Vicenza tipo Cerilli e Filippi, una squadra alla quale (e lo dico davvero convinto!) fecero forse uno dei più grandi torti mai avvenuti nella storia del calcio, quello cioè di togliere una sacrosanta promozione in A.

Con la bella prestazione in casa dell’Avellino, è arrivata la prima vittoria esterna, che ci ha portato tre punti preziosissimi per la classifica replicati poi a Varese e con il successo interno contro il Brescia. A questo punto, dopo la sosta di gennaio, che scenari potrebbero aprirsi con il rientro degli infortunati? Hai qualche suggerimento per la campagna acquisti?
Nonostante la società, devo dire che come squadra tutto sommato, vedendo gli uomini che prima mister Lopez, ora mister Marino schiera, è da lato sinistro della classifica. Peccato per gli infortuni che si sono susseguiti, specialmente quelli di Maritato e Ragusa, che potevano essere il fiore all’occhiello di questo team, ma comunque ho visto che molte squadre oggi subiscono troppi infortuni. Boh… io vedendo ciò che (non) accadeva prima la butto lì: fossero le preparazioni troppo affrettate per via delle televisioni e del business?

Anche a te lascio l’ardua impresa di stilare la miglior formazione biancorossa di tutti i tempi.
Qui sono davvero in difficoltà, ma ci provo lo stesso: 1) Sentimenti IV (doveroso!), 2) Lelj, 3) Marangon, 4)Montani, 5)Savoini, 6)Carrera, 7)Filippi, 8)Di Bartolomei, 9)Rossi, 10)Baggio, 11)Vinicio. Mi perdonino gli altri che lascio fuori… magari è troppo sbilanciata, ma a questa domanda è davvero difficile rispondere.

Si avvicina il Natale. A chi vuoi mandare gli auguri?
I miei auguri di un felice Natale vanno prima di tutto alle persone che lo passeranno in case di cura, ospedali e quant’altro, poi, tornando al nostro argomento, ai meravigliosi tifosi che seguono tutte le domeniche il Lanerossi (siete UNICI!) e anche a biancorossi.net che ci tiene sempre informati, alla squadra e all’allenatore!

Grazie Filippo della tua disponibilità. Ricambiamo gli auguri e aspettiamo anche te al Menti per rivedere dal vivo le mitiche maglie che ti hanno fatto innamorare. 

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