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Da quel maledetto pomeriggio sono trascorsi tre anni, ma per chi lo conosceva bene quel che è accaduto a Piermario è inciso nella mente in maniera indelebile, come fosse ieri; un ricordo che fa male, il tempo passa e ripensarci provoca dolore perché una risposta al perché è andata così, non la si trova, forse perché non c’è. Piermario era una persona bella, umile, era un ragazzo onesto, pulito, uno che nonostante la vita lo avesse costretto a sopportare lutti durissimi, sorrideva sempre. Ai primi approcci ti ingannava e chi non sapeva quanto la sua vita lo avesse costretto a soffrire, era portato a pensare che fosse un ragazzo fortunato, uno che aveva una carriera importante davanti, successo ed una esistenza felice. Ma non era così, imparando a conoscerlo e guardandolo con attenzione a volte si riusciva a cogliere nel suo sorriso un velo di tristezza; ma, anche se qualcuno gli chiedeva qualcosa, lui della sua vita privata non parlava, perché non voleva che nessuno potesse entrare nei suoi problemi personali. La sua famiglia era fondamentale per lui, la sua preoccupazione più grande era quella di dare tutto l’amore possibile a Maria Carla, sua sorella disabile che necessitava, e necessita tutt’ora, di cure e attenzioni.Tre anni dopo c’è la speranza che la sua morte sia servita almeno per fare in modo che situazioni tragiche come la sua non accadano più, che lo sport tuteli al meglio la salute di tutti gli atleti, ma quello che ci auguriamo è che nella mente e nel cuore di tutti quelli che l’hanno conosciuto resti il grande insegnamento che Piermario ci ha lasciato. Sì, perché in un mondo dove i valori hanno perso di significato, lui ha insegnato ad ognuno di noi ad essere educato, umile, gentile e soprattutto ad essere positivo, proprio lui con cui la vita non era stata proprio generosa. Ma Piermario sapeva gioire di quello che aveva, non si lamentava, non si piangeva addosso e non mollava mai. In quel maledetto pomeriggio di Pescara lo ha dimostrato anche in quei momenti tremendi in cui ha lasciato tutti noi, perché magari la vita l’aveva fatto cadere tante volte, ma lui aveva avuto la forza di rialzarsi sempre. Piermario c’ha provato anche in quegli attimi fatali, ha lottato con una forza incredibile, finché un destino crudele ce l’ha portato via. Ma Piermario resterà nei nostri cuori, perché dimenticarlo è impossibile. Tre anni fa scrivemmo che ci sarebbe mancato tantissimo, ma allora non potevamo sapere che oggi il non poterlo più vedere correre, lottare, sorridere, vivere, ci fa male molto più di quando ci ha lasciato.

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