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Il più bel pezzo scritto dagli Aerosmith si intitola “Dream On” e il testo recita così “sogna, sogna, sogna, sogna finché il tuo sogno diventa realtà”. E chi di noi non ne ha mai inseguito uno …. alzi la mano.
Alle persone più fortunate – quelle che non hanno problemi di salute per capirci – è facile perseguire un obiettivo, ma per chi vive la sua esistenza colpito da un handicap la faccenda si fa decisamente più complicata.

Oggi pomeriggio Alessandro è finalmente riuscito a realizzare il suo sogno, quello di conoscere il suo idolo Stefano Giacomelli e di essere ricevuto in pompa magna da mister Giovanni Colella e dalla squadra al gran completo.
Non si poteva scegliere una cornice migliore per farlo felice. Una clamorosa giornata di sole che sembra estate. L’euforia per la splendida vittoria contro i Leoni del Garda. La gentile disponibilità offertaci dal L.R. Vicenza.
Quella di Capovilla è una struttura accogliente e aperta ai tifosi, senza gli odiosi cancelli sempre sbarrati del Centro di Isola Vicentina, l’inaccessibile Fort Knox targato Finalfa e Vi.Fin. I campi di allenamento si stendono incastonati tra le Prealpi Venete e il parco naturale delle risorgive del Bacchiglione, con un tappeto erboso che sembra quello di Kensington Park. Per questo dobbiamo elogiare pubblicamente i tre addetti alla manutenzione Francesco, Graziano e Lorenzo. Se i nostri giocatori non hanno subito finora gravi infortuni dobbiamo ringraziare non solo i preparatori atletici, ma anche loro.
Alessandro ha 26 anni, è un ragazzo buono e socievole cui la vita ha riservato cose semplici e essenziali. L’amore della sua famiglia, il lavoro nella Cooperativa Sociale che frequenta quotidianamente, gli amici e le tante persone che gli vogliono bene. E naturalmente la grande passione per il Lane e in particolare per Stefano Jack Giacomelli.

Siamo arrivati per tempo al campo di allenamento di Capovilla ed era già chiaro a tutti che per lui sarebbe stato un pomeriggio memorabile, di quelli che poi ne parli per il resto della tua vita. La stessa emozione che si legge anche sul viso del signor Gianfranco e della signora Mariangela, i suoi genitori. Quando hai un figlio speciale come Alessandro desideri solo di vederlo felice e ogni suo sorriso ti ripaga di tutto quello che la sfortuna ingiustamente ti ha tolto.
Ecco arrivare Giovanni Colella, che si siede subito con noi a chiacchierare come un amico qualsiasi. E’ uno che la sa lunga di psicologia il mister, ci fa sentire subito a nostro agio scherzando con una battuta su ogni giocatore che arriva all’allenamento.
Arriva un’auto, poi un’altra, la domanda di Alessandro è sempre quella “E’ arrivato? … E’ lui … è Giacomelli?”. “Ma cosa gli vuoi dire di così importante?” gli chiedo. E lui “Devo dirgli che è tanto bravo e che corre forte. Che mi piacciono i suoi tatuaggi e vorrei farmene uno anch’io ….”
Tutti i ragazzi della squadra si dimostrano oltremodo disponibili, si fermano a salutarlo, a scambiare qualche parola. Matthias Solerio è un ragazzo molto cordiale, si avvicina per un saluto e farci vedere la maschera protettiva che usa dopo l’intervento per la frattura al naso. “Anche lui mi piace, ha tanti tatuaggi come Jack”, mi spiega Alessandro. Poi anche Andrea Razzitti, che sembra un redivivo Kurt Cobain, firma la maglia e scambia due parole con noi. Poi finalmente – e si fa attendere come una vera guest star – arriva il nostro Stefano Giacomelli. Cerco con lo sguardo Alessandro, si vede perfettamente che é in difficoltà a gestire un turbinio di emozioni così forti. Le foto con il suo idolo, l’autografo con dedica sulla maglia numero dieci, quella dei campioni veri … sembra quasi smarrito e non riesce a spiccicare parola. Per lui parlano i suoi occhi umidi e le sue mani contratte.
Mezz’ora di attesa e arriva il gran finale. Una foto in campo con tutta la squadra schierata a semicerchio, lui in mezzo vicino a Jack.
Vedete, può sembrare una cosa banale, ma non lo é. Non lo è per Alessandro, che adesso sa che i sogni si possono avverare. Non lo è per i suoi genitori, che lo hanno visto farsi visto più forte delle sue limitazioni e della sua timidezza. Non lo è nemmeno per i giocatori, è una lezione di vita che viene percepita con attenzione anche da chi sembra avere tutto, perché ci riporta alla parte di noi fatta di fragilità e debolezza.

Viviamo in un tempo che cerca in tutti i modi di allontanare il dolore e la sofferenza, che cerca di anestetizzare la fatica del vivere quotidiano. Le persone colpite da disabilità ci ricordano invece che la vita è fatta anche di lotta, di impegno, di condizioni di difficoltà che non ci siamo scelti ma che vanno comunque affrontate, di grandi sconfitte e di piccole vittorie.
Un vivo ringraziamento per la profonda sensibilità dimostrata va quindi, “in ordine di apparizione” all’allenatore Giovanni Colella, a tutti i giocatori del L.R. Vicenza, al team manager Andrea Basso e a Sara Vivian.

“Agli uomini di cuore, a coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro. A tutti quelli che ancora si commuovono. Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni.”
Miguel de Cervantes

 

foto di gruppo dei biancorossi con Alessandro

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