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Abbiamo tutti  ben impressa nella mente la colossale ingiustizia perpetrata ai danni dei tifosi del Vicenza, ai quali è stata vietata la trasferta a Monza per la semifinale playoff Coppa Italia di serie C. Se si sono potuti bloccare a casa le centinaia di tifosi residenti in città e provincia nulla – nemmeno la tracotanza di certi poteri forti del calcio – è riuscito a fermare i nostri tifosi lontani. Le immagini che sono state trasmesse in diretta nazionale hanno mostrato un gruppo che il commentatore televisivo ha erroneamente indicato come provenienti solo dalla provincia di Mantova. Il gruppo era invece più eterogeneo e composto da tifosi lombardi, trentini e veneti. Ne parliamo con Fabrizio Zaltron, tifoso lontano che vive a Milano. Ciao Fabrizio e benvenuto, vuoi prima di tutto raccontarci qualcosa di te e della tua grande passione per il Vicenza…

Sono  nato a Schio, ho trascorso i primi 10 anni della mia vita a Santorso poi con la famiglia mi sono trasferito a Milano. Qui ho costruito la mia vita, sono sposato con Antonella e babbo di due figli Andrea ed Alessia. La passione per il Lane credo sia nata in modo spontaneo, nonno Luigi seguiva regolarmente le partite alla radio alla domenica e non perdeva occasione per coinvolgermi, raccontandomi storie e aneddoti. Ricordo un Vicenza Napoli del 1972 terminato con il punteggio di 6 a 2 dove segnò anche Fontana centrocampista destro di Marano amico dello zio. Fu una festa in famiglia. Poi l’esordio al Menti, indimenticabile, arrivava la Vecchia Signora, era inverno, lo stadio gremito, credo 30.000 spettatori, finì 1 a 3 per loro. Quel giorno mi guardavo intorno continuamente, rapito dall’ atmosfera del tempio biancorosso. Estasiato. Sventolai per la prima volta la bandiera grazie a Renatelo (un mitico tifoso del paese) che mi passò il drappo. Per me tifare il Vicenza non e’ una cosa di mera passione calcistica, è’ un elemento valoriale che mi trasmette un forte senso di appartenenza. Quella R sulle maglie è qualcosa di magico, unico, che abbiamo solo noi. Quando arrivai a Milano, le prime volte che la mamma mi accompagnava ai giardini a giocare, il pallone di plastica biancorosso era sempre sotto il mio braccio e con fierezza lo mostravo ai nuovi compagni di gioco, e quando mi chiesero per la prima volta in che ruolo volessi giocare senza esitazione risposi:  “in porta, perchè il mio idolo è Bardin ”.

Prima di tutto vorrei dirti un grazie di cuore da parte di tutti i tifosi biancorossi di Vicenza. E’ stato incredibilmente bello essere rappresentati da voi al Brianteo. Siete stati gli occhi, la voce e il cuore di un’intera provincia ingiustamente costretta a seguire la partita davanti a un televisore. Con grande orgoglio vorrei ricordare i numeri della vostra presenza, mi risultano 31 persone. Manca qualcuno o me li puoi confermare così come sono?   

5 da Monza

1 da Milano

1 da Cassina de Pecchi (MI)

1 dalla Svizzera

2 dalla provincia di Trento

4 dalla provincia di Padova

3 da Suzzara (MN)

1 da San Giuliano Milanese

1 da Bresso (MI)

2 da Meda (MI)

1 da Crema (CR)

1 da Bastida Pancarana (PV)

7 dalla provincia di Varese

1 da Carimate (MI)

Te li posso confermare, ma non vorrei dimenticarne qualcuno, ho stretto tante mani,in particolare ho conosciuto e scambiato qualche chiacchiera  con Luca e Massimo, autentici trascinatori.

E’ un numero molto importante per una partita infrasettimanale. Come vi siete organizzati per riuscire a rimanere tutti insieme nello stesso settore pur essendo per la maggior parte residenti in Lombardia?

Personalmente per essere aggiornato sulle vicende del Vicenza leggo i post sui social. Da uno di questi, dopo aver saputo del divieto di trasferta dei tifosi residenti a Vicenza e provincia, è partita l’iniziativa di lanciare un’appello a chi vive fuori provincia di andare a tifare per la squadra in curva a Monza. Non ci siamo organizzati, abbiamo semplicemente messo in atto un tamtam che ha portato a ritrovarci in modo spontaneo allo stadio Brianteo settore ospiti. E cosi dopo tanti anni mi sono ritrovato in curva. La R chiama il tifoso risponde!!!  

So che hai portato anche tua figlia e ho visto anche un paio di bimbi. Un vero e proprio passaggio del testimone biancorosso alle nuove generazioni. Una storia che continua insomma ….

Si, questa è stato l’aspetto della serata che mi ha colpito di più, uno dei  due bimbi era avvolto in una coperta con in testa un berretto biancorosso, l’altro era triste perchè gli avevano tolto lo striscione all’ingresso, io mi son fatto accompagnare da mia figlia Alessia, la quale è venuta di buon grado ed ha iniziato a capire cosa vuol dire essere tifosi del Vicenza e far parte del mondo magico della R. Ho voluto fare lo stesso gesto che fece mio nonno con me, ho chiesto la bandiera al tifoso di Suzzara e le ho detto di sventolarla … Capitan Lopez veleggiava nell’aria intrepido!!!  

Dai … raccontaci la vostra partita così come l’avete vissuta voi, consapevoli di rappresentare davanti agli occhi di tutta l’Italia una bandiera e una città …  A questo proposito allego all’intervista – oltre alle tue belle foto – anche quella che ho scattato io al televisore mentre vi riprendevano in telecronaca diretta nazionale. E questo perché vorrei che restasse traccia anche nelle mie interviste di questa colossale ingiustizia!

Innanzitutto l’ingresso in curva per me e’ stato un momento particolare, è difficile da spiegare, ma ogni volta che rivedo il Lanerossi sono assalito da un’emozione molto particolare. Sentivamo di avere una  grande responsabilità nel rispetto della storia della Nostra squadra e di tutti Voi. Siamo partiti con i cori e nell’agitare le sciarpe. Così dall’inizio alla fine …. Sfiorando il sogno a pochi minuti dalla fine con l’incornata credo di Arma e salvataggio sulla linea del difensore avversario. Esperienza in curva che mi ha fatto rivivere bei momenti passati.  

Un finale molto emozionante …. I giocatori a fine partita sono venuti sotto la vostra curva a farvi dono delle maglie …

Si, al fischio finale dell’arbitro mentre gli avversari si lasciavano andare a festeggiamenti piuttosto discutibili, sotto la curva i raccattapalle hanno iniziato a deriderci ed io non ho perso tempo a richiamarli all’ordine civico, poi sono arrivati loro, i nostri beniamini, guidati da Jack, una volta sotto la curva ci hanno omaggiato delle loro maglie, e qui i bambini e mia figlia ne sono usciti felici, perchè portare a casa la maglia della tua squadra non ha prezzo.  

E’ brutto parlare sempre del passato e poco del presente, ma in questi giorni la mente torna inevitabilmente a quel 2 aprile di ventun anni fa, quando si giocò Vicenza vs Chelsea …..

Credo che poter raccontare qualcosa di bello accaduto nel passato sia sempre bello, una volta incontrai mister Guidolin a Milano mentre era in trasferta con l’Udinese e gli chiesi un autografo sulla copertina della video cassetta della cavalcata di coppa Italia 1996/97 e mi disse “ se viviamo di forte nostalgia vuol dire che abbiamo fatto una grande impresa”. Sicuramente l’apice europeo lo raggiungemmo con la semifinale di Coppa delle Coppe con gli inglesi, ma personalmente il momento indimenticabile per me rimane il 29 maggio 1997 con la vittoria in finale con il Napoli al Menti … quasi un film … piansi e provai un qualcosa che ancora oggi mi commuove solo al pensiero … tornai a Milano in piena notte e con sciarpa e bandiera andai a far colazione in Galleria Vittorio Emanuele. Eravamo diventati di nuovo il Real Vicenza!  

Il nostro Vicenza è molto cambiato da allora. Il Vicenza era di proprietà inglese e si ipotizzava  una possibile quotazione in borsa. Il parco giocatori era di assoluta eccellenza. La società aveva in gestione lo Stadio Menti e si era dotato un prestigioso centro di allenamento.  Tredici anni di gestione Finalfa hanno dissanguato le casse societarie e fatto scempio di ogni bene di proprietà. Non parliamo dei risultati sportivi con tre retrocessioni. L’inevitabile fallimento dell’anno scorso targato Vi.Fin è arrivato come una vera liberazione per i tifosi ma anche come un insopportabile insulto alla storia …  

Questo è il passato più recente che vorrei dimenticare, cancellare per sempre. Per me come tifoso lontano è stata una lunga frustrazione, senza fine. In silenzio ho assistito ad uno scempio vergognoso, ad uno stillicidio dentro e fuori dal campo senza eguali. La storia della nostra gloriosa squadra calpestata, derisa e data in pasto a dubbi soggetti. E pensare che tutto era iniziato con un storico passaggio ad una proprietà estera, primo caso in Italia, propedeutico a quello che avremmo visto successivamente … vedi Inter Milan Roma per arrivare al recentissimo caso di cessione del Como ad un personaggio facoltoso indonesiano .. eppure il dopo fu semplicemente catastrofico.  

E l’estate scorsa è arrivato Renzo Rosso e il suo L.R. Vicenza Virtus. Si è parlato tanto di anno  zero …. ormai manca poco alla fine di questo anno di transizione durante cui i tifosi, nonostante la delusione, hanno evitato la contestazione. Qualche fischio e tutto rimandato alla nuova stagione, in cui però si vogliono i vedere da subito fatti concreti ….. Se tu potessi suggerire a Renzo Rosso un nome per l’allenatore, uno per il Direttore Sportivo e uno per il Responsabile del Settore Giovanile, chi gli diresti di chiamare per il prossimo campionato?

Qui faccio il tifoso razionale, non quello che vuole in fretta la promozione in serie B ma quello che vorrebbe un nuovo ciclo, le due cose sono diverse. Facciamo un passo indietro, dobbiamo partire da una scampata retrocessione in Nazionale dilettanti con la vittoria nello spareggio contro il Sant’Arcangelo, subito dopo abbiamo l’arrivo di Renzo Rosso, altro passaggio positivo, diversamente sarebbe stata la fine definitiva del Lanerossi. Qualche fatto concreto l’abbiamo visto secondo il mio modesto parere, e questa stagione dobbiamo considerarla di transizione e assestamento.  Ora la Proprietà’ deve lavorare al salto dimensionale di metodo, organizzazione e mentalità. In sequenza i fronti su cui intervenire sono: allenatore e Direttore Sportivo per la prima squadra, settore giovanile, stadio, territorio e Brand. Su questi fronti i fatti concreti sono gli investimenti fattivi, adeguati agli obiettivi. Sul fronte allenatore e DS nomi con esperienza di categoria confermata dai CV ci sono. Seguo molto la B e la C ed alcune squadre hanno dei manager di buon valore … vedi Pordenone, Imolese, Sudtirol … ma lascio la corretta competenza a chi di dovere. Importante creare una struttura societaria solida e compatta e su quella lavorare e non cambiare strada ogni 6 mesi. Di vitale importanza il settore giovanile, grande forza della Nostra Società’ da sempre. Già da quest’anno si vedono i primi frutti importanti dai più piccoli ai più grandi. Occorre lavorare prendendo spunto dai modelli di società’ come l’Ajax, Athletic Bilbao, Barcellona, o altri più’ vicini a noi … Atalanta, Brescia, Cagliari … i cicli per una Società come il Vicenza nascono da qui … di pari passo si sviluppano i rapporti con il territorio … creando società satellite o rapporti diretti con le varie società di calcio della provincia… con l’obiettivo di creare una cantera vicentina … portare il calcio a dimensione europea e portare in terra nostra le attenzioni degli stranieri … tutto questo richiede uno stadio adeguato ai tempi … piccolo ma con confort massimi e tecnologico … un Menti rivisitato .. da qui il passo è in simultanea con il discorso del Brand … perchè solo noi abbiamo la possibilità di promuovere non semplicemente una città … ma attraverso un logo ..  la R … la storia, le eccellenze e la cultura di un territorio. E qui mi aspetto la messa in campo della creatività e visione  del PATRON forte della sua storia imprenditoriale di successo.  

E qualche suggerimento per la squadra? Chi tenere, chi prendere e chi lasciar andar via?

Non è corretto far nomi. Chi gioca per il Lane entra nel mio cuore di tifoso. Detto questo oggi trovo che i giocatori rilasciano interviste prima e dopo i match che mi sembrano sempre le stesse….  Buone intenzioni, grandi propositi … ma il campo dice altro. Il LANEROSSI deve avere giocatori di personalità, grande senso di appartenenza,  saper essere cattivi, far sentire agli avversari chi siamo e cosa rappresentiamo .. e poi per ultimo saper giocare con il  pallone fra i piedi … nelle partite viste quest’anno questo l’ho visto fare solo a due giocatori.

Due parole sulla partita giocata ieri a Teramo. Ero una dei cento tifosi presenti al Bonolis, la più lunga trasferta del campionato …. meritavamo  di vedere qualcosa di meglio, credo.  In fondo una trasferta in Abruzzo è molto costosa sia in termini economici che di tempo speso. Più è lungo il viaggio più si spera di essere in qualche modo ricompensati se non da una vittoria almeno da una bella prestazione ….

La squadra esprime quello che è il tasso tecnico dei giocatori, poca cattiveria. Quella di ieri posiamo paragonarla a tante altre, possiamo arrivare a ritroso sino a Renate vs Vicenza finita anche quella 1 a 1  con la stessa sequenza, noi avanti poi loro pareggiano quasi subito. Ieri con un tiro da 25 metri , allora in contropiede. Difesa mai pervenuta, centrocampo che non protegge. Visto e rivisto.  

Bene la nostra chiacchierata ahimé si ferma qui. Ti lascio come sempre faccio  lo spazio per un messaggio a mister Colella, alla squadra … e un saluto ai tifosi biancorossi.

Il Signor Colella mi sento di ringraziarlo per quello che ha fatto e farà da qui a fine stagione per i nostri colori, è  un professionista che merita molto rispetto perchè fa parte di quella categoria di allenatori che hanno fatto la dura gavetta, meriterebbe un pizzico di buona sorte in più. E’ rientrato ma qualcuno gli ha quasi ribaltato la squadra a gennaio. Ai giocatori dico di dare tutto quello che hanno dentro come hanno fatto a Monza, dove per 30 metri con un uomo in meno  hanno messo sotto la banda di Galliani, la Nostra maglia va onorata sempre, se la devono sentire cucita addosso, nelle prossime partite voglio vedere tackle, colpi di testa in tuffo, mischie furibonde, tiri da fuori … un dai e vai … il Menti non e’ un campo come tanti … se a Milano c’è la Scala del calcio, a Vicenza c’e il teatro del calcio, e a teatro non e’ permesso stonare, ricordatevi che qui hanno calcato il prato verde due palloni d’oro ed un ragazzino che esordì a 16 anni di nome Romeo Menti destinato a diventare un componente  del Grande Torino, qui non abbiamo letto le storia, l’abbiamo fatta. Un caro abbraccio a tutti i tifosi biancorossi innamorati persi per questa squadra, dico loro di non demordere, gli anni bui son passati, ora non abbiamo davanti dissoluzione ma costruzione. Dedico a Voi queste righe di passione ed in particolare al cuore del tifo biancorosso … LA CURVA SUD. Ringrazio di cuore te Anna e biancorossi.net per questa opportunità che mi e’ stata data e che ho accolto con grande onore.

Grazie Fabrizio. La tua è una bellissima intervista di grandi contenuti, espressi con il cuore e la passione. Ti aspetto con Alessia al Menti!!!!

 

 

 

 

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