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Daniel Cappelletti è un difensore centrale che nella sua carriera spesso ha giocato da terzino con apprezzabili risultati. Nato il 9 Ottobre 1991 a Cantù, è cresciuto nel settore giovanile del Cantù, squadra in cui ha esordito all’età di 18 anni nel campionato di Eccellenza. A inizio 2009 ha fatto il grande salto passando al Palermo, con cui ha vinto lo Scudetto Primavera nel 2010 (assieme all’ex biancorosso Gianvito Misuraca).
Le prime due stagioni tra i professionisti le ha disputate con le maglie di Padova, Sassuolo e Juve Stabia, raccogliendo solamente 7 presenze tra Serie B e Coppa Italia.
Nell’Estate del 2012 è sceso di categoria e si è trasferito al Sudtirol, dove ha disputato due stagioni da protagonista arrivando fino alla finale playoff persa contro la Pro Vercelli.
Le buone prestazioni in Serie C gli sono valse la chiamata del Cittadella, dove ha giocato sin da subito titolare fisso nella stagione terminata con la retrocessione del club granata in serie C. L’anno successivo ha perso terreno nelle gerarchie del reparto difensivo e ha disputato solamente 16 presenze. A fine stagione è arrivato il divorzio con il club della famiglia Gabrielli e il passaggio ai cugini del Padova.
Nelle ultime tre stagioni è stato schierato da titolare fisso, collezionando 108 partite, segnando 8 gol (4 nell’ultima stagione disputata in Serie B) e perfezionando 4 assist; è stato schierato prevalentemente come centrale di difesa, ma in alcune occasioni nel corso del campionato è stato adattato nel ruolo di terzino destro con discreti risultati. Nell’ultima stagione, sotto la guida dell’ex tecnico biancorosso Bisoli, ha giocato anche come centrocampista con scarso successo e finendo anche nel mirino dei tifosi per le prestazioni non all’altezza. Il divorzio dal club del Santo non è stato privo di strascichi in quanto nel travagliato finale di campionato, con i biancoscudati quasi condannati alla retrocessione, Cappelletti e il compagno di squadra Capello sono stati accusati dalla tifoseria di infischiarsene della contestazione in atto, una mancanza di rispetto che i supporters del Padova si sono legati al dito. Dal canto suo il giocatore si è difeso dicendo di aver sempre dato tutto per la squadra biancoscudata nel corso dei tre anni di permanenza all’ombra del Santo e che la sua reazione fosse in realtà uno sfogo legato al nervosismo per una stagione particolarmente negativa.

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