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E’ veronese (nativo di Bussolengo) ma ha fatto breccia nel cuore dei tifosi biancorossi nelle sue quasi quattro stagioni disputate con la maglia del Lane, non solo per le prestazioni sul campo ma anche grazie alla ferrea tenacia e volontà di riprendersi da infortuni gravi che lo hanno colpito e dai quali ha sempre saputo riprendersi. Nicolo’ Brighenti, intervistato dal giornale di Vicenza, ha così commentato il campionato e la promozione in B della squadra di Di Carlo: “Il primo risultato che vado a vedere è quello della squadra biancorossa che mi è rimasta nel cuore e ho sempre tifato perché questi colori tornassero in serie B. La promozione è un risultato giusto, sarebbe stato certo più bello conquistarlo sul campo, ma nessuno può sostenere che non sia un risultato meritato […]

Del gruppo di quest’anno sono rimasto in contatto con Cinelli e Giacomelli, con i quali abbiamo vissuto anni difficili e importanti – ha continuato il difensore ora al Frosinone – ma soprattutto una stagione formidabile con Marino allenatore, nella quale abbiamo sfiorato la promozione e non averla raggiunta è un rammarico che mi rimane”.
Riguardo alla prossima stagione Brighenti ha sottolineato come il gruppo possa fare la differenza anche in B: “Credo che oggi ci siano a Vicenza le basi per provare a ripetersi e magari però stavolta centrare l’impresa, mi pare che la squadra sia stata costruita benissimo e condotta altrettanto bene. Il gruppo resta fondamentale e infatti i migliori risultati si ottengono mantenendo l’ossatura e facendo gli innesti giusti. Per me è iniziato un nuovo ciclo, soprattutto perché è arrivata una proprietà importante con obiettivi ambiziosi, lo dimostrano le scelte fatte. Il diesse Magalini lo conosco dal Chievo quando io ero nelle giovanili, lavora benissimo e i risultati parlano per lui. Di Carlo non l’ho mai avuto come tecnico ma ci ho parlato più di una volta, è bravissimo e conta molto il suo legame con i colori biancorossi.
Per chiudere Brighenti ha rivolto un auspicio per un suo possibile ritorno in maglia biancorossa: “Non posso negare che da quando sono andato via in quel modo assurdo, con quell’amarezza nel cuore e nonostante tutto quello che mi legava a Vicenza, ho sempre pensato che non può essere un addio ma solo un arrivederci»

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