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Grandi: sv – Un tiro in porta un gol subito, senza particolari responsabilità. Per il resto pomeriggio da disoccupato o quasi.

Brosco: 5,5  In difficoltà quando la Reggina attacca sul suo versante. In generale un giocatore che doveva dare solidità alla difesa e che invece sembra l’anello debole

Pasini: 6  La Reggina predilige attaccare esternamente quindi là in mezzo non deve faticare troppo,

Padella: 5,5  Gestisce abbastanza bene la marcatura ma non sempre è fluido e preciso in fase di palleggio

Di Pardo: 5 Non conferma quanto di buono visto a Pordenone. Soffre le avanzate di Di Chiara sul suo fronte e si fa vedere in avanti solo nel primo tempo. Svanisce nella ripresa

Zonta: 6  Probabilmente il migliore del Vicenza per passo e chiarezza di idee. Esce dopo essere stato colpito da crampi. (dal 74′ Pontisso: 4.5 Contributo quasi nullo dal suo ingresso: impacciato, mai nel vivo del gioco, ha sui piedi un buon pallone per concludere da fuori area, lo spreca malamente spedendolo negli ultimi scalini della curva nord)

Ranocchia: 5,5  Si adatta a fare il centrale ma lo avevamo visto meglio da mezzala dove poteva rendersi certamente più pericoloso, inserendosi con più continuità. Sfiora il gol su punizione, poi, anche lui, come tutta la squadra sembra svaporare nella ripresa (dal 54′ Taugourdeau: 4,5 stavolta il buongiorno non si vede dal mattino: entra e colpisce un clamoroso palo su punizione dalla distanza. Sembra il preludio ad una prestazione di livello, invece da li in poi sbaglia praticamente tutto)

Calderoni: 4,5 Ancora una volta non ci siamo proprio. Un giocatore della sua esperienza non può andare a terra su un contatto come quello con Galabinov in occasione del gol del bulgaro, ma soprattutto non può restare a terra tutto quel tempo lasciando l’attaccante avversario libero di colpire in area. Mettiamoci che non costruisce nulla di memorabile sulla sua fascia e il quadro è completo (dal 77′ Crecco: 5,5 Rispetto al compagno che sostituisce ha il solo merito di non commettere errori fatali)

Dalmonte: 6 In crescita se paragonato al giocatore opaco di inizio campionato, non sempre felice però nelle scelte di gioco. Alcune buone accelerazioni ma anche lui sciupa una buona opportunità che nel bilancio finale del match pesa (dal 74′ Proia: 5,5 Ancora una volta va a posizionarsi quasi a ridosso della linea degli attaccanti, senza convincere più di tanto. Il contributo derivato dai giocatori della panchina è poca cosa e lui non fa eccezione)

Diaw: 4,5  Purtroppo in fase realizzativa è arrivato a Vicenza il Diaw di Monza e non quello di Cittadella o Pordenone. Ancora a secco di reti fa però il pieno di ammonizioni e a Terni non ci sarà in quanto Gariglio gli sventola in faccia il quinto cartellino giallo stagionale. Nella ripresa poi ingaggia un duello con l’arbitro, che finisce ovviamente per perdere, intestardendosi a cercare il duello fisico con gli avversari, senza venire mai premiato con un fischio a favore. Dall’altra parte Galabinov sfrutta mezza occasione per metterla dentro ed è tutt’altra musica per la Reggina.

Longo: 6 Forse la miglior prestazione per giocate e presenza nella manovra dell’attaccante da quando è a Vicenza. Purtroppo non gli basta a trovare la via del gol e bissare la rete messa a segno a Pordenone. (dal 54′ Meggiorini: 5 Ha tolto tante volte le castagne dal fuoco al Vicenza. Stavolta non gli riesce nessuna magia e i biancorossi cadono per l’ennesima volta al Menti)

Brocchi: 5 Sconfitta immeritata? Si può anche dire di sì, come già lo era stata quella con la Cremonese. Sta di fatto che il Vicenza aveva maledettamente bisogno di continuare a muovere la classifica e invece ancora una volta rimane al palo. Se è vero, come è vero, che la Reggina nella seconda parte di gara ha badato soprattutto a mantenere il vantaggio senza scoprirsi è anche vero che ci si aspettava un Vicenza in grado di attaccare con maggiore convinzione la porta avversaria, magari cambiando anche modulo tattico. Invece, tolto il lampo della punizione di Taugourdeau i biancorossi non hanno tuonato mai dalle parti di Turati e in questo neanche Brocchi finora ha saputo fare meglio del suo predecessore. Il problema è che la squadra sembra incapace di riuscire a cambiare ritmo alla gara e se il contributo di chi subentra dalla panchina, sotto questo aspetto non arriva, la strada che si può fare è poca. Sarà anche presto per recitare il “de profundis” ma la trasferta di Terni sembra già un bivio fondamentale per il cammino di Padella e compagni in questo campionato. Perdere ancora significherebbe probabilmente vedere avvolgersi in una fitta nebbia la strada per la permanenza tra i cadetti.

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