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Questa settimana non andiamo molto lontano e raggiungiamo Alberto che vive in provincia di Padova e dall’inizio degli anni ottanta tifa in maniera attiva il nostro Lane.

Buongiorno Alberto, con te vorrei cominciare dalle origini ovvero da tuo padre, che seguiva con passione i nostri biancorossi già dagli anni sessanta.
Per cominciare un bel forza Lane a tutti! Sono ben felice di poter condividere con voi alcuni miei pensieri sul nostro amato Vicenza entrando a far parte così a tutti gli effetti di questa bella comunità dei “tifosi da fora”, come rappresentante di una provincia così vicina e storicamente molto legata al Lanerossi.

In effetti a quei tempi una parte della provincia padovana era di pura fede vicentina. Ricordo io stessa che molti abitanti di Cittadella, di Mestrino e di Piazzola sul Brenta la domenica venivano al Romeo Menti piuttosto che all’Appiani.
Verissimo, dopo anni ho scoperto tanti amici padovani più “anziani” di me che non avevano resistito al fascino del già allora vecchio Menti. La scusa, sempre quella, era di andare a vedere la serie A ma intanto non andavano mica a Verona…

D’altra parte il Lanerossi Vicenza in quegli anni rappresentava alla perfezione l’icona della piccola ma Nobile Provinciale che riusciva ogni anno a fare la sua bella figura con gli squadroni del campionato di serie A, chissà quanti aneddoti ti ha raccontato tuo papà.
A mio padre devo la mia prima partita al Menti a 7 anni nel Febbraio del 1978 ai tempi del vero e unico Real Vicenza! Un memorabile Vicenza-Milan 1-1 in quella che dopo anni nell’immaginario di tutti divenne “la partita della neve”. Di quel giorno ricordo delle furie biancorosse sfrecciare sull’erba, se chiudo gli occhi li vedo ancora quei colori scintillanti. Un vero colpo di fulmine! Tante volte scherzosamente penso che sarei potuto diventare un tifoso del Milan, invece non baratterei per nulla al mondo tutti i loro trofei con la mia Coppa Italia! E poi come restare indifferenti ai racconti di mio padre sulle gesta di giocatori come “Bagolina” Gigi Menti, “Gatto Matto” Luison, Campana, Vinicio… Ecco, io non li ho visti giocare ma è da come li descrive lui che ne ho colto la grandezza! Diciamo che sapevano stupire, come quella volta che il Vicenza vinse a Roma contro la Lazio (e qui risaliamo addirittura al 1955) con una “cannonata di Murolo da centrocampo”, citando proprio le sue parole.

Cos’è cambiato a tuo avviso nel modo di tifare Vicenza tra te e tuo padre? E ancora, riesci a immaginare tua figlia tra vent’anni in curva sud o l’avranno vinta le logiche economiche delle pay tv, stadi sempre più vuoti e partite commercializzate via cavo?
Francamente non me lo vedo a fare i cori, le sciarpate e a saltare su e giù di tre/quattro gradoni ai gol del Lane come facevo io fino a qualche anno fa! Però se gli dico che il Vicenza ha vinto i suoi occhi si accendono. Fino a che ci sarà questa luce nei tifosi e la capacità di saperla tramandare penso che il calcio vivrà e lo stadio sarà il suo tempio naturale. La pay tv mi schifo solo a nominarla, tra l’altro io il Lane non riesco a guardarlo in tv, quando subisce un’azione d’attacco cambio canale, preferisco di gran lunga una sana radiocronaca del nostro grande Corrado Ferretto! Chissà se mia figlia Radia andrà allo stadio, io la porterò, poi chissà, ma una cosa è certa, un Vicenza senza curva Sud non riesco proprio ad immaginarmelo!

Veniamo a noi e al fantastico terzo posto in classifica. Dopo il big match di Bologna, che ci ha visti assoluti dominatori in campo, mancano solo tre punti alla quota salvezza. Ti sei già fatto un’idea di dove può arrivare questo Vicenza?
Dopo la prestazione di Bologna non possiamo più nasconderci! Arriveremo ai playoff e ce la giocheremo! E se non li giocheremo sarà perché saremo arrivati primi o secondi, siamo noi tifosi i primi che dobbiamo crederci per dare la carica giusta ai nostri ragazzi. E aggiungerei proprio noi tifosi che siamo stati vicini alla squadra sempre anche negli ultimi anni. Perché adesso è facile tornare allo stadio! E poi la voglia di sognare dopo tanto buio è troppo grande. Con buona pace di questa triste società che fino a giugno per me dovremmo ignorare, come si fa con chi ti ha fatto davvero arrabbiare! I conti si fanno alla fine! E ricordiamoci che la Sud sempre esaurita ci porta dove vogliamo noi. E’ già successo, e io c’ero!

I giocatori appena arrivati si sono integrati perfettamente nel gruppo, come rotelle ben oliate di un meccanismo perfetto. La squadra sembra ora giocare a occhi chiusi, sostenuta da un’ottima condizione atletica e da una sicurezza nei propri mezzi che non si vedeva da anni.
Sul campo è stato fatto un gran lavoro. A partire dal ritiro di precampionato, dove si è formata l’ossatura del gruppo. Sono arrivati poi altri giocatori intelligenti e capaci e tutti insieme hanno saputo metabolizzare un cambio di panchina che sarà stato sicuramente doloroso per tanti (me per primo) ma che ha trovato conforto dall’arrivo di un mister estremamente preparato che sa di calcio e soprattutto sa insegnare il calcio. Infine gli ultimi arrivi, tra i quali mi ha impressionato Manfredini. Come dice un vecchio adagio “Il giocatore forte il bravo allenatore lo fa sempre giocare”!

Non è facile il mestiere dell’allenatore, questo si sa. Mister Marino veniva da un lungo periodo di inattività, costretto per molto tempo a “fare da soprammobile”, per usare le parole usate in una sua recente intervista. Poi arriva a Vicenza e scatta l’incantesimo.
Ma Mister Marino è un allenatore di prestigio, un vero lusso per la categoria. E come tale è stato bravo ad imporre le proprie idee sia sul modulo che sulla gestione del lavoro. Secondo me si sono improvvisamente sommate una serie di circostanze non so quanto volute o casuali (e qui mi fermo, lungi da me far polemica in questa sede) per le quali ci siamo trovati di colpo in serie B con dei giocatori prima e un tecnico poi fortemente motivati e in sintonia.

E soprattutto bisogna dargli atto di aver sempre avuto parole di elogio per il suo predecessore. La signorilità e la modestia non sono acqua e non si comprano al supermercato, diceva mia nonna.
Di questo non mi meraviglio, Marino è siciliano! Vado in Sicilia da quando ho 10 anni, ho imparato a conoscere un popolo dalle doti umane difficilmente riscontrabili in altri luoghi. In Sicilia si respira Cultura, intesa nel suo valore più ampio, ovunque. Mi è piaciuto subito, quando ha detto: “l’affetto per il mio predecessore mi fa capire quanto questa tifoseria sappia dare e riconoscere”. Ha fatto centro, perché una grande tifoseria è prima di tutto una tifoseria riconoscente!

Alla luce degli ultimi avvenimenti, sembra che sia la composizione della serie A che della serie B del prossimo anno verranno decise più dai tribunali che dai risultati sportivi. E a noi tifosi, cosa resta? Come si può accettare un fallimento che azzera la storia di società gloriose come Parma, Brescia e finire come il Padova nel calcio che non conta più nulla?
Questa domanda fatta a un “ripes-gatto”?! Verrebbe da dire “mors tua, vita mea”! E invece no, a parte la battuta, ogni società che se ne va è una sconfitta per tutti noi. Penso al Padova, vicenda che ho vissuto da vicino conoscendone molti tifosi e addetti ai lavori. E’ vero, poi si riparte, magari la divisa resta quella, il simbolo viene riacquistato, ma la storia? Come potrei pensare che il mio Vicenza non sia più la prima squadra a sorgere in Veneto, la squadra arrivata a un passo dal titolo per ben due volte, la squadra che ha visto morire molti suoi giocatori per la Patria durante la prima guerra mondiale, la squadra dal glorioso nome Lanerossi, la squadra del grande Giulio Savoini, di GB Fabbri, di Bruno Giorgi, del “Renzaccio” Ulivieri… e il suo cappotto!

A un tifoso di vecchia data come te non posso non chiedere di farmi i tre nomi biancorossi che più hai nel cuore e perché.
Qualcuno l’ho già fatto, non si resiste! Ma per i tre nomi che più ho nel cuore scelgo calciatori che ho visto giocare (e dal 1977 in poi li ho visti tutti) e non ho dubbi: Franco Cerilli, il mio idolo da bambino, classe cristallina in un uomo dai grandi valori (e per di più mancino come me!). Danio Montani, il combattente che tutti i tifosi sognano di avere in squadra, a ricordo dei bei tempi in cui da ragazzino prendevo la corriera da Padova alla domenica per raggiungere il Menti. E infine Roby Bum Bum Murgita, per me il simbolo dell’eccezionale gruppo di Guidolin e della sua filosofia: poche parole e molti fatti! Erano gli anni della mia militanza attiva (e vincente) in curva Sud! Il lungo applauso alla vista dello striscione “Tutti in piedi c’è Roberto Murgita” il giorno del suo ritorno a Vicenza da avversario, rimane uno dei momenti più emozionanti che ho provato da tifoso.

Siamo alla fine. Ti lascio la piena libertà di mandare un saluto personalizzato al mister e alla squadra.
A Mister Marino dico che mio cognato Salvo, catanese, ha (finalmente!) iniziato a seguire il Vicenza da quanto le è affezionato! L’augurio è di lasciare anche qui da noi lo stesso ricordo! Ai giocatori: adesso che state cominciando a capire cosa è la passione per il calcio del popolo biancorosso vi auguro di poter provare un giorno cosa sarà la nostra riconoscenza per quello che avrete dato in campo! Perchè anche se Vicenza sarà una tappa della vostra carriera, imparerete che la R sul cuore è per sempre! Chiedere a un certo Paolo Rossi. FORZA RAGAZZI!! FORZA LANE!!

Grazie Alberto della piacevole chiacchierata. Dicono che quando si desidera qualcosa con tutte le proprie forze alla fine il sogno si realizza. Crediamoci tutti insieme allora, perché sarebbe bello poter offrire a tutti quelli che ci hanno derisi e scherniti con la parola “ripescati” un grande campionato e una promozione sul campo.

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