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Tanti gli ex biancorossi presenti, insieme a moltissimi tifosi provenienti da tutta Italia, che non hanno voluto mancare ad un appuntamento che celebra sì la squadra con la “R” sul cuore, ma che ha anche uno sfondo benefico. L’intero ricavato delle vendite del libro, infatti, sarà devoluto al centro culturale Himalaya Shila, che si occupa dei bambini tibetani della Valle dello Spiti. Già esauriti i 400 posti del teatro Astra, ma per chi volesse fare un tentativo in extremis può provare a scrivere una mail a sololane@libero.it; il libro è acquistabile anche attraverso il sito della casa editrice autorineditiBiancorossi.net, intanto, a poco più di ventiquattro ore dall’evento, ha fatto due chiacchiere con l’autrice, e grande tifosa biancorossa, Anna Belloni.

Perché un libro sul Vicenza?
Perché noi donne ci esprimiamo meglio quando parliamo di sentimenti e d’amore. E il Lane è indubbiamente un grande amore della mia vita e una fonte di ispirazione pressoché infinita… In questo particolare momento, ho pensato di scrivere SOLOLANE per risvegliare l’orgoglio biancorosso e far conoscere ai tifosi più giovani episodi e personaggi che hanno fatto grande la storia della nostra amata squadra. Con una dedica speciale ai miei amici che tifano Lane da tutta l’Italia.

Da dove nasce questa grande passione per i colori biancorossi?
E’ una faccenda cromosomica, pur essendo il mio patrimonio genetico – ahimé – pesantemente tarato da una madre veronese… Avevo suppergiù 4 anni e vedevo papà, fratello e amici partire in pompa magna per la partita. Ma io dovevo rimanere a casa perché ero piccola e a quell’epoca le bambine non andavano allo stadio. Alla fine sono riuscita a convincere il papà a portarmi in tribuna con lui. Quando nel piazzale dello stadio ho visto la moglie del custode con il grembiule da cucina che attraversava il cortile, ho deciso che da grande sarei diventata “la signora che lava le magliette del Vicenza”. Da quel giorno non ho mai abbandonato il mio Lane, nemmeno nei momenti più bui della sua storia.

Cosa troverà il lettore tra le pagine di SOLOLANE?
Sono stati scritti dei bellissimi libri sulla storia del Vicenza. A me, come scrittrice, interessava offrire un romanzo che vedesse il mondo del calcio da una prospettiva diversa, fatta di sentimenti e di emozioni. Come ho scritto nell’introduzione di SOLOLANE… l’uomo vuole vincere, la donna vuole sognare. Questa è la chiave di lettura.

Può regalare a biancorossi.net una piccola anteprima?
Ecco le prime dieci righe…
Vicenza, 1 giugno 2014
Sono nata martedì 15 gennaio 1993 a Vicenza e dovevo chiamarmi Ferdinanda. La mamma diceva sempre che suo figlio avrebbe portato il nome del giocatore del Lane autore di un goal, segnato nell’ultima partita prima del parto. Il caso ha scelto di farmi nascere due giorni dopo un Massese-Vicenza 0-1, rete di Ferdinando Gasparini dopo nemmeno tre minuti dal fischio d’inizio. A quell’epoca non ero certo in grado di oppormi a una scelta così crudele e fui salvata in extremis dall’intervento provvidenziale del papà, che stabilì che la promessa valeva solo per i figli maschi e quindi mi registrò all’anagrafe con il nome di Ilaria Ferdinanda. E dire che poteva anche andarmi peggio. Avrei potuto anche chiamarmi Ilaria Aladina, per esempio.
O, se fossi venuta alla luce in tempi diversi Ilaria Gesualda, Ilaria Saura, Ilaria Vladimira, Ilaria Sidia, Ilaria Cosima, Ilaria Ignazia, o addirittura Ilaria Trionfa.
Ma ormai, qualunque fosse stato il mio nome, nell’incrocio tra i cromosomi dei miei genitori si era inevitabilmente prodotta una spirale del DNA formata da una catena rossa e una bianca.
Quando si dice l’ineluttabilità del destino.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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