Salta al contenuto principale
News

L’arbitro che ha fatto gol al supermercato

Da 20 Aprile 2012 - 15:59Non Ci Sono Commenti5 min leggere

L’ARBITRO CHE HA FATTO GOL AL SUPERMERCATO

Da 22 anni è presidente del gruppo Sisa. Avventura nata per caso, “ero una giacchetta nera e un dirigente mi chiamò a fare il ragioniere nel suo negozio”. Ora, “per non annoiarsi”, ha comprato il Vicenza Calcio.

Voleva fare il sacerdote “peché mi piace tanto dedicarmi agli altri” e invece è il re dei supermercati Sisa. E’ alla guida di un gruppo che fattura 3,8 miliardi di euro all’anno, con duemila punti vendita e 12 mila dipendenti. Sono cose della vita, canterebbe Eros Ramazzotti. E infatti Sergio Cassingena è arrivato alla presidenza della società dell’albero che ride quasi per caso. Lui è nato in Egitto, al Cairo. La sua famiglia era un mix di ragusani e siciliani. Vicenza, dove abita da oltre 40 anni e dove ha sede il suo impero, non era proprio nei suoi pensieri. L’impatto è stato anche difficile. “Io parlavo italiano, ma gli altri si esprimevano in veneto. Non li capivo e mi arrabbiavo perché, dicevo, non è possibile che in Italia non si possa comunicare in italiano”. Alla fine è stato costretto a imparare il dialetto. Ora Vicenza gli è entrata talmente nel cuore che ha comprato la squadra di calcio che milita in serie B. “L’ho fatto perché rende più piacevole il sabato e la domenica. Prima mi annoiavo nei weekend. E poi ho pensato a mio figlio, che ha 25 anni e sta per finire Economia. Dopo la laurea seguirà lui il Vicenza Calcio. E’ il mio regalo”. 

“Sono un drago”. Due sono le caratteristiche principali del 55enne Cassingena. La prima è che non riesce a stare fermo. “Se mi manca la tensione non riesco a vivere. Se non ho stimoli non sto bene. Sono un drago”. A pensarci bene non è che sia disoccupato. In fondo guida una corazzata miliardaria. Ma non gli basta. Per questo ha cominciato a collezionare cariche. Da poco è stato nominato Cavaliere del Lavoro, è vicepresidente di Fida, l’associazione dei dettaglianti che fa capo a Confcommercio, e di Confimprese. “Dopo 35 anni di lavoro in questo settore, operando sempre in modo onesto e corretto si raggiungono dei rapporti di relazione che ti permettono di arrivare in certi posti. La mia fortuna è quella di essere da 22 anni a capo di Sisa, insomma sotto i riflettori. E quindi se hai prodotto ricchezza e hai fatto bene, ti chiamano a dare una mano alla business community della grande distribuzione”.

Sorrisi per tutti. La seconda caratteristica del presidente è la capacità di farsi voler bene. A chiunque lo incontri in azienda scoppia il sorriso. Una battuta. Una pacca sulla spalla. “Penso di non avere nemici, perché un presidente eletto per tutti questi anno non può che essere amato. Il mio obiettivo è uno solo: fare stare bene tutti”. A luglio è stato riconfermato per l’ennesima volta alla guida di Sisa. La prima elezione risale al 1984. Il suo mandato sembra eterno. “La mia presidenza è a vita come garanzia di stabilità innovativa”. Cioè? “Ventidue anni fa Sisa era una cooperativa di 60 negozianti autonomi, dove l’unico momento di associazionismo era quello dell’acquisto della merce e dove ogni commerciante vendeva il proprio marchio. Ora siamo diventati una s.p.a. con 2mila punti vendita, sei centri distributori di eccellenza, sei grandi soci e un’unica insegna”. Chi l’avrebbe detto? Già. Se per caso Cassingena è capitato a Vicenza, per sbaglio è entrato nel mondo del commercio. Nel ’72 il ragazzo venuto dal Cairo faceva l’arbitro – “ho arbitrato per 20 anni” – e da poco aveva conquistato il diploma di ragioniere. Un dirigente del mondo delle giacchette nere, Marino Zigiotto, era anche il suo salumiere di fiducia. “Si parlava spesso insieme e un giorno mi disse: “Perché non cominci a lavorare? Ti assumo io”. Così ho cominciato come ragioniere nella sua commissionaria, l’antesignana della cooperativa. Lì ho avuto i miei primi approcci a livello amministrativo-finanziario”. Grazie al “maestro” Zigiotto è cominciata la scalata di Cassingena. “Nel ’78 sono entrato nel supermercato, dove ho acquisito anche un’esperienza commerciale e l’anno dopo mi hanno nominato nel consiglio di amministrazione di Sisa. Nel 1984 l’azienda si trovava a un bivio. In crisi. E arrivava una nuova tornata elettorale. Ho pensato un piano di rilancio del gruppo, che puntava sulla maggiore interazione tra soci e direzione. Mi sono candidato e ho vinto. Avevo 33 anni e, come Cristo, mi hanno crocifisso”.

Squadra che vince. “La mia grande fortuna – rivela Cassingena – è quella di aver trovato dei validi collaboratori. Amici. Una squadra che mi sta intorno da 22 anni. E, si sa, squadra che vince non si cambia”. Passo dopo passo Sisa, da Vicenza, è arrivata a coprire tutta la penisola: ora il 60% dei nostri supermercati è addirittura concentrata nel centro-sud. E quattr anni fa c’è stato il salto fuori confine: “Da noi il mercato era saturo, e in Grecia alcuni imprenditori ci chiesero aiuto: il nostro modello piaceva. Così abbiamo esportato il marchio Sisa. E poi Malta: lì adesso siamo leader”. Ma anche i Balcani. L’espansione all’estero continua: nel mirino ci sono Europa centro-orientale e Africa del Nord. Magari in Egitto. Al Cairo. Dove è iniziato il film di Sergio Cassingena. Prima che suo padre fosse richiamato in Italia.

(fonte: Libero, pag. 29, 13 agosto 2006)

Facebook Notice for EU! You need to login to view and post FB Comments!

Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

Lascia una Risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.