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Scommesse: Grosseto nei guai? Le accuse di Joelson, Turati e Acerbis

Da 7 Giugno 2012 - 07:44Non Ci Sono Commenti4 min leggere

Questo, secondo quanto riportato ieri dal quotidiano La Nazione, quello dichiarato da Joelson in merito al progetto di combine di Ancona-Grosseto. “Mi disse (il ds Iaconi, ndr) che per realizzare questo progetto voleva l’assenso del presidente Camilli… La mattina dopo l’assenso era arrivato. Ci fece trovare la macchina dell’hotel e guidando io raggiungemmo l’autogrill dove incontrammo Da Costa con altri due giocatori dell’Ancona. Non so con esattezza chi abbia preso l’appuntamento, di certo non io, forse Turati. Iniziai a parlare con Da Costa e gli riferii quanto mi era stato chiesto di fare e cioè, se ci avessero lasciato vincere sarebbe stato loro corrisposta la somma di 30mila euro”. Ma stando al racconto, Da Costa rispose negativamente. “Tornammo a Norcia e riferimmo dell’esito del viaggio a Iaconi. Aggiungo che, anche se in realtà non ve n’era bisogno poiché di certo parecchi sapevano del senso del nostro viaggio, ufficialmente il mio spostamento era dovuto ad un dolore alla caviglia”. La partita, però, finì 1-1. “Senza la combine entrambe le squadre si trovarono d’accordo per un pareggio e giocammo tutti in quella direzione. Infatti, il risultato finale fu di 1-1”.

Qui di seguito, invece, alcuni stralci del verbale dell’interrogatorio di Marco Turati del 30 maggio scorso. Oltre alle partite contestate (Ancona-Grosseto, Grosseto-Reggina, Frosinone-Grosseto, Ancona-Albinoleffe, Torino-Grosseto, Empoli-Grosseto, Crotone-Grosseto), Turati cita anche altre due gare, Albinoleffe-Grosseto e Salernitana-Grosseto, e proprio in quest’ultima tira in ballo in modo inequivocabile il presidente Camilli.

Grosseto-Reggina: faccio presente innanzitutto che Carobbio era certamente il nostro giocatore più rappresentativo e fu lui a dirmi che la Reggina voleva vincere a tutti i costi per salvarsi e che la nostra squadra, nel suo complesso, era disposta a favorirla. Noi non avevamo problemi di classifica. Mi chiamò qualche giorno prima della partita sotto casa sua e mi fece quello che definì un regalo di 3000 euro, tenendo anche conto che io ero squalificato. Io non assistetti nemmeno alla partita. Di fatto Consonni realizzò un rigore, cambiando quanto era previsto. Il lunedì restituì i 3mila euro a Carobbio, su sua richiesta. Ebbi l’impressione che Carobbio avesse voluto con me garantirsi del fatto che io, in ottimi rapporti con l’allenatore Sarri, non protestassi con Sarri dell’accordo fra giocatori.

Salernitana-Grosseto: faccio presente che vincemmo questa partita 4-3 e che non se ne parla dell’ordinanza che mi è stata notificata. Il nostro presidente Camilli, in pratica l’aveva comprata, cioè aveva fatto in modo che noi vincessimo. Lo seppi la settimana successiva da Carobbio che lo aveva sentito dal collega Mora. La possibilità era stata offerta dal fatto che un giocatore della Salernitana, Stendardo, era un ex giocatore del Grosseto e creditore dello stesso Grosseto per premi precedenti. Di conseguenza il Presidente, saldando il debito, aveva ottenuto la sua disponibilità.

Dichiarazioni che trovato conferma anche in quanto detto da Paolo Acerbis di fronte al gip Salvini: “Il Grosseto, intesa come società, voleva comperare la partita per accedere ai playoff, in realtà l’Ancona non fu d’accordo e la partita finì 1-1. Carobbio voleva fare entrare nella scommessa gli zingari, ma il giorno della partita mi disse che non si faceva nulla”.

Sembra dunque chiaro che Ancona-Grosseto e Salernitana-Grosseto non rientrino nel filone riconducibile agli “zingari”, bensì siano partite che vedono coinvolta direttamente la società toscana, nel tentativo di assicurarsi i play off. E se da un lato, come dichiarato dallo stesso presidente della Lega di serie B Abodi “il patteggiamento da un punto di vista giuridico non è impugnabile”, dall’altro resta da capire come vorrà muoversi a questo punto la giustizia sportiva, e nella fattispecie la Federazione, perché nel caso venissero confermate le parole di Joelson, Turati e Acerbis non si può più parlare di responsabilità oggettiva, ma senza dubbio di resonsabilità diretta. E allora un processo-bis sarebbe doveroso e da farsi, ci si augura, in tempi rapidi (e con pene decisamente più eque). 

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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