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Ieri pomeriggio quattro studenti della Scuola Media Ungaretti di Costabissara (Edoardo Alì, Nicolò Bisello, Cristina Bertoldi e Riccardo Armané) e due della Scuola Media Manzoni di Creazzo (Giovanni Di Iorio e Alessandro Giudetti), accompagnati dal loro insegnante di lettere, hanno abbandonato libri e quaderni per diventare dei veri cronisti sportivi. L’idea è nata dalla mente vulcanica del prof. Giovanni Manna che, nell’ambito del laboratorio di scrittura creativa, ha spronato i suoi allievi a improvvisarsi giornalisti, scegliendo un personaggio noto del territorio al quale rivolgere una vera e propria intervista. Sei di loro hanno chiesto di poter incontrare l’allenatore biancorosso Giovanni Lopez e grazie alla gentile disponibilità dell’Addetto Stampa del Vicenza, dr. Nicola Rossi il loro desiderio si è potuto realizzare proprio oggi pomeriggio. I ragazzi hanno prima assistito all’allenamento della squadra, trattenendosi con i giocatori per le classiche foto di rito, passando quindi in Sala Stampa per la loro intervista al Mister. Le domande sono spaziate negli ambiti più disparati, da quelle di carattere professionale a quelle più personali, ed è nelle risposte quasi paterne di Giovanni Lopez che sono trapelati la sua profonda umanità, la sua forte personalità e il suo profondo spessore morale. Un Capitano sì, un grande allenatore anche, ma soprattutto un esempio da seguire. La valenza educativa e formativa del football nei confronti dei più giovani resta di fondamentale importanza per il futuro del gioco più bello del mondo. Parlare dei valori sani del calcio, in un tempo come il nostro, che sembra aver perso tutti i basilari punti di riferimento di lealtà e correttezza, di sacrificio e di attaccamento ai colori sociali, rappresenta un momento che deve attirare la nostra attenzione. Pensare alle undici maglie miseramente abbandonate dai giocatori del Padova sotto la curva e sapere che lui, il Capitano, mai se la sarebbe levata, perché la maglia è un simbolo e va sempre e comunque rispettato, perché si deve essere dignitosi anche nelle sconfitte più amare, è una certezza che fa bene all’anima. Tra pochi giorni si celebreranno i 112 anni di vita della nostra gloriosa società. Ed è proprio guardando gli occhi pieni di entusiasmo di questi ragazzi, che ben rappresentano la continuità ideale di quel sentimento di orgoglio e di passione comune a tutti noi tifosi, che vi è la certezza che il vessillo biancorosso – pur tra mille difficoltà – non sbiadirà mai.

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