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Riportiamo l’articolo apparso sul sito del Pescara all’interno de “La rubrica di Ferro: uomini, storie e ricordi” in cui si ripercorre la nascita e lo sviluppo dello storico gemellaggio tra i tifosi di Vicenza e Pescara:

Domenica 9 gennaio 1977 si gioca la 15°giornata del campionato di serie B ed il Pescara va a far visita al Lanerossi Vicenza, primo in classifica, detentore del migliore attacco e sconfitto solo una volta fino a quel momento (2–0 ad Avellino, all’esordio stagionale). Sulla carta, un impegno proibitivo per il pur vivacissimo Delfino di Giancarlo Cadè, terzo in classifica, in compagnia del Como, a quattro punti dalla vetta. Una vittoria al “Romeo Menti” farebbe certo lievitare l’euforia e renderebbe ancor più concreta la possibilità di ambire a quella che sarebbe la prima, storica, promozione in A dei bianco azzurri, obiettivo che resterebbe, comunque, vista la graduatoria, a portata di mano di Cadè e co anche in caso di ritorno sull’Adriatico a mani vuote. Le speranze del “colpaccio” i tifosi abruzzesi le ripongono in Piloni, Motta, Mosti, Zucchini, Andreuzza, Galbiati, La Rosa, Repetto, Orazi, Nobili e Prunecchi, ma, sull’altro fronte, le certezze di Giovan Battista Fabbri e dei simpatizzanti vicentini appaiono ben salde su Galli, Lelj, Marangon, Donina, Prestanti, Dolci, Cerilli, Salvi, Rossi, Faloppa e Filippi.

Certezze che iniziano a vacillare quasi subito, però, perché il Pescara si arrocca in difesa e parte, veloce e pericoloso, in contropiede, lasciando sfogare il Vicenza con un possesso palla inconsuetamente sterile ed improduttivo. Paolo Rossi non si limita solo alla profondità, cerca anche di svariare sulla tre quarti per cercarsi un pallone che non gli arriva dai compagni, specie dai soliti rifornitori più talentuosi – su tutti Cerilli, Salvi, Faloppa e Filippi – ma è chiuso nella gabbia dei mastini, ritrovandosi puntualmente addosso in primis Andreuzza, suo marcatore diretto, ed, in seconda battuta, Mosti e Galbiati. Così, con il passare dei minuti, il Delfino acquisisce sempre più consapevolezza dei propri mezzi, mentre i bianco rossi continuano a non trovare la chiave della porta di Piloni,perdendo progressivamente lucidità. E quando sembra ormai scritto uno 0–0 che, in fin dei conti, non sarebbe da disdegnare per nessuno, al 39’ del secondo tempo, il Pescara trova il modo di finire sulle prime pagine dei quotidiani sportivi: Filippi e Salvi si scontrano a centrocampo, lasciando Orazi libero di sfrecciare sulla tre quarti e di servirvi Repetto che parte in posizione regolare, Prestanti – convinto dell’off side e piantato sul terreno a reclamarlo con il braccio alzato al cielo e lo sguardo smarrito verso la bandierina del segnalinee che rimane, però, abbassata – inganna così anche il compagno di reparto, il libero Dolci, che si ferma anche lui e non segue più il numero 8 pescarese che smarca in uscita Galli, trafiggendolo con un imparabile tiro a mezza altezza. Nulla accade più negli ultimi minuti di gara e la vittoria manda in orbita il Delfino, sempre più ad un passo dalla storia.

Ma, un pezzo di storia, i cronisti lo scrivono già alla fine della partita: eh sì perché, nonostante la sconfitta, i tifosi vicentini iniziano ad intonare cori di incitamento per il Pescara e salutano con convinti applausi l’uscita dal campo del Delfino trionfante. E’ la nascita di uno storico gemellaggio, il più antico nella storia dei vari gruppi di supporter, ufficializzato poi l’anno seguente con tanto di scambio a centrocampo di sciarpe tra i responsabili del tifo organizzato delle due squadre, che dura da 37 anni, non è mai stato messo in discussione ed è tutt’ora molto sentito, nonostante, sul campo, nel corso degli anni, Pescara e Vicenza abbiano lottato per obiettivi comuni, dando vita anche a gare gagliarde ed il ricambio generazionale. Sugli spalti del “Menti e dell’Adriatico” sono nati amicizie, rapporti di lavoro e matrimoni. Molti pescaresi che, magari per ragioni professionali, devono soggiornare al Nord Italia, scelgono spesso Vicenza, mentre altrettanti giovani vicentini optano per la riviera pescarese per trascorrere le vacanze estive. Ancora oggi, quando pescaresi e vicentini si incontrano, si odono cori e si alzano striscioni del tipo “Pescara – Vicenza: nessuna differenza”, “Vicenza – Pescara: nessuno ci separa”. Senza dimenticare che, siccome è giusto valorizzare sempre il primato mondiale dell’enogastronomia italiana, al termine della partita, si dà vita ad uno spassoso terzo tempo stile rugby, con cibi e bevande tipiche abruzzesi e venete per tutti a volontà. Che bello poter ancora parlare di queste cose..!

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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