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Siamo giunti alle prime battute del Campionato 2016/2017, la posizione di classifica del nostro Vicenza non è certo entusiasmante ma il pessimismo e la preoccupazione di tutti noi tifosi  – assolutamente legittimi e condivisibili dopo le vergognose prestazioni dei nostri a Ferrara e Ascoli –  non fanno che aumentare il folto gruppo degli eterni scontenti, che non perdono occasione per criticare sempre e comunque squadra e allenatore. I disfattisti di professione dovrebbero invece prendere esempio da chi con tanta dedizione e difficoltà segue il Vicenza da lontano. Queste persone danno molto in termini di tempo e di denaro, sono sempre in trasferta anche quando il Vicenza gioca al Menti, non chiedono nulla in cambio e si lamentano molto poco. Vediamo allora di fare quattro chiacchiere con chi di fede biancorossa ne ha da vendere a palate. Ho conosciuto Massimo Anselmi nel lontano 1985, credo sia stato il primo tifoso lontano che ho incontrato, qualche mese prima di Liliana Pagliero che allora viveva a Torino e di Stefano di Napoli. Ma Massimo aveva una marcia in più degli altri: era ed è sicuramente il più fuori di testa di tutti! Per farvi capire meglio fin dove può arrivare la malattia a strisce biancorossa anche questa settimana chiamo in causa chi più degli altri si trova – obtorto collo – a conviverci quotidianamente.

Buongiorno Roberta, quanto pesa essere la moglie del tifoso Massimo Anselmi nella gestione della vostra vita familiare?
La nostra vita è quella di una qualsiasi famiglia, con i classici problemi quotidiani. Siccome Massimo è una persona responsabile, la situazione è abbastanza tranquilla. L’unica colpa che posso imputargli, è il cambio di umore. Quando perde il Vicenza diventa davvero insopportabile.

Partiamo dall’inizio allora… ma quando vi siete conosciuti com’era? Non eri un po’ gelosa di questo Lane?
Roberta: Ci siamo conosciuti durante il servizio militare di Massimo. Già al secondo appuntamento aveva la radiolina all’orecchio e non mi ha quasi considerata. Comunque ho sopportato tutto senza essere gelosa; certo che se mi amasse come ama il Vicenza per me sarebbe il massimo.
Massimo: Eh sì, era l’anno del militare nel 1990 e io ero il soldato che faceva servizio ai seggi del Parco Trotter di Milano. Vestito di verde ero molto bello, ma di donne ci capivo poco, infatti mentre i miei commilitoni parlavano con le ragazze locali, io chiacchieravo con un guardiano ottantenne di frumento e di granoturco. Forse per curiosità, o forse per pietà, le ragazze vollero conoscere anche me e una di queste – la mia futura moglie – mi diede l’appuntamento che risultò fatale a entrambi…

Passiamo adesso al diretto interessato. Di te so quello che mi hai raccontato per la tua storia in “SOLOLANE” ovviamente erano solo dei frammenti. Per esempio, nel libro ho scritto che hai da sempre le foto sulla carta di identità con la maglia del Vicenza… toglimi una curiosità, ma il fotografo che ti dice?
La fotografa era di Bastida, dunque, vedendomi con la maglia biancorossa, non si è meravigliata più di tanto. Si è stupito di più il carabiniere, che fermandomi in auto per un controllo, ha visto la mia foto con la maglia del Vicenza sulla patente…

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A proposito della serata di presentazione del mio libro “SOLOLANE” per celebrare i 110 anni del Vicenza che ogni tanto ricordi su facebook… tutti gli spettatori che non ti conoscevano sono venuti a chiedermi chi era il tifoso che piangeva sempre… ma cosa ti è successo?
Non finirò mai di ringraziarti per quella magica serata dove toccai il cielo con un dito, assieme a tutti i tifosi del Lane presenti. I filmati storici, i giocatori di un tempo, tutti i tifosi compresi quelli “da fora”, i giornalisti, io che salii sul palco, Pieraldo che alzò la Coppa, e chi più ne ha più ne metta… troppo! Davvero troppo entusiasmo per il mio povero cuore a forma di R. Persi completamente il controllo emotivo anche per il giorno successivo… (passiamo a un’altra domanda perché, a distanza di quattro anni, mi vengono ancora le lacrime agli occhi).

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A Bastida Pancarana ormai tutti sanno di te e della tua squadra del cuore. Mi pare di aver capito che hai praticamente lanizzato quasi tutto il paese?
Diciamo che ogni bastidese sa sempre cosa ha fatto il Vicenza e può capitare di vedere per le vie del paese chi gira con sciarpe o maglie biancorosse. Molte volte ho portato allo stadio diversi miei compaesani. Una volta al Menti eravamo in sette. Pensa che a Bastida avevo fondato i Vigilantes Bastida. Eravamo una ventina e avevamo disegnato uno striscione che portavamo sia alle partite del Bastida che a quelle del Vicenza. Mi ricordo tre macchinate piene nella trasferta serale di Piacenza vinta per uno a zero con gol di Maurizio Rossi.

Scusa, ma qual è la persona che ti fa battere più forte il cuore, famiglia esclusa naturalmente!
Chi mi ha fatto battere il cuore? Tutti! Tutti quelli che hanno il Lane nel sangue: chi mi ha ospitato come Gianmaria; Roberto, che mi ha regalato il libro del Vicenza; Maurizio, che è venuto dove lavoro a donarmi una sciarpa; Pancho, che mi ha procurato i biglietti; Andrea, per le trasferte vissute insieme; i vecchi tifosi della sud come Giba, tutti i tifosi conosciuti tramite Facebook; i calciatori che si sono fatti fotografare con me… e mi fermo qua, perché l’elenco è davvero interminabile.

Ma come è cominciata questa tua passione infinita?
Da piccolo ho tifato un po’ per tutti… Inter, Juve, Milan, Lazio (che aveva vinto lo scudetto), Ajax (che aveva vinto la Coppa Campioni) Fiorentina… Avevo 10 anni e non so esattamente la causa scatenante… sarà il calcio spettacolo che praticava il Lanerossi Vicenza, saranno state le bellissime maglie biancorosse, sarà stata la venerazione per Paolo Rossi, chi lo sa! So solo che poco alla volta mi sono innamorato… un amore destinato a durare per sempre!

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La tua prima volta al Menti…
Era da tempo che volevo venire a vedere il Vicenza, ma i miei genitori – un po’ perché non riuscivano a capire la mia strana esigenza, un po’ perché ero giovane e non si fidavano a lasciarmi andare da solo così lontano – fecero in modo che il mio desiderio rimanesse tale. Insisti oggi, insisti domani… finalmente riuscii a strappare un “va bene” a 17 anni, la partita in programma era Vicenza-Parma. Purtroppo, o forse per fortuna (finì 1 a 4 per il Parma) persi mio nonno e non mi rimase che rimandare la trasferta. A distanza di un anno, grazie a qualche aiuto amichevole (soldi a casa mia ne circolavano pochi) il mio desiderio finalmente si esaudì il 21 aprile del 1985, in programma Vicenza-Livorno. Penso che quella sia stata una delle giornate più belle della mia vita. Una volta sceso dal treno rimasi per non so quanto tempo in estasi davanti al cartello con la scritta VICENZA… cavoli, era tutto vero, dopo tanta attesa io in quel momento ero a Vicenza e non stavo sognando! Passai da Piazza dei Signori, dal Teatro Olimpico, tutto bellissimo! Finalmente arrivai dopo sette lunghi anni di attesa alla mia agognata meta… lo stadio Romeo Menti era lì davanti a me. Mamma mia, mi vengono ancora i brividi… ero ancora inesperto, non sapevo nemmeno come si faceva un biglietto, così vidi delle auto davanti all’ingresso principale e chiesi informazioni. Con mio grande stupore scesero da quelle auto i giocatori del Vicenza Lucchetti, Pasciullo, Baggio, Filippi, Mazzeni e Danio Montani. Quest’ultimo mi prese in simpatia e mi portò con sé dentro alla stadio. Mi fecero mangiare alla mensa, ricordo che nel tavolo con me c’era un giovanissimo Alberto Briaschi e negli altri tavoli c’erano gli storici giocatori del Real Vicenza Giancarlo Salvi e Ernesto Galli (al momento svengo dall’emozione). Nonostante lo stomaco chiuso, riuscii a mangiare qualcosa e dopo venne Danio con in mano una sciarpa del Vicenza tutta per me con la promessa di un gol. Era ancora presto, feci in tempo a fare un po’ di acquisti alle bancarelle e riempii tre borse di materiale tra bandiere, gagliardetti, cuscini, portachiavi e qualsiasi gadget biancorosso. La signora del banco mi regalò una ceramica portaoggetti a forma di bandiera. Poi andai al bar sotto i Distinti e cominciai a gridare a gran voce il mio amore per il Vicenza. Ricordo ancora i visi stupiti di chi era presente, si guardavano tra loro pensando sicuramente cose del tipo “ma questo da dove salta fuori?”. Uno di questi era Pancho seduto o meglio incastrato in una sedia. Tornai al Menti e mi affidarono a un magazziniere di nome Bruno, una persona davvero gentilissima che mi accompagnò nel campetto di allenamento sotto la tribuna. Come un ospite d’onore mi fecero salire in tribuna centrale e da lì ho potuto ammirare quello che aveva sempre desiderato… tutto lo stadio in biancorosso, lo stadio dove avevano giocato i miei idoli come Paolo Rossi. VICENZA… VICENZA… VICENZA… era la prima volta che sentivo l’urlo di una curva. La cosa strana per me era che in quel momento tutti tifavano Vicenza, ero circondato da chi aveva la mia stessa passione e per me, che ero abituato a tifare sempre solo come un cane, fu un’emozione che non so come descrivere. La partita iniziò e la tensione si fece insopportabile … ma ecco il miracolo, dopo un quarto d’ora Danio Montani, proprio lui come direbbe Piccinini, lui che in quel campionato non aveva mai segnato un gol, la buttò dentro come un missile dal limite dell’area. Non ci potevo credere: Danio aveva mantenuto la sua parola ed ora era lì davanti alla tribuna che esultava quasi insieme a me. Rondon e Nicolini completarono l’opera con uno stupendo 3 a 0. Meglio di così…

Ci siamo conosciuti proprio in quegli anni, quando seguire il Vicenza – impantanato nei campi melmosi dell’allora serie C – era veramente un’impresa. Niente internet e servizi televisivi solo il conforto dell’anonima e frettolosa pagina del televideo che dava i risultati. Che ricordi hai di quel Vicenza?

Non era una grande squadra il Vicenza di quegli anni, oltre ad essere in C, si rischiava pure la C2. Ricordo ancora il rigore di Pizzi all’88° che è valso una salvezza e lo spareggio con il Prato. Tutte emozioni vissute con il cuore in gola insieme ai tifosi del Lane. Partite assurde! In Dertona-Vicenza 1-0, mi domandai più volte come mai la squadra di GB Fabbri fosse caduta così in basso.

Sei uno spettacolo anche al Menti. Impossibile vederti stare fermo più di tre secondi durante la partita.
Purtroppo per me la partita è davvero un indescrivibile sofferenza. Vorrei stare seduto tranquillamente e godermi lo spettacolo come al cinema; ma già dopo il fischio iniziale devo percorrere i miei km, per poter smaltire la tensione. Se il risultato è in bilico, le lancette dell’orologio si fermano. Quando il Vicenza fa gol perdo completamente il controllo, abbraccio gente che neanche conosco e il mio istinto primordiale mi fa arrampicare sulla prima rete che trovo.

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Parliamo del Lane. Un tuo giudizio sulle prime partite: cosa ti sembra dei nuovi acquisti, che sensazioni hai per il proseguo del campionato?
Dopo la partitaccia di Ferrara avevo il morale sotto terra ed ho pensato all’ennesima stagione di sofferenza. Poi, la grande prova offerta dai ragazzi a Salerno, ha riacceso la luce della speranza. Onestamente non c’è un colpo di mercato che mi abbia fatto impazzire; ma Franco Lerda, il nostro affidabilissimo allenatore, può contare su elementi di sicuro valore quali Galano, Raicevic, Giacomelli, Adejo, Signori ecc. I nuovi arrivati Siega, Di Piazza e Cernigoi, fanno ben sperare e Zaccardo, fondamentale per la difesa (visto che Fontanini deve recuperare la forma) è in netta crescita. Non riesco comunque ad avere le idee chiare sulle reali potenzialità di questo nuovo Lane; siamo solo alla quarta giornata, ma visto l’inaspettato e repentino miglioramento, le sensazioni sono più che buone.

Ti lascio lo spazio per i saluti finali a mister, squadra e tifosi.
A mister e alla squadra faccio gli auguri di buon lavoro. Sperando che i valori in campo, l’impegno e un po’ di fortuna, possano bastare a portare in alto la Nobile Provinciale, una delle squadre più importanti del calcio italiano. Per quel che riguarda i tifosi posso solo dir loro grazie, grazie e ancora grazie, sono davvero unici! In tutta la mia vita sportiva biancorossa, quando la classifica faceva piangere, mi bastava vedere una foto della Curva Sud, per poter dire con convinzione LANEROSSI VICENZA SARAI PER SEMPRE NEL MIO CUORE!!!!

Bene, ci vediamo presto al Menti, con un doppio incentivo… bigoli co l’arna più vittoria del Lane! Spero che succeda proprio per il tanto atteso derby a dicembre, sarebbe… il Massimo!

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