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Sono ormai cento i tifosi lontani raggiunti da questa rubrica a loro dedicata. In questi sette anni abbiamo viaggiato in tutta Italia e all’estero, con giovani e meno giovani, con tifosi sfegatati e altri un po’ più tiepidi. I nomi sono tanti ormai e oggi devo assolutamente dare spazio una delle colonne portanti del tifo lombardo, che pensavo di avere già intervistato. Sto parlando del grande Pierluigi Fasoli da Crema. Buongiorno Pier, prima di cominciare ti chiedo scusa per questo imperdonabile ritardo, ma la memoria non è più quella di una volta purtroppo …. Per cominciare anche con te chiedo di raccontarci la tua storia biancorossa. Come e quando è cominciata?

Ciao Anna e grazie per le belle parole che hai sempre per noi “da fora” … allora, la mia storia inizia a 10 anni,quando guardando alla televisione 90mo minuto con mio papà, mi innamorai subito di quella mitica squadra che arrivò seconda nel campionato 1977/1978, ma soprattutto di quella stupenda maglia biancorossa. Mi ricordo che quando da ragazzini si giocava a “figu” a lungo o sopra, io le figurine del Lane non le usavo mai, avevo il terrore di perderle …… un vero trauma.

 Che tipo di tifoso sei?

Sono sempre stato un tifoso attivo, che segue seppur da lontano tutto il possibile della mia squadra del cuore …. il Lane!  Da ragazzo ho sempre cercato di fare quante più trasferte possibili e tornare a casa sempre senza voce, altrimenti la partita non mi sembrava vissuta!

 Voi tifosi da fora della Lombardia avete qualche gesto scaramantico prima di partire per una trasferta? Qualcosa del tipo sempre il solito posto in auto ….. o sosta al solito autogrill?

No, non abbiamo gesti scaramantici perche per ogni trasferta non sappiamo mai quanti siamo o da dove partiamo, visto che siamo sparsi in tutta la Lombardia.

Ti faccio il nome di quattro piccoli stadi che penso tu conosca per esserci stato …. Legnano (partite anni 80), Sesto San Giovanni (partite anni 90) Busto Arsizio (partite anno 2013), Gorgonzola (2018), Borgo Venezia (2019). Sono tutti campi di serie C, ma il calcio in quarant’anni ha subito grandi sconvolgimenti e anche lo stato d’animo con cui noi tifosi abbiamo affrontato queste trasferte è profondamente cambiato.. ….. 

A questi stadi ce ne sono da aggiungere tanti altri altrettanto piccoli e in posti assurdi per la storia e il blasone del Lane, tipo Leffe, Palazzolo sull’Oglio, Ospitaletto, Rho. Ogni trasferta porta con se’ un’emozione, un ricordo e questo per me è il calcio …. nulla cambia se vissuto in curva.

Dopo tanti anni in cui i gironi di serie C venivano composti tagliando l’Italia in senso orizzontale, da qualche anno si è scelta l’asse verticale, con il Vicenza che si gioca la quasi totalità delle partite con squadre dell’Emilia Romagna e delle Marche. Un criterio che vi ha decisamente penalizzati …. e tra l’altro ci ha tolto la soddisfazione di rivedere il Monza e in particolare il “gentleman” Ettore Marchi al Menti ….

Sì, é vero. C’è da dire che noi da fora siamo sempre e comunque in trasferta. Cerchiamo di conciliare alla meglio lavoro, famiglia e passione calcistica. Gli impegni sono tanti ma un posto per il Lane lo troviamo comunque!

Una perla di Mister Ulivieri: “A Vicenza ho insegnato ai giocatori a vincere ma anche a perdere”. Detto da lui suona un po’ strano …. Oppure un’altra dichiarazione ai tempi della sua prima esperienza a Vicenza: “Ricordo che preparavamo in allenamento le punizioni. Giussy Farina mi disse ‘Lei è giovane. Le consiglio di lasciar perdere ‘sti schemi. Meglio una botta addosso alla barriera. La gente fischia e muore li”. Così arriviamo a Cesena, senza aver più preparato nulla. Farina era in panchina. Ci danno una punizione da venti metri. Gli chiedo “Presidente, che facciamo?”. E lui: ‘Un bel tiro alla c**** di cane”. Intanto Paolo Rosi sistema la palla e batte la punizione: pallone all’incrocio dei pali e gol. Una bella punizione alla c**** di cane…». Secondo te, dato per scontato che personaggi come Ulivieri restano unici e irripetibili, non ti pare che il mondo del calcio abbia perso la capacità di autoironia e di saper ridere di se’ stesso che piaceva tanto ai tifosi?

Ulivieri è stato un grande ed è rimasto imbattibile in sala stampa per le sue battute. Sicuramente viviamo in un mondo in cui ci si prende tutti un po’ troppo sul serio, e sicuramente il calcio riflette un po’ la società in cui viviamo, frenetica e nervosa.

Ci siamo incontrati domenica al Gavagnin-Nocini. Partita sofferta, ma alla fine contano i tre punti.    

In serie C è importante saper soffrire e in questo caso la vittoria di Verona dal mio punto di vista è stata molto importante, si è vista una squadra che ha saputo gestire i momenti di difficoltà e di aggressività degli avversari

Ormai è diventata una moda: chi entra in campo dalla panchina segna ….

Più che una moda, direi che è un saper gestire la rosa e tener tutti i giocatori sulla corda, visto che finalmente abbiamo una panchina lunga e di qualità

Il 3 novembre arriva il Padova. Sarebbe bello essere sotto di un punto …. vincere … e fare il sorpasso …..

Sarebbe stupendo, ma per me non determinante. L’importante è rimanere lì ed essere in forma in primavera,quando si decidono i campionati.

Siamo arrivati ai saluti. Ti lascio tutto lo spazio che vuoi per un tuo messaggio al mister, alla squadra e ai tifosi

Al mister ho poco da dire, l’ho sentito parlare più volte già dalla festa estiva della curva, lui è un mito e sa benissimo cos’è il Lane e cosa rappresenta per noi tifosi. Alla squadra dico solo di essere sempre consapevoli di indossare una maglia storica e che noi tifosi, quando vediamo che danno l’anima in campo, siamo già contenti. Permettimi di fare un plauso a questi giovani ragazzi che han preso in mano la curva nel dopo Vigilantes. Eravamo finiti in un brutto tunnel nell’era Cassingena, non solo di risultati e di immagine. La proprietà era riuscita a creare problemi anche tra i tifosi e loro sono stati bravi a far rinascere la mitica curva sud. Un saluto a tutto il Menti,  perché anche il quadrato distinti contribuisce con il suo tifo e le sue coreografie e rendere lo stadio caloroso e colorito.

Grazie Pier della tua disponibilità. Chissà, magari ci si vede anche a Piacenza ….

 

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