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Si sta discutendo molto sulla (sofferta) decisione che ha portato la Curva Sud a non entrare allo stadio, ed a riguardo avevamo già avuto modo di pubblicare un loro comunicato. In un momento difficile per la squadra biancorossa molti tifosi hanno chiesto ai gruppi della Curva Sud di tornare allo stadio e di riprendere a sostenere, incitare il L.R. Vicenza con la loro impareggiabile regia. A riguardo Federico Pesavento, a titolo personale, spiega qual è la situazione attuale.

 

Forse occorre fare un po’ di chiarezza e ripetere le motivazioni per cui, ad oggi, non ci sono ancora le condizioni per il tifo organizzato, almeno non ovunque.

Il problema principale deriva dal fatto che non c’è una fonte normativa chiara e, come spesso accade in questo splendido paese, si delega alle singole questure il compito di vigilare e gestire gli accessi e ciò che accade all’interno degli stadi.

“Paese che vai usanze che trovi” direi che potrebbe esser stato scritto pensando alla gestione degli stadi in giro per l’Italia.

Gli esempi di tifoserie che fanno ciò che vogliono e, foto e video alla mano, si comportano come se dal febbraio 2020 nulla sia successo, sono tanti e sempre di più.
Sostanzialmente in queste città i Questori si girano dall’altra parte e decidono di non intervenire.
A questo proposito sembrerebbe che anche il Governo cominci ad allinearsi parlando di 80% di capienza senza obbligo di mascherina.
Lo sapremo solo entro il 30 settembre, termine ultimo per il CTS per esprimere il proprio parere.

Tuttavia, in attesa di una vera previsione normativa, ci sono esempi diversi e diametralmente opposti.

Ed ecco quindi che, la Questura di Terni, decide di applicare quello che le linee guida dicono e sanzionare 20 tifosi del Pisa con una multa sino all’importo di 500,00€ (cinquecento!!!) ciascuno per non aver rispettato “le norme sul distanziamento e sull’assegnazione dei posti all’interno dello stadio”.

Perché solo 20? Beh, non esistendo giuridicamente il concetto di “mal comune mezzo gaudio”, non serve essere un criminologo per comprendere che probabilmente questi provvedimenti siano precisamente indirizzati a determinati soggetti.

Veniamo quindi alla nostra condizione.
C’è certezza sul fatto che entrando in curva e facendo come abbiamo sempre fatto la Questura di Vicenza si allinei alla stragrande maggioranza delle Questure Italiane?
No, questa certezza al momento non c’è. Su questo, ve lo posso assicurare, si lavorerà con dialogo e buon senso, sperando che questo possa prevalere, e si possa tornare a vivere lo stadio come peraltro accade in tutto il resto d’Europa.
Ed in questo dialogo credo fermamente.

Perché altre tifoserie non si fanno di questi problemi? Non lo si sa, ma noi rispondiamo per noi stessi, non per altri.
Se ve lo state chiedendo non siamo gli unici ad avere questo problema, basta usare questo meraviglioso mondo di Facebook per rendersi conto che in molte altre città d’Italia la situazione è la stessa che stiamo vivendo noi.

Non serve essere ultras, non serve avere alcuna mentalità, questa situazione non riguarda la frangia oltranzista e reazionaria del tifo, bensì la tifoseria intera.

Non si sta fuori dallo stadio per capriccio o per una lotta contro i mulini a vento.

Seduti, senza pezze e bandiere e con il rischio di inutili e gravosi provvedimenti sono tutti elementi che fanno si che il tifo, per come lo conosciamo, ad oggi sia difficile, se non pericoloso.

Ma questa surreale condizione avrà una fine, a breve, brevissimo, ma ce l’avrà.

Nel frattempo leggete, documentatevi, seguite i nostri canali, partecipate ed incazzatevi, ma fatelo con chi merita la vostra rabbia.
Concludo dicendovi che, come tutti, non vedo l’ora di vedere di nuovo i ragazzi in balaustra a far cantare la Curva, perché vedo quanto la gente abbia voglia di tornare a tifare e vedo le facce di quei ragazzi.
Spero vi ricorderete di questo vuoto assordante quando la squadra starà perdendo sotto un diluvio in una fredda giornata di novembre.

Fino ad allora è meglio ripetere ancora una volta:
nessuno impedirà mai ad un tifoso vicentino di entrare all’interno dello stadio e posizionarsi in Curva Sud.
Nessuno bloccherà il coro spontaneo che coinvolga tutti i presenti.
Ma soprattutto, nessuno vuole lasciare la squadra da sola, anzi ognuno vorrebbe poter esser lì sempre, ma libero.

LIBERO DI TIFARE

Federico Pesavento

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