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Confente 5,5:  Non è sul banco degli imputati della disfatta, perché sui gol poco poteva, ma non dà quel senso di sicurezza di cui avrebbe bisogno una difesa già traballante di suo.

Cappelletti 4: I continui infortuni hanno privato il L.R.Vicenza di un interprete top per la categoria. Quella che va in campo è la pallida controfigura: impacciato e a volte addirittura in difficoltà su cose elementari, non è aiutato da una fase difensiva che mette in croce i giocatori che non sono al top della condizione ( dal 65′ Oviszach 4: poco da commentare: entra e praticamente non ne indovina una e dalla sua parte il Novara sfonda senza faticare)

Bellich 4,5: Fino al gol del pareggio è forse il migliore della difesa, poi si inventa un’uscita scriteriata  che da il “la” al gol vittoria degli ospiti. Da li in poi va completamente in tilt e naufraga.

Sandon 5: Alterna attente chiusure a errori da dilettante, come l’inutile fallo che origina la punizione del pari ospite. Si cresce (purtroppo) anche così…

Valietti 5: Si vede poco da esterno e la mossa di spostarlo “braccetto” per l’assalto finale, diventa un autogol perchè va ulteriormente in difficoltà.

Cavion 4: Galleggia fino a quando non esce Zonta, poi affonda, preso in mezzo alla superiorità numerica del centrocampo avversario. Da lui ci si aspettava non solo tecnica ma anche carisma da leader, invece è sempre tra i primi a finire nell’anonimato.

Zonta 6: Sostituito per un problema fisico (a proposito, ma quanti infortuni muscolari ha il L.R. Vicenza di Modesto?), in campo aveva fatto il suo, come sempre senza giocate trascendentali. Fuori lui i biancorossi denotano la coperta corta a centrocampo, su cui volutamente non si è posto rimedio sul mercato. (dal 45′ Della Morte 4,5: Mezzo punto in più di attenuante dovuta al fatto che era arrivato da un paio di giorni e probabilmente pensava di essere ancora in campo con la Pro Vercelli. Semplicemente spaesato, tocca due o tre palloni, rimanendo ai margini della manovra. La speranza è che si ambienti presto e soprattutto che non “imbrocchisca” come capita a molti giocatori appena arrivano a Vicenza ed annusano l’aria del “Menti”)

Greco 5: Benino fino a quando gioca da esterno. Spostato centrale, in linea con la diretta Rai, diventa protagonista di “Chi l’ha visto?”

Dalmonte 4,5: Un po’ di qua, un po’ di là… alla fine probabilmente sta entrando in una crisi di identità tattica. Qualche accelerata delle sue ma, stringi stringi non ne esce nulla di concreto.

Stoppa 4: L’idea di Modesto probabilmente era quella di mettere in difficoltà la difesa del Novara con giocatori rapidi e bravi nell’uno contro uno, ma viene disattesa dalla serata di scarsa vena degli interpreti. Che sia bravo lo sappiamo ma l’esercizio tecnico con la palla fine a se stesso va bene per la ginnastica ritmica. Non è felice quasi mai nemmeno nelle scelte di gioco (dal 75′ Giacomelli s.v:  Prova una conclusione che esce sul fondo, per il resto in campo solo per aggiungere mestamente una nuova tacca al suo record di presenze)

Rolfini 6: L’unica nota positiva di questo ultima fase horror del L.R. Vicenza è che bloccatosi Ferrari ha iniziato a segnare lui, che è l’unico a provare ad impensierire Desjardins (dal 65′ Ferrari 5: Entra per sbloccare la gara dal pari ma il gol lo prendono i biancorossi. Il Novara si chiude ulteriormente e poi su di lui entra in azione la solita gabbia)

Modesto 4: Quattro sconfitte nelle ultime cinque gare: l’effetto Modesto è ufficialmente finito e la squadra è tornata pallida, timorosa, insomma il classico gigante dai piedi di argilla. I numeri (8 sconfitte e 28 reti subite in 25 gare) non sono tutti figli suoi, ma non sono certo da compagine che può ambire al salto di categoria. Aggiungiamo che il confronto con lo stesso percorso compiuto da Baldini ad inizio stagione dice 7 punti a 10, quindi con un saldo negativo di -3, in un girone di ritorno in cui invece bisognerebbe correre di più. Suggeriamo in questo momento di accantonare l’idea di promozione diretta e cercare di arrivare in una posizione playoff migliore possibile, magari passando attraverso quella Coppa Italia che, se non altro, costituirebbe un trofeo vinto in un intervallo ventennale in cui i tifosi hanno ingoiato quasi solo bocconi amari.
Per il resto non è dato sapere se lui ha avvallato le scelte di mercato, sta di fatto che in questa gara, l’undici sceso in campo, già in difficoltà per mancanza di interpreti nei ruoli chiave è stato messo ulteriormente in difficoltà dalle scelte dell’allenatore e se dalla panchina c’era poco da pescare, ci si chieda se trecentomila euro non potevano essere spesi su un centrocampista o un difensore, invece che su un giocatore che sarà pure un investimento ma che va ad aggiungersi ad un reparto che sembrava l’unico non necessario di rinforzi.

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