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Riprendiamo le nostre interviste con i tifosi lontani e questa settimana andiamo nella bellissima Calabria dove vive Gesualdo Albanese, che molti dei lettori “vintage” ricordano molto bene per aver indossato la maglia del Vicenza in un’unica magica stagione, quella del 1976/1977 ovvero quella della promozione in serie A con il mai abbastanza compianto Gibì Fabbri.

Buongiorno Gessy, calabrese di nascita hai girovagato in varie squadre del sud e del nord prima di approdare al Lanerossi Vicenza….
Eh sì … sono partito da Roccella, poi Reggina, Siderno, Massese, Reggiana, Avellino e Modena ….

Se non sbaglio nella Massese hai anche avuto Franco Cerilli come compagno di squadra … che ricordi hai del giovane e talentuoso mancino numero sette?
Franco è arrivato a Massa giovanissimo, ha iniziato a giocare quando io sono andato alla Reggiana … ma ci siamo resi conto subito che avrebbe fatto un’ottima carriera, infatti l’anno dopo è approdato all’Inter. E dopo qualche anno ci siamo ritrovati a Vicenza …

Torniamo al Lanerossi Vicenza. Un attacco spettacolare quell’anno con Paolo Rossi, Stefano D’Aversa, Massimo Briaschi e te. Diciamo che forse sei arrivato nel momento sbagliato ….
Eravamo tutti dei ragazzini. All’inizio si pensava che il titolare avrei potuto essere io, ma prima dell’inizio del campionato Paolo ci ha “costretti” a diventare panchinari. Briaschi era il più giovane di tutti, solamente l’anno dopo ha iniziato a giocare, per poi diventare titolare e in seguito giocatore di squadre importanti.

Quell’anno Pablito vinse la classifica dei cannonieri con 21 reti. Tu però ti eri presentato molto bene in Coppa Italia realizzando tre gol: uno contro il Lecce e due addirittura contro la Juve, che però ci eliminò dal torneo ….
Devo dire che in quella squadra, grazie alle capacità di un grande allenatore come Gibì Fabbri, chiunque come terminale offensivo riusciva a tramutare in gol le tantissime occasioni che la squadra creava.

Ma il tuo gol più memorabile fu quello “alla Maradona” segnato in campionato contro l’Atalanta …. Sono sicura che i nerazzurri stanno ancora rosicando!
Sì, è stato un gol molto importante contro la nostra diretta concorrente alla promozione. Certamente non è stato bello, fra l’altro come ricordavi tu ha suscitato mille polemiche in quanto forse segnato con la mano.

Ci puoi regalare un tuo ricordo personale sul grande indimenticabile Gibì Fabbri?
Un grandissimo allenatore, è arrivato a Vicenza dopo una retrocessione a Piacenza, dovevamo solo salvarci ma grazie al suo modo innovativo di interpretare il calcio ha creato una squadra che otteneva grandi risultati facendo spettacolo.

Una volta appese le scarpette al chiodo e dopo il corso per allenatori di Coverciano, nel 1979 hai allenato le giovanili del Vicenza, quindi il Cittadella e poi via via molte formazioni del sud Italia. Ti è capitato tra le mani qualche buon giocatore che hai poi visto in squadre più importanti?
Sì, supercorso a Coverciano e ritorno a Vicenza come Responsabile del settore giovanile e allenatore della Primavera. Questo per me è un ricordo fantastico, oltre alla vittoria del Campionato c’è stata la possibilità di valorizzare tanti giocatori come Manzo, Renica, Mattiazzo, Dal Bianco, Dal Prà, Guerra. In più, proprio quell’anno, grazie all’impegno di un grande personaggio come Paolo Brazzale, abbiamo portato a Vicenza Roberto Baggio … Nella mia carriera ho poi allenato tanti giocatori importanti come Beccalossi, Vincenzi, Magnocavallo, Coccia, Guerini, Nardini e qualche giovane che dalle serie inferiori e arrivato alla serie A. Fioretti è uno di questi.

Attualmente lavori con gli allievi regionali della squadra del tuo paese natale, in Calabria. Puoi parlarci di questa tua esperienza?
Lavoro nella mia scuola calcio, dove ogni anno riusciamo a piazzare tanti ragazzi nelle serie professionistiche. Solo quest’anno abbiamo mandato due giovanissimi calciatori alla Juve, due al Sassuolo e uno al Carpi.

Tu insegni ai giovani l’onestà e la lealtà sportiva in un mondo calcistico sempre più corrotto e alla mercé del dio denaro. E’ un lavoro difficile di questi tempi predicare sacrificio, sudore e attaccamento alla maglia ….
Insegno loro che il calcio non è un sogno, è uno sport, è un’industria, è un luogo della politica e del potere. Che sarebbe bello vivere nell’Olimpo ma siamo sulla terra dove niente sarà totalmente pulito. Questo bisogna insegnare ai bambini, perché diventino maturi e soprattutto per prepararli al peggio …

Nonostante la lontananza Vicenza e il Lane ti sono rimasti sempre nel cuore. Hai un ricordo speciale e indelebile da raccontarci?
Devo dirti la verità … quello che rimane nel cuore di tutti coloro che hanno indossato la maglia biancorossa di Vicenza è l’amore e la passione dei tifosi.

Torniamo al nostro Vicenza. Dopo lo splendido terzo posto guadagnato inaspettatamente lo scorso campionato sarà difficile ripetersi …
Guarda, il fatto che sia rimasto Pasquale Marino sulla panchina del Vicenza mi fa pensare che il 2016 sarà l’anno buono per vedere finalmente il nostro Lane ritornare in serie A!

Bene siamo arrivati alla fine della nostra chiacchierata …. Vuoi mandare un saluto ai tuoi ex compagni, ai tifosi del Vicenza e alla squadra che si accinge a partire per il ritiro pre-campionato?
Mando un affettuoso saluto a tutti i miei ex compagni che vivono a Vicenza o che leggono questa rubrica, un grande in bocca al lupo a tutto il Vicenza Calcio e un particolare saluto a tutti i tifosi biancorossi che sono sempre nel mio cuore. Forza Lane!

Grazie Gesualdo e speriamo davvero che le tue parole ci portino fortuna e che questa sia la volta buona!

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