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Riprendiamo il nostro appuntamento con i nostri tifosi lontani per raggiungere Alessandria e incontrare un VIP biancorosso, ovvero uno che il calcio l’ha giocato davvero e che non ha mai dimenticato i suoi trascorsi a Vicenza. Sto parlando di Maurizio Ferrarese, il biondo difensore piemontese che molti dei lettori di questa rubrica sicuramente ricordano e che è rimasto davvero molto legato alla maglie del Lane.

Buongiorno Maurizio, sono passati esattamente 25 anni da quando sei arrivato per la prima volta nella città del Palladio, dopo aver lasciato la Lucchese che si era piazzata a un lusinghiero sesto posto e dove avevi incontrato due vecchie conoscenze del calcio vicentino: Gabriele Savino e mister Corrado Orrico…
Sì, è vero. Nella Lucchese ho vissuto un’esperienza molto bella, quell’anno eravamo una neopromossa e abbiamo disputato un ottimo campionato. Ricordo che continuammo ad allenarci anche dopo la fine del campionato. La società aveva presentato un ricorso perché un giocatore del Brescia non aveva risposto alla convocazione della Nazionale adducendo problemi fisici, mentre in effetti la domenica successiva si era presentato regolarmente in campo con la sua squadra. Il ricorso non fu accettato e quindi noi non potemmo partecipare agli spareggi per la serie A. Ho conosciuto mister Orrico – con il quale mi sono trovato molto bene – che l’anno successivo andò ad allenare l’Inter – e Lele Savino, che ritrovai poi a Vicenza dove si era stabilito. Entrambi due gran belle persone.

Puoi regalarci qualche ricordo del tuo primo anno a Vicenza nel 1991/1992 con Ulivieri in panca, al quale va riconosciuto il merito di aver costruito la spina dorsale di quel Vicenza che arriverà ad alzare al cielo la Coppa Italia nelle mani del capitano Giovanni Lopez?
Ho un bellissimo ricordo di quel periodo e non lo dico certo per opportunismo ma perché lo sento nel cuore. Io mi sono trovato particolarmente bene nelle squadre che avessero un patrimonio di storia importante. Vicenza, Torino e Alessandria hanno in comune il blasone e un seguito di passione davvero unici. Quando indossi una maglia così “pesante” avverti subito che non hai sulle spalle solo un pezzo di stoffa ma anche la storia della società e della città … percepisci l’affetto e l’attenzione dei tifosi che rappresenti quando sei in campo …. non puoi rimanere indifferente a queste sensazioni! Ho legato subito con la gente di Vicenza, tutte persone che si avvicinavano molto al mio modo di essere e al mio modo di sentire la vita. Grandi lavoratori … ma con un cuore grande così!

Poi un anno di transazione a Torino, proprio mentre il Vicenza risale finalmente in serie B …
Devo ammettere che sono sempre stato un tifoso del Toro, fin da quando sono nato. Pensa che quando giocavo nell’Alessandria mi è capitato di entrare nello spogliatoio dei miei idoli, un sogno che avevo fatto chissà quante volte da bambino! A mister Fascetti devo solo dire grazie, con lui ho collezionato ben 17 presenze … eppure alla fine ho chiesto io di andare via per vivere un campionato da protagonista ….

Nel campionato 1993/1994 torni ancora a Vicenza per rimanerci due anni, fino alla storica promozione in serie A. Anche qui ti chiedo di condividere con noi quei momenti …
Ho solo cose belle da dire … di tutti! Presidente, allenatore, compagni e tifosi. Ti sembreranno scontate le mie parole, ma questo tuffo nel passato sta facendo riemergere ricordi indelebili che mi fanno venire ancor adesso la pelle d’oca … Mi ritengo una persona molto fortunata a poter rivivere tante emozioni … le metti da parte per un po’ e poi quando ritornano sono vive e forti come se il tempo non fosse mai passato … L’anno della promozione in serie B abitavo a Santa Caterina, un quartiere tranquillo del centro. Con i tifosi avevo un rapporto stupendo, ci trovavamo al bar vicino a casa, si mangiava e si beveva insieme. Ti faccio un esempio: la mattina dopo la partita della promozione, ho aperto la finestra e ho visto un lenzuolo steso con la scritta “ Grazie Maurizio – uno di noi”. Sono cose che non si possono dimenticare. Con mister Ulivieri ho vissuto anni davvero particolari, è una molto persona preparata e competente, da lui ho imparato tantissimo. Con i compagni avevamo instaurato un’amicizia di profondo spessore. Ci sono stati periodi complicati dal punto di vista societario, con il presidente Dalle Carbonare in gravissime difficoltà finanziarie. In quei momenti così bui ci siamo guardati in faccia tra di noi e siamo andati avanti oltre gli interessi personali. Questo ha rappresentato indubbiamente un ulteriore legame che ci terrà uniti per sempre.

Come mai allora hai lasciato Vicenza?
L’anno che arrivò Guidolin naturalmente la società voleva riconfermarmi. Ricordo che ero in scadenza di contratto, io avevo già comprato l’appartamento in città e avevo comunicato chiaramente la mia intenzione di rimanere sia ai dirigenti, sia all’allenatore. Ero tranquillo. Ricevetti persino una telefonata da Ulivieri, che nel frattempo era andato a Bologna, dove la società era intenzionata a cedere il difensore titolare. Qualcosa però andò storto, il Vicenza acquistò Sartor dalla Juve e con il Bologna non se ne fece più nulla. Con mio grandissimo dispiacere lasciai la società che amavo tanto e mi accasai al Valdagno, dove peraltro ho vissuto una bellissima esperienza. La vita è così … sono stato felicissimo per i miei compagni che hanno poi raggiunto la serie A e conquistato trionfalmente la Coppa Italia … però … tante volte mi sono ritrovato a pensare che potevo esserci anch’io ad alzare quella coppa … Era una gioia che avrei voluto condividere con tutti i tifosi e che purtroppo mi è sfuggita.

Sei rimasto in contatto con qualche ex biancorosso? So che ce ne sono almeno un paio che vivono dalle tue parti …
Non come e quanto vorrei, ma il pensiero c’è sempre. Vedo il Doge Stefano Civeriati che vive qui ad Alessandria dove allena gli Allievi Nazionali. Recentemente ho rivisto Aladino Valoti che ricopre l’incarico di Direttore Sportivo dell’Albinoleffe. Davanti a lui mi sono ritrovato come ad aprire gli occhi mentre ci stiamo allacciando le scarpe negli spogliatoi del Menti prima di entrare in campo. Ho da poco sentito per telefono anche Nando Gasparini, una persona vera e pura, come lo vedi lui é. Ricorderò sempre le sue interviste rilasciate in dialetto veneziano … un vero spettacolo! Ecco, quando ritrovo i miei ex compagni di Vicenza é ogni volta come ritornare a casa …

Dopo Valdagno, ancora Alessandria … per appendere poi gli scarpini al chiodo al Montichiari.
Alessandria sì … purtroppo quell’anno ho subito un grave incidente di gioco riportando la frattura scomposta della rotula. Un lungo stop e tante difficoltà per il recupero. Un infortunio che a 20 anni si supera più facilmente, forse ho sofferto più del dovuto … o forse mi sono lasciato sopraffare da questo momento di difficoltà, temendo di non riuscire più a recuperare le doti di agonismo e combattività che mi avevano sempre contraddistinto. Adesso, a distanza di tanto tempo, penso che avrei dovuto lottare di più e credere maggiormente in me stesso. Ho lasciato il calcio a soli 31 anni per paura di non poter più dare il massimo … un vero peccato!

Lasciata la carriera di calciatore ti sei accomodato in panchina come allenatore ….
E’ vero, e come inizio ho vissuto una bellissima esperienza nel calcio femminile. Ho voluto mettermi alla prova in un mondo che non conoscevo e che mi ha dato la grande soddisfazione del terzo posto in serie A2, miglior risultato di sempre. Poi ho allenato il Villavernia in Eccellenza, conquistando la promozione in serie D, quindi le giovanili della Valenzana. Nell’Alessandria sono stato il vice di Sonzogni nel 2011-2012, riuscendo a guadagnare la salvezza. L’anno successivo l’ho seguito per un’esperienza davvero interessante nella serie A Bulgara con il Botev Vraca. La nostra avventura è durata solo qualche mese ma ci ha permesso di confrontarci in un ambiente diverso e molto impegnativo. Poi sono tornato ad allenare le giovanili dell’Alessandria e quest’anno guido la formazione Beretti …

Di questi tempi non è semplice lavorare con i più piccoli … o sbaglio?
Cosa vuoi … sono cambiati i tempi! I genitori dovrebbero essere una risorsa importante, un aiuto sia per i piccoli calciatori che per l’allenatore. Il mio primo obiettivo è quello di formare persone educate e buoni sportivi. Se una persona è ben educata, è più disposta ad accettare le regole, a impegnarsi in una crescita umana e non solo sportiva. Non mi stanco mai di ripeterlo … per giocare a certi livelli sono necessarie non solo le qualità tecniche ma anche quelle morali …

Il calcio moderno non piace nemmeno a te, vero?
Nel calcio di oggi ci si perde in e-mail, in convegni, in slides, in schemi e parole inutili … si tralasciano concetti veramente importanti come il fare gruppo e diventare squadra, si perdono per parlare del nulla … Prima o poi ci si renderà conto che il passato non è tutto da buttare, tra l’altro sono convinto che oggi si vinca anche molto meno dei tempi in cui giocavo io ….

Parliamo del tuo Vicenza …. So che ti tieni sempre informato sulle vicende biancorosse: che idea ti sei fatto del campionato appena iniziato?
L’anno scorso abbiamo vissuto un sogno incredibile infranto ai playoff … una meritata promozione in serie A sfuggita per un nulla. Ho seguito il mercato di quest’anno e ho visto che nonostante qualche partenza importante avete iniziato bene. Conoscendo la piazza so che c’è tantissima voglia di serie A e di rivivere un passato glorioso … Pensa che sono tornato al Menti da avversario (vice allenatore) contro il Real Vicenza e ho provato due volte un’immensa tristezza: per lo stadio deserto e per essermi trovato nello spogliatoio sbagliato …

Vuoi mandare un saluto ai tuoi ex compagni di squadra e al meraviglioso pubblico di Vicenza?
Saluto i miei ex compagni con la speranza di rivederli presto, come è avvenuto in occasione dell’incontro amichevole svoltosi nel 2007 tra una rappresentativa del Vicenza 1992/1995 e la squadra vincitrice della Coppa Italia 1997. E’ stata una giornata fantastica …. tre anni indimenticabili e bellissimi quelli a Vicenza! Ai tifosi biancorossi ricordo che c’è un fedelissimo che vi segue da lontano. Uno che ha vestito con orgoglio la maglia biancorossa e l’ha sentita sua come una seconda pelle. Speriamo di guadagnare la promozione in serie A che ci è ingiustamente sfuggita lo scorso anno. In bocca al lupo ragazzi e SEMPRE FORZA LANE!

Grazie Maurizio della tua gentile disponibilità. Speriamo ci possa essere davvero l’occasione di incontrarci presto qui a Vicenza … sono tanti i tifosi che non ti hanno dimenticato!

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