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Se ad aprile il Vicenza dovesse essere sprofondato in classifica senza più speranze di salvezza, Vi.Fin. staccherebbe la spina. Questa la morale del lungo intervento di Alfredo Pastorelli, ospite ieri su Tva a “Rigorosamente calcio“. Il presidente di Vi.Fin. ha rilasciato dichiarazioni importanti sul futuro del Vicenza, sempre più in bilico, mettendo le sorti della società in mano alla squadra e a mister Marino: nella malaugurata ipotesi che ad aprile non ci dovessero essere più speranze di salvezza non pagherebbe gli stipendi. A quel punto è facile immaginare le conseguenze: penalizzazione, retrocessione con lo spettro del fallimento. Pastorelli ha infatti ribadito che Vi. Fin. eserciterà l’opzione di acquisto, che scade a dicembre 2016, solo in caso di permanenza in B.

Ecco tutte le dichiarazioni di Pastorelli alla trasmissione di Mauro Dalla Pozza, che la settimana scorsa aveva ospitato Sergio Cassingena. In studio, tra gli altri, la bandiera biancorossa Giorgio Carrera, carico, arrabbiato e diretto come sempre. Una puntata di fuoco (come raramente è accaduto) dove il presidente di Vi.Fin. ha svelato alcuni retroscena degli ultimi mesi, non risparmiando critiche a chi ha portato il Vicenza Calcio in questa situazione.

Ha aperto le danze Carrera, che per tutto il tempo ha fatto sudare freddo il troppo timoroso (ma perché?!) Dalla Pozza: se siamo in questa situazione “la parte tecnica e gli arbitri non c’entrano niente. È colpa del dissesto societario, fabbrica di debiti, che ha inghiottito anche la squadra”. Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Formaggio, ex conduttore della trasmissione, più critico nella versione di ospite: “Gli arbitri sono un alibi assurdo, non siamo in fondo alla classifica per questo. Mi sembra un modo per assolvere giocatori, tecnico e società”.

La parola passa quindi a Pastorelli: “Un anno fa Polato e Sergio Cassingena, quando il Vicenza era terzo, mi hanno detto che non avevano più risorse e non potevano andare avanti. Avevo deciso di investire in un’altra cosa da lasciare alla città ma ho deciso di dare una mano per il calcio. E se ci ripenso mi vengono i capelli dritti… non pensavo che il calcio fosse un mondo così difficilmente gestibile. Tutte le attività che ho intrapreso come imprenditore hanno avuto successo, ma per la prima volta mi trovo in difficoltà perché avevamo individuato un monte debiti di un certo tipo, ma poi sono aumentati in modo esponenziale. Abbiamo detto che ci saremmo fatti carichi di tutto ma dovevamo mantenere la categoria. Poi le cose hanno cominciato a non andare bene”.

I rapporti con Sergio Cassingena si cominciano a deteriorare: “Già questa estate Cassingena aveva fatto cose che non mi erano piaciute e le ho esternate. Dopo la famosa diatriba dei tre presidenti, alla partita in cui io mi ero presentato come presidente di Vi. Fin. e Polato come presidente del Vicenza Calcio (il riferimento è all’amichevole estiva contro la Lazio, ndr), mi ero ripromesso che lui si doveva mettere da parte. Anche perché i debiti non li ho fatti mica io… Nonostante avesse acconsentito, Cassingena ha cominciato ad andare sempre a Isola e a parlare con i giocatori. Finché non fosse uscito tutto sui giornali avevo deciso di lasciar perdere per non destabilizzare l’ambiente”.

“Poi dieci giorni fa ha esternato pubblicamente che la parte tecnica ce l’ha il CDA del Vicenza Calcio, quindi Polato, Mandato, Dario Cassingena, Cristallini e Adamo. Ho preso atto di questo e nell’ultima assemblea di Vi.Fin. ho detto che avrei fatto come Ponzio Pilato, lavandomi le mani su tutto ciò che concerne la parte tecnica, come l’allenatore. Ma ho detto anche che se non rimaniamo in Serie B abbandono la nave. Sarò l’ultimo a farlo, non come Schettino, ma l’abbandono”. Concetto espresso pochi giorni fa da Marco Franchetto.

Mi sono sentito delegittimato da Cassingena. Ho deciso comunque di andare avanti, ma con il senno di poi non lo rifarei. O l’avrei fermato prima o me ne sarei andato io. Non sono così presuntuoso da dire che avrei potuto curare io la parte tecnica, perché non faccio il direttore sportivo, ma conoscendo tutti la situazione finanziaria, non mi sarei mai aspettato che tra Tizio, Caio e Sempronio andassero a prender sempronio che costa di più e magari rende meno. (Non fa il nome dei calciatori, ndr). Questa è stata la mia delusione. Dice Sergio Cassingena che la parte tecnica è in mano a Cristallini e a suo figlio Dario, ma io dico: ‘Ma in che mani siamo?!’. No, Marino non ha responsabilità: allena i giocatori che gli hanno messo a disposizione ed è pure bravo”.

Incalzato da Formaggio, Pastorelli ammette che, in caso di acquisto, vorrebbe sostituire il ds Paolo Cristiallini, ma smentisce il nome di Pasquale Sensibile: “Non ho mai proposto nulla alla società. Ma nel caso in cui dovessimo acquistare (a Natale ero ancora fiducioso nei playoff) avevo in mente di cambiare perché insoddisfatto dal modus operandi adottato fino adesso”.

Carrera, riportando l’ultimo editoriale di Biancorossi.net, esorta a prendere come esempio il Lanciano, società allo sbando dove la società ha ripreso in mano il comando facendo tirare fuori dalle sabbie mobili la squadra: “C’è bisogno di un comandante. Lo faccia Alfredo, va bene, anche lui, purché si sappia chi comanda. Non posso accettare che un ultrà chieda spiegazioni a Cristallini e lui dice di non sapere chi comanda… Ma ci stanno prendendo in giro? Serve chiarezza in società. Cassingena, visto che hai detto che non c’entri più nulla, tirati da parte e sparisci dal Menti, lascia fare a loro! Sarai stato bravo nei supermercati Sisa, ma il calcio è un’altra cosa. Bisogna ripartire da zero con uno che comanda”.

Pastorelli chiarisce che al momento, non avendo esercitato l’opzione di acquisto, non può essere lui: “Non posso essere al momento io la figura al comando. Polato ha esperienza e sta lavorando bene”.

Su Marino svela un retroscena: “Durante Vicenza-Modena stavamo perdendo, ero imbestialito, ho detto che se avessimo perso sarebbe stato meglio cambiare allenatore. Questo fatto è stato anche riferito a Marino. Lo stimo molto, è un lusso per la B. Ma è monocorde, ha la sua impostazione di gioco e va avanti sempre su quella. Quando ha cambiato modulo la squadra ha reagito, a Novara abbiamo giocato bene fino all’espulsione, il 4-0 finale non conta. È diventato un luogo comune che non voglia Marino”.

Pastorelli ribadisce quindi che i 5 milioni prestati al Vicenza sono a fondo perduto: “Il nostro apporto finanziario non è mai mancato, gli stipendi li abbiamo pagati in anticipo. La mia attività di broker finanziario non è legata al Vicenza. Se dovessimo abbandonare la nave i soldi prestati al Vicenza sono soldi persi. Noi abbiamo preso una garanzia dalla Lega, ma se dovessimo uscire di scena, se la classifica fosse troppo compromessa da non poter recuperare, noi abbandoniamo la barca e perdiamo 5 milioni”.

“Fai l’ultimo sforzo, salvaci”, lo implora Carrera. “Possiamo fare come il Lanciano? Puoi prenderti le responsabilità di mandare via certe persone dallo stadio?”. “Non possiamo…”. “E allora siamo morti, signori siamo morti”. “Non condivido che siamo già morti. Ma non possiamo prendere la società finché non esercitiamo il diritto di opzione”, ribatte Pastorelli.

Poi svela due retroscena di mercato: “Sono intervenuto due volte, senza però porre divieti. Con Cocco ho detto ‘per me è da vendere, ma fate quello che vi pare’ e l’han venduto. Con Raicevic ho detto ‘non ci sono i presupposti per venderlo, ma siete liberi di fare quello che volete’. E non l’hanno venduto”. Raicevic è tutto del Vicenza? “No comment, mi avvalgo della facoltà di non rispondere”.

“Non dimentichiamoci della mole dei debiti di questa società, io e Franchetto non possiamo mettere a rischio la salute degli altri soci di Vi.Fin. esercitando l’opzione di acquisto senza la conferma della rateizzazione dell’Iva. La tempistica della risposta dipende dall’Agenzia delle entrate, non da noi”, spiega Pastorelli, prima della bomba finale: “Se pagheremo i prossimi stipendi? Da qui ad aprile ci sono cinque partite: se il Vicenza è lì che se la gioca non ci sono problemi e li paghiamo, se dovessimo essere ultimi senza possibilità di salvezza, non possiamo buttar via soldi… I giocatori si devono dare da fare, questo dev’essere un incentivo per loro. Devono lottare. Loro e Marino hanno in mano le sorti della società. Ma sono convinto che abbiamo i presupposti per salvarci…”.

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