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Il nostro girovagare per l’Italia -e non solo- alla ricerca di tifosi lontani ci porta questa settimana a Torino, dove vive Angelo Di Bari, un tifoso biancorosso di lungo corso.

Ciao Angelo, eccoci arrivati anche a te. La prima domanda è sempre la stessa …. Come quando e perché è scoppiata la tua passione biancorossa?
Per il lavoro di mio papà ogni quattro anni cambiavamo città e quindi ho girato quasi tutta l’Italia. Era l’estate del ’78, avevo appena finito gli esami di terza media, non seguivo il calcio ma mi capitò sotto mano un quotidiano che parlava di un certo Paolo Rossi conteso da due squadre e vinto alle buste dalla rivelazione di quel campionato, il Lanerossi-Real-Vicenza. Due mesi dopo mio papà venne trasferito proprio a Vicenza. La prima partita che vidi, approfittando del fatto che fino a 14 anni l’ingresso al Menti era gratuito, fu Vicenza-Napoli. Il ricordo della prima volta al Menti è ancora vivissimo, ero nelle parterre sotto la Curva Sud, lo stadio pienissimo, uno spettacolo incredibile e magico. La partita terminò zero a zero. Da allora ho seguito il Lane costantemente, allo stadio fino a che ho abitato a Vicenza e in televisione ogni domenica o sabato senza mai saltare una partita.

So che sei un grande appassionato di musica e un apprezzato disk-jockey … a proposito … si dice ancora così? Vuoi raccontarci qualcosa della tua professione?
Sì, siamo ancora disk jockey anche se il modo di lavorare e mixare è cambiato con l’avanzare della tecnologia e ora, per quanto mi riguarda, non uso più né i vinili, se non in rare occasioni, né i cd, ma un controller e un pc e, sempre più spesso, mixo direttamente le tracce video proiettandole sullo schermo del locale dove mi esibisco in modo che si possa guardare il videoclip della traccia che si sta ballando. La mia “carriera” è iniziata proprio a Vicenza dietro alla consolle del mitico Miralago, passando poi per diversi locali della città e della provincia, sino al Kiwi di Mussolente, prima di trasferirmi a Torino. Nelle mie serate propongo musica che va dai Depeche Mode ai Nirvana, dai Chemical Brothers ai Prodigy, sono resident in tre locali torinesi e sono ospite in serate simili alla mia in vari club italiani e all’estero ho alcuni appuntamenti fissi a Londra e Berlino.

Da vero esperto di musica ti chiedo… se dovessi abbinare tre grandi interpreti o gruppi rock e tre grandi giocatori del Lane, chi sceglieresti e perché…
Questa è una bellissima domanda. Giorgio Carrera, che, a quei tempi, ha rappresentato una novità quasi assoluta nella concezione del ruolo di libero, lo associo ai Sex Pistols, entrambi allergici alle regole e senza peli sulla lingua.
Quando Roberto Baggio toccava un pallone lo trasformava in poesia, ecco perché lo abbino a Fabrizio De André, l’indiscusso poeta della musica italiana. Lo sfortunato Piermario Morosini, come Jeff Buckley, indimenticato e delicato interprete delle ballate del suo unico disco, “Grace”, ha abbandonato troppo presto, lasciando un vuoto in tutti i cuori biancorossi e non solo.

Parlaci per favore del “Neko Cat Café” di Torino. Avevo letto qualcosa tempo fa su questi bar giapponesi che oltre ai clienti ospitavano anche gatti liberi di girare tra i tavoli e di farsi coccolare dai clienti: ma com’è arrivata questa idea fantastica anche a Torino?
Il Neko nasce da un sogno che coltivavo da parecchio tempo, cioè quello di riuscire a conciliare il lavoro con il fatto di stare bene con se stessi. Il Neko è un Cat Café, ossia un bistrot dove vive in pianta stabile una colonia felina di 9 mici che interagiscono con i clienti facendo loro compagnia durante il periodo di permanenza nel locale.
I mici hanno spazi ampissimi dove rincorrersi e giocare, hanno circa 50 metri di percorsi “in quota” che si sviluppano lungo le pareti a quattro metri da terra, inframezzati da tre ponti tibetani e tre scale a chiocciola a misura di gatto che ho fatto costruire da un artigiano gattaro di Riccione, hanno un albero di ciliegio di circa tre metri dal quale osservare il mondo circostante e farsi le unghie. Hanno un luna park personale, il LunaCat … pieno di giochi e tiragraffi. Sono seguiti periodicamente da una veterinaria e giornalmente da una signora che è partita come cliente e ora è a tutti gli effetti la mamma adottiva dei nove gatti del Neko. Quattro gatti su nove li seguivamo anche prima di aprire, tramite la Onlus della quale sono il presidente… avergli dato una nuova opportunità di vita appaga davvero tanto. Al Neko si sono interessate tutte le televisioni e i quotidiani nazionali ed è possibile che presto ne apriranno altri a Milano, Pavia, Prato e Bologna. Il Neko è molto attento anche al sociale, organizziamo incontri con le scuole, soprattutto asili e scuole elementari, siamo un punto di riferimento mattutino per delle associazioni che seguono persone con disabilità e presto diventeremo in collaborazione con l’ASL del territorio anche un Alzheimer Cafè, un luogo dove le persone con demenza, le loro famiglie e le figure professionali si incontrano una volta al mese per parlare insieme delle proprie esperienza e difficoltà mentre si fa colazione in compagnia dei gatti.

Fantastico! Ma gli avventori possono far entrare anche il loro gatto o il locale è riservato solo a quelli dei proprietari? Prima o poi ti verrò a trovare con il mio Lane…
Il gatto è un animale molto territoriale e riservato e spesso ogni spostamento, anche breve, è per loro un grosso trauma, per cui – oltre al fatto che dovremmo controllare che ogni micio abbia tutte le vaccinazioni in regola e non sia affetto da patologie infettive – non è possibile portare gatti nei Neko Café. Ma a Torino i cani sono ben accetti, a patto che siano già abituati a rapportarsi con i gatti, cosa che, sembrerà strana, è molto diffusa.

Parliamo di calcio. Finalmente è arrivata la vittoria … La partita di Ascoli ha mandato un sacco di segnali confortanti, siamo tornati a segnare, il centrocampo non si è scollato e la difesa ha retto bene l’urto disperato degli attaccanti marchigiani…
Devo dire che il cuore covava sempre la speranza di esultare al termine dei 90 minuti ma la speranza era quasi persa. Questa vittoria è stata davvero come un bellissimo regalo nell’uovo di Pasqua. La squadra, che in tante gare ci ha regalato un inizio scintillante e poi si era persa, è rimasta compatta sino alla fine, con Ebagua che in poco più di 20 minuti ha affossato l’Ascoli con due goal da attaccante puro, con Moretti in netta ripresa, con Signori vero lottatore su ogni pallone, con Brighenti possente come sempre e il resto della squadra in grande spolvero.

Rimane la pecca dell’espulsione di Giulione Ebagua, che dopo due gol stupendi -che mi hanno ricordato quelli di Giorgio Long John Chinaglia- si è fatto ammonire due volte e ha dovuto lasciare il campo… 
Ebagua genio e sregolatezza, dal primo all’ultimo minuto giocato ha corso come un indiavolato, dimostrando attaccamento alla maglia e voglia di sudare fino all’ultima goccia, simbolo di quanto lui e la squadra abbiano ancora voglia di mantenere la categoria.

So che il mister non vuole sentir parlare di arbitri, però anche il signor Nasca ci ha messo del suo…
Il mister ha ragione, non bisogna mai trovare come scusante un cattivo arbitraggio. Sono stato arbitro FIGC per quasi vent’anni, iniziando proprio a Vicenza (al Menti ho arbitrato una partita dei giovanissimi del Vicenza terminata 10-1 per i biancorossi) concludendo la mia carriera a Torino; oltre a vedere le partite con il cuore e il trasporto di un tifoso sfegatato, le osservo anche con gli occhi di chi conosce bene il regolamento e si è trovato, spesso, in situazioni simili. Dal campo non sempre è facile prendere le decisioni giuste nell’arco di pochi secondi, per questo motivo non penso mai alla cattiva fede del direttore di gara, piuttosto ho notato come la classe arbitrale, del resto in linea con questi tempi bui e decadenti in ogni settore, abbia pochi elementi di valore e penso che siano molti fischietti che fanno carriera senza avere l’esperienza o il carisma necessario a certi livelli. Come in tutti i lavori e lo dico per esperienza diretta, anche qui, tra tantissimi giovani che ci mettono l’anima e la passione, ci sono i raccomandati e gli intoccabili.

E adesso sotto con il Livorno… Ormai ogni partita è uno spareggio, ma con la grinta infusa da mister Lerda e allenamenti più intensivi sono sicura che arriverà anche la vittoria che aspettiamo tutti, con i ragazzi sotto la curva sud a festeggiare con i tifosi!
La speranza di una salvezza diretta, che era solo sopita, ora è di nuovo alta. Mister Marino è stato il solito capro espiatorio della gestione ormai vergognosa di una dirigenza che pur di non mollare la presa è disposta a cancellare da un momento all’altro 114 anni di storia di una squadra gloriosa, che ormai da anni viaggia senza un punto di rifermento certo, né un progetto ben definito, si tira a campare sempre sull’orlo del fallimento, umiliati da una serie di retrocessioni quasi consecutive come mai era successo nella storia del club. Lerda ha forse portato la grinta necessaria provare a uscire dalle acque torbide del fondo classifica.

Fai uno pronostico… Quanti punti ci servono per la salvezza certa? Quali sono secondo te le squadre che disputeranno eventuali play out e quali quelle che retrocederanno alla fine?
Questo è un campionato molto equilibrato, se qualche squadra di quelle che ci precedono rallentasse, forse anche 15 punti basterebbero. Rimangono 9 partite delle quali 5 sono in casa, in questo campionato abbiamo vinto solo due volte tra le mura amiche, speriamo di sfatare il tabù Menti già sabato con una vittoria limpida nella sfida contro il Livorno, anche perché ci aspettano delle trasferte molto difficili che i giocatori devono interpretare come delle vere e proprie battaglie.

Bene, ora per finire spazio ai consueti saluti: hai un messaggio per mister Lerda e per la squadra?
Al mister mando un grandissimo in bocca al lupo (o al gatto… ) e vorrei che fosse ancora alla guida della squadra nel prossimo campionato, il che significherebbe che il Lane ha mantenuto la categoria. A lui e a tutta la squadra dico che vorrei tornare a rivedere il Vicenza qui a Torino, per cui non mi accontento solo di una salvezza, ma voglio anche tornare a tifare Lane in serie A al più presto.
Anna, grazie davvero di questa chiacchierata, il mio cuore è rimasto a Vicenza e ogni sabato è sugli spalti con voi. Spero di poter tornare presto…

Grazie Angelo, ti aspetto allora… questa volta ti accompagno a bere l’aperitivo sulla terrazza della basilica palladiana… A presto!

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