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Il rito della partita del Menti e la passione per i colori biancorossi sono unici. Luca e Stefano hanno provato a descriverci le loro emozioni che noi pubblichiamo volentieri nella Parola al tifoso di questa settimana. Vi ricordiamo che potete scrivere a redazione@biancorossi.net inviandoci le vostre opinioni, i vostri consigli e le vostre domande. La redazione si riserverà il diritto di non pubblicare o censurare testi e parole non ritenuti idonei.

La partita non inizia il sabato alle 15.00: la partita inizia molto prima. Per i tifosi inizia minimo al venerdì. I tifosi avvertono qualcosa che cambia nell’aria, come una deviazione del campo magnetico terrestre, qualcosa di invisibile ma ineluttabile, invincibile. Al venerdì in fabbrica i tifosi si scambiano delle occhiate, non occorre pronunciare parole, sono inutili, ci si scambia uno sguardo ed tutti hanno capito: la partita si avvicina, la partita è qui. Ci si incrocia sotto gli scaffali spingendo il transpallet a mano con le ultime: ho letto su internet che Raicevic non ce la fa. Porco e fora… Arriva Gianni che fa il turno di pomeriggio e alla mattina è andato al centro tecnico, riferisce che l’ha visto corricchiare…magari parte dalla panchina….
Una volta la partita era alla domenica, il giorno della festa, il rito. Mio zio fuori con la seicento in moto già girata nella direzione di marcia, sempre in anticipo lui (“pissa in pressa”), io e mio cugino dietro. Arriva mio padre. Mia madre gli corre dietro con la tazzina del caffè: “Ma dove veto con sto tempo da lupi?”. “tasi Maria, porco e fora….” come se mia madre si aspettasse veramente che mio padre, da vivo, potesse rinunciare alla partita del Vicenza sotto qualsivoglia condizioni atmosferiche. Era una specie di gioco, una schermaglia.
Parcheggio selvaggio e poi via a piedi verso il Menti.
Un tifoso qua, uno là, piccoli gruppi all’inizio, poi gruppi più numerosi mana mano che ci si avvicina allo stadio. Goccia a goccia il ruscello si ingrossa, diventa un fiume, un fiume verso il mare. I gradoni di cemento, inerti per tutta la settimana, pulsano adesso, una cattedrale che accoglie i suoi fedeli. All’inizio si scherza, battute grasse. Poi lo speaker parla: “Tifosi attenzione, vi diamo le formazioni delle squadre”. E cala il silenzio, puoi sentire volare una mosca. I nomi scanditi, i ragazzi della curva accompagnano i giocatori i campo, trepidi come padri in attesa, orgogliosi e speranzosi. Un’occhiata alla Madonna di Monte Berico la sopra, perché il tifoso biancorosso si riscopre subito molto devoto non appena gli altri arrivano vicino all’area…
Adesso con lo spezzatino, gli anticipi, i posticipi, gli anticipi dei posticipi il rito si è perso, annacquato dalla tv, ma per i tifosi biancorossi la partita è la partita, supera i sacri gradoni del vecchio Menti e penetra, case, macchine, centri commerciali, uffici e fabbriche.
La radio sintonizzata sulla partita, lo sguardo del tifoso cieco a tutto ciò che lo circonda, arriva la sul quel prato verde che da bambini tutti abbiamo sognato di calcare, anche una sola volta.
La cadenza della radio cronaca: dal timbro il tifoso biancorosso conosce già il risultato, lo percepisce, lo avverte, lo sa. Sente la posizione del campo concepisce la dinamica dell’azione…
“… palla a Giacomelli…penetra..” la voce di Corrado Ferretto si alza, sgasa, strappa in accelerazione come una Ducati, incontenibile, irrefrenabile…”…tiro…” ecco in quel preciso istante tutto si ferma, tutto scompare, tutto si compie. Poi l’esplosione, l’urlo che vola lassù dove nessun altro può arrivare, solo i biancorossi, liberatorio, inarrestabile, come il pianto di un neonato al primo respiro, sa di vita che ricomincia, giustifica tutto il resto. La genta allo stadio salta si abbraccia e abbraccia quei ragazzi in campo che vestono quella maglia, di certo la più bella del mondo. Sono in ginocchio in cucina piango sotto lo sguardo esterefatto di mia figlia…”…ma papà…”.
La partita del Vicenza non è solo sul prato del Menti. Ovunque ci sia un tifoso, la partita è anche lì….
Cordiali saluti.
Luca Zanella

È stata veramente una bella giornata…… Perfetta per risultato , perfetta per spettacolo , perfetta per sensazioni. Il risultato ci voleva , lo spirito di sacrificio visto dalla squadra va premiato al di là delle per me personali valutazioni su dei buchi nel costruire questa squadra. Oggi no , non è il caso , tutti si sono impegnati con quella sana ferocia agonistica che copre tutto ma soprattutto va premiata. Bravi uno spettacolo di unione di aiuto e coesione fra giocatori che proprio ci voleva. Stadio Romeo Menti. Oggi il nome è stato onorato. Pubblico fantastico al limite delle lacrime , per le emozioni che ha dato, curva sud, distinti con i “nostri amici transfughi (lo spettacolo dello stendardo e le banane gonfiabili del secondo tempo incredibilmente di simpatica goliardia.”) tribuna e curva azzurra che si sgolavano senza interruzioni. Bello, emozionante e spezzo anche se mi costa una lancia per i nostri avversari indigesti. Bravi anche loro uno spettacolo TOTALE!!!!!!
Vedere bambini, tifosi più anziani donne tutti con sciarpe bandiere e altro cantare incitare tifare anche se il nebbione del secondo tempo ci ha negato tanto ma stare comunque tutti li magari sentendo la radiocronaca per telefonino o immaginando tiri impossibili è stato un momento di quell’alta poesia che per chi ama il calcio è tutto.
Bello bellissimo una bellissima giornata.
I love this game.
Sarebbe bello rivederla ogni partita che gioca il nostro Vicenza.
Grazie
Stefano Storto

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net