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E’ fissata per il giorno 3 l’assemblea dei soci (quali?) del Vicenza calcio. Come abbiamo avuto già modo di ripetere più volte non si capisce chi, oltre a Fabio Sanfilippo amministratore unico e proprietario del 99,83 per cento delle azioni, possa partecipare, ma il politico piemontese continua a sostenere, senza alcun fondamento, che l’acquisto del Vicenza calcio è stato da lui congelato e che quindi i soci di Vi.Fin. sono ancora azionisti del club berico. Ma cosa c’è oltre alle strampalate teorie di Sanfilippo, i due milioni in assegni circolari di cui ancora nessuno sa nulla, la scenetta della banca chiusa, e le promesse (vedi pagamento degli stipendi entro fine anno) non mantenute? Perché Sanfilippo ha acquistato il Vicenza calcio se non ha disponibilità sufficienti per affrontare una situazione debitoria molto grave e nota da anni, e non dispone di una cordata che lo sostenga? Finora il politico piemontese non ha messo un euro nelle casse del Vicenza calcio e chi dice di conoscerlo giura che non lo farà mai.

La questione degli stipendi non pagati sarà la cartina di tornasole della situazione perché ormai il saldo non è più prorogabile. Probabile che Sanfilippo, ben consapevole che qualora la Lega decidesse di escutere la fideiussione presentata in Lega in estate non andrebbe a colpire le sue tasche, continui a prendere tempo anche se il 10 di gennaio, termine ultimo entro il quale dovranno essere pagati gli stipendi pena lo svincolo dell’intera rosa del Vicenza calcio, è vicino. Una decisione, come detto, non è quindi più rimandabile in quanto senza giocatori il club berico firmerebbe la sua fine senza nemmeno poter sperare, qualora venisse decretato il fallimento, sull’esercizio provvisorio che permetterebbe di provare a finire la stagione arrivando a giugno, salvezza sul campo permettendo, ad avere una società ripulita dai debiti e messa all’asta al miglior offerente. Al momento una possibilità e niente più perché, è bene precisarlo, in caso di fallimento il curatore potrebbe anche non ravvisare le condizioni per chiedere l’esercizio provvisorio e, come accaduto a Modena, azzerare il Vicenza calcio provocandone l’esclusione dal campionato.

In attesa di capire cosa potrà accadere il 3 gennaio, evitare il fallimento per la società di via Schio pare davvero molto difficile. I problemi, oltre al pagamento degli stipendi, riguardano adesso la richiesta dell’Agenzie delle Entrate e del Comune di Vicenza di una nuova fideiussione a garanzia e non si vede come Sanfilippo possa farlo. I debiti sono circa 14 milioni di euro, con un bilancio non ancora approvato anche in considerazione del fatto che non c’è una proprietà che possa garantire, a fronte di una pesante situazione debitoria, la continuità aziendale. Un contesto grave ma noto da tempo, da anni, e quindi sia Vi.Fin. che ha ceduto e Sanfilippo che ha acquistato, dovrebbero spiegare perché hanno definito una cessione che non aveva una logica e non poteva dare un futuro al Vicenza fin da subito. Le incomprensibili dichiarazioni di Sanfilippo circa la situazione del club berico sono tali perché tutto era noto, e soprattutto perché anche i mitici pali del “Menti” sanno che il politico piemontese avrebbe dovuto presentarsi alla firma dal notaio con due milioni di euro che avrebbero risolto molti (non certo tutti) problemi del Vicenza. La realtà dice in maniera inconfutabile che i due milioni in assegni circolari non sono mai stati depositati e che di conseguenza gli stipendi non sono stati pagati, così come la rata dell’IVA e del Comune di Vicenza che hanno dovuto escutere le rispettive fideiussioni per avere i soldi. Una mancanza di serietà evidente, perché altrimenti mai si sarebbe arrivati a questo punto. Il tutto condito da promesse mai mantenute da Sanfilippo che lo scorso 21 dicembre a radio Vicenza aveva assicurato che entro fine anno avrebbe pagato gli stipendi ai giocatori, quando invece non l’ha fatto e il direttore sportivo Moreno Zocchi ci ha spiegato nei giorni scorsi come, in un gruppo whatsapp in cui sono presenti tutti i calciatori, il direttore stesso e Sanfilippo, il politico piemontese nemmeno risponde alle domande che gli vengono poste. Evidente che su queste basi non c’è storia, altrettanto evidente che Vi.Fin. si è voluta liberare del Vicenza anche solo con la finalità che, come abbiamo già più volte ripetuto, a portare i libri in tribunale fosse qualcun altro. Per finire, in un contesto così grave restiamo stupiti (ma nemmeno troppo, ci siamo abituati) che la preoccupazione di Sergio Cassingena, l’indubbio primo grande colpevole della situazione in cui si trova il Vicenza calcio, sia mandare messaggi ad alcuni soci di Vi.Fin. per valutare la possibilità di denunciare biancorossi.net. Nessun commento, non crediamo che ce ne sia bisogno.

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net