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Stamani si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di Davide Lanzafame, che indosserà la maglia numero 70:

Davide, benvenuto. Come si è sviluppata la trattativa con il Vicenza?

“Già in estate sarebbe stata un’ottima cosa per me venire a Vicenza. Non è un discorso economico, ma di sfida personale dopo un po’ di anni all’estero. Non si è concretizzato prima il mio arrivo, poi a gennaio la società ha ripensato a me”.

Cosa non ha funzionato in Turchia?

“Dopo quattro anni positivi in Ungheria, in Turchia l’esperienza sportiva non è andata al meglio. Probabilmente doveva andare così. Preferisco voltare pagina e iniziare con entusiasmo la mia nuova avventura”.

Per te si tratta di una sfida: puoi spiegarci il perchè?

“Può essere una frase fatta, però per me è un po’ più di una sfida. Sarebbe bello dimostrare di essere all’altezza della piazza, di una società storica ed un pubblico esigente. Ed è giusto che sia così. Voglio dimostrare a me stesso di essere un giocatore che può dire la sua”.

L’ultima stagione in serie B risale al 2015/2016: che campionato pensi di trovare ora?

“Sono curioso di misurarmi di nuovo con questo campionato, penso che rispetto a quei tempi si è abbassata l’età anagrafica. L’ho sempre seguito, vedo le partite e c’è molto equilibrio. Sarà una serie B con tanta tattica”.

Che obiettivi di poni?

“Dare il massimo e cercare di essere utile alla causa. Quando si entra in un gruppo nuovo l’importante è mettersi al servizio e cercare di aiutare la squadra dove c’è più bisogno”.

Ti consideri più una prima o una seconda punta?

“Ho cambiato diversi ruoli, però negli ultimi cinque anni ho giocato da punta. Non sono un classico numero 9, ma sono comunque un giocatore offensivo. Il mister mi conosce e saprà dove utilizzarmi”.

Hai segnato di più all’estero.

“C’è meno tatticismo, per cui non nascondo che è più semplice avere occasioni da gol. In Italia è più complesso perchè c’è più marcatura a uomo. Questa è una delle situazioni in cui dovrò migliorare”.

Mister Di Carlo ti ha già detto dove in che ruolo vuole impiegarti?

“Con il mister ho scambiato due chiacchiere come con la società. L’aspetto che premeva più a loro è quello motivazionale. Quando si interviene a gennaio si dà più peso alle motivazioni. Il giocatore deve essere intelligente ad adattarsi alla realtà”.

Hai firmato fino a giugno 2021: ci sono delle opzioni?

“No, ho firmato fino a giugno ma stimolante per me, per cercare di sederci nuovamente a discuterne. Ambrosetti mi ha spiegato cosa voglia dire indossare questa maglia e onorarla. Questo è alla base dei colori biancorossi, di una città che vive il calcio in maniera intensa. E’ quello che cercavo: una piazza dove ci sono stimoli importanti. Ringrazio Gabriele pubblicamente per l’opportunità, la società, il mister: spero di ripagare la fiducia sul campo”.

Fisicamente come stai?

“A livello fisico oggi inizierò ad allenarmi. Ho giocato fino a gennaio con il mio ex club, sono stati sei mesi di lavoro da professionista. Cercherò il prima possibile di essere in forma”.

In Italia il Vicenza è la squadra a cui hai segnato più gol (4), in qualche modo devi farti perdonare…

“Non lo sapevo. Non è un buon biglietto da visita, però spero che Vicenza mi porti bene e che io possa dimostrare il mio valore. Ricordo la doppietta con il Bari, personalmente è stato bello segnare due gol al Menti”.

Il numero di maglia?

“Ho scelto il numero 70. Il 7 è il mio numero fortunato ma non era disponibile, quindi ho scelto il 70”.

Quel paragone a Cristiano Ronaldo?

“Non finirà mai, me lo ricorderanno anche quando smetterò di giocare. Mister Conte mi aveva fatto un complimento e poi è nata questa cosa giornalistica. Ormai ci rido su”.

A che punto della carriera di senti?

“Spero di essere nel pieno della maturazione. Voglio giocare il più possibile. La carriera dei giocatori si è allungata, l’obiettivo è misurarmi con i ragazzi più giovani”.

Hai giocato nel campionato ungherese: cosa porti in dote di quel campionato?

“C’è molto scetticismo sui campionati esteri. Sono campionati diversi, per un italiano l’adattamento ad un’altra cultura è sempre complesso. Gli italiani sono più emozionali rispetto ai paesi dell’est, risulta difficile far capire le proprie reazioni però mi hanno apprezzato anche per questi aspetti. In Turchia invece vivono il calcio come noi, è stato più facile adattarsi. Mi porto un bagaglio di esperienza”.

Cosa pensa di poter dare al Vicenza?

“Voglio mettermi a disposizione e dare il massimo. Parole scontate ma è quello che penso”.

 

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