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Alla vigilia di L.R. Vicenza-Brescia, il tecnico delle rondinelle Filippo Inzaghi ha rilasciato le seguenti dichiarazioni in conferenza stampa.

A Vicenza la stanno caricando parecchio questa partita: è come se fosse una finale per loro
“Penso che sia normale. È una partita molto importante per loro, come lo è anche per noi. Al di là di come la preparano loro, è una partita che presenta tantissime insidie, come abbiamo visto col Pordenone. La serie B è difficilissima. Il L.R. Vicenza non merita la classifica che ha: soprattutto per l’organico, ma anche per la sfortuna che ha avuto in certe gare che avrebbe meritato di vincere. Hanno dei giocatori importanti, come Diaw e Proia, giocatori che avremmo voluto anche noi. Quando hai quel tipo di giocatori lì può succedere qualsiasi cosa. Sarà un bel banco di prova per vedere la nostra crescita, dove siamo arrivati. Troveremo un ambiente caldo, ma ci saranno anche tanti tifosi nostri al seguito. Ci sono tutti i presupposti perché sia una partita di quelle belle, che non vediamo l’ora di giocare.”

Lei e mister Brocchi avete avuto un percorso simile come allenatori: sarà una partita speciale per il rapporto che vi lega?
“Con Cristian siamo molto amici, abbiamo condiviso molte vittorie assieme. Lo reputo un buon amico e un bravissimo allenatore. Ci seguiamo a vicenda e siamo l’uno tifoso dell’altro. Chiaro, per novanta minuti saremo avversari e daremo tutto per la squadra che alleniamo. Sarà un piacere ritrovarlo, quello che ci lega è indissolubile.”

Pensi che la sosta sia stata più utile che dannosa, visto che ora arriveranno otto partite in 39 giorni?
“Beh, quello non si può mai dire. Che si perda o che si vinca, si vuole sempre giocare subito, per motivi diversi. Noi abbiamo accettato la sosta, come è giusto che sia, per recuperare energie e qualche giocatore. Ci siamo allenati intensamente e la squadra è pronta. Ogni partita è una storia a sé: voglio vedere la mentalità giusta, voglio vincere ogni gara e sono curioso di vedere la risposta della mia squadra. Voglio vedere i miei giocatori tirare fuori gli artigli, perché se domani non daremo il 120% potremo fare una brutta fine, per il valore dell’avversario e per il tipo di partita che andremo ad affrontare. Spero di vedere un’ulteriore crescita da parte della mia squadra.”

Come ha trovato i ragazzi di ritorno dalle Nazionali? Qual è la situazione degli indisponibili?
“Sono i soliti: Ndoj è stato tutta la settimana influenzato, Jagiello lo recupereremo la prossima settimana. Dopo tanto tempo ha fatto qualche allenamento anche Ayè, che chiaramente non è pronto però verrà via con noi per respirare clima partita. Recuperiamo un giocatore importante, che lo scorso anno è stato capocannoniere. Per quanto riguarda i nazionali, Karacic ha viaggiato tanto però è recuperato. Mateju e Joronen sono a disposizione, valuteremo in allenamento chi partirà dal primo minuto e chi subentrerà successivamente. Abbiamo visto in queste ultime partite come i cambi siano stati importanti per noi.”

Ti aspetti un’altra partita come quella contro il Pordenone, in cui l’avversario non ti permette di giocare?
“Mi aspetto una partita difficilissima. Non lo vedoì⁸ un testa-coda, ma una partita molto equilibrata. Andremo là con molta umiltà, senza guardare la classifica.”

Ayè l’anno scorso è stato al centro di un equivoco tattico: schierato da seconda punta nelle prime fasi della stagione, le cose migliori le ha fatte vedere da centravanti. Tu come lo vedi?
“Per me è un centravanti a tutti gli effetti. Io lo reputo come un bomber: lo ha dimostrato con i gol fatti.”

Dopo la scorsa sosta abbiamo trovato un Brescia più quadrato, più solido. Dopo questa sosta, che step di crescita ti aspetti dalla tua squadra?
“Io non penso molto. Mi auguro di ritrovare la squadra che ha finito due settimane fa. Mi aspetto di vincere le partite pur non essendo bellissimi, perché non sarà sempre così. Io sono un allenatore che vorrebbe vedere sempre i suoi ragazzi crescere: questa squadra può dare molto di più. Alcuni giocatori si erano accontentati a questo punto della loro carriera. Mi è capitato spesso di trovare giocatori di B e C che non avevano espresso a pieno il loro valore: pensate a Caputo, per esempio, che è arrivato in Nazionale. Qui ci sono tanti giocatori che possono dare tanto di più: per come si allena la squadra, comunque, anche sotto questo punto di vista sono sereno.”

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