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Nel corso dell’insolita conferenza stampa in vista della finale di ritorno della Coppa Italia di serie C tra L.R. Vicenza e Juventus Next Gen, tenutasi sul canale Twitch della formazione piemontese, il tecnico dei bianconeri Massimo Brambilla ha rilasciato le seguenti dichiarazioni, che riportiamo dalla testata Juventusnews24.

È la partita più importante dell’anno?
“Sì, è una delle più importanti perché quando giochi in Coppa Italia sono sempre partite secche e sono sempre state importanti. La finale è quella più bella da giocare, la più difficile e la più importante dell’anno”.

Che partita si aspetta?
“Sarà una partita difficile, ma siamo consapevoli di potercela giocare e poterla portare a casa”.

Sarà un L R. Vicenza diverso rispetto alla gara d’andata, visto il cambio di allenatore?
“Si, loro hanno cambiato allenatore rispetto all’andata. C’è stato anche un cambio di sistema di gioco ma al di là di quello la loro rosa è importante”.

Quanto sarà importante il contributo di giocatori come Soulé, Iling e Barrenechea, che sono stati promossi in prima squadra?
“Questi tre ragazzi, che hanno vissuto a contatto con la prima squadra, hanno accumulato esperienze e hanno visto da vicino come lavorano i grandi e per loro può essere una cosa in più. Tutti sono cresciuti, hanno fatto esperienza delle loro gare e sono pronti per la partita di domani”.

Sulle assenze di Iocolano e Stramaccioni
“Mancano loro due, mancherà Crespi infortunato. Abbiamo recuperato qualche giocatore, siamo quasi al completo. Abbiamo possibilità di scelta, possibilità di fare cambi in corsa che in finale saranno decisivi. Siamo pronti ad affrontare questa finale”.

Le scelte di formazione saranno condizionate anche dalla possibilità di andare ai supplementari ed eventualmente anche ai rigori?
“In queste partite qua chi subentra può essere decisivo. I ragazzi lo sanno, sappiamo che siamo obbligati a vincere. Da lì ci possono essere i 30 minuti dei supplementari, ma abbiamo la consapevolezza di ciò che ci attende. Sarà una partita tosta per la qualità dell’avversario”.

Sulla crescita di Cerri
“È migliorato dal punto di vista fisico, della tenuta fisica. In queste ultime partite viene premiato il lavoro fatto da inizio anno, dal punto di vista tecnico non è mai stato in discussione. Questo ha fatto la differenza”.

Sul’importanza della finale in ottica playoff
“Siamo consapevoli che è importante perché può permetterci di alzare un trofeo. Vincendo possiamo entrare nei playoff come una terza classificata ma quello viene in secondo piano. L’ambizione e la voglia di vincere è legata alla finale. Siamo arrivati in fondo con merito e siamo pronti a giocarci la gara di ritorno con fiducia”.

Sulla crescita di Hujisen
È giovane, è un 2005, può migliorare sia tecnicamente, sia fisicamente, che tatticamente e nella marcatura. Ha la testa giusta per migliorare, crescere attraverso il lavoro. I ragazzi sono obbligati a migliorare sotto tutti gli aspetti a quell’età. Alla sua età è al primo anno di Primavera. Farlo giocare nella Next Gen, in serie C, è stato anticipare il suo percorso. Nei primi sei mesi di Primavera ha fatto bene, la categoria poteva stargli stretta quindi gli abbiamo alzato il livello. Si è dimostrato un ragazzo di valore che sta facendo bene. Era giusto portarlo a giocare in Lega Pro”.

Su Yildiz e Barbieri
“Kenan è un altro profilo molto interessante, è un ragazzo serio, con la testa giusta. Si è messo in mostra con la Primavera e per lui vale lo stesso discorso di Dean. Giocare in Lega Pro può essere utile per la sua formazione. Se è con noi è perché è pronto e l’ha già dimostrato nelle partite fatte, anche da titolare con il Sangiuliano. Barbieri ha avuto questo problema muscolare, deve riacquistare la condizione migliore. È pronto, carico, ha voglia di essere presente domani. È stato lontano tanto dal campo ma con la voglia che ha si riesce ad andare oltre”.

Che sensazione fa giocare a distanza di più di un mese dalla sfida d’andata? 
“È strano perché è passato più di un mese dall’andata. Ci sono state tante partite di campionato in mezzo, era comunque fondamentale fare punti. La testa durante questo mese poteva andare a questa finale ma i ragazzi hanno fatto bene in campionato e abbiamo raggiunto una posizione che può permetterci di arrivare ai playoff. Ora abbiamo la testa libera da qualsiasi pensiero. È importantissimo fare partite di questo livello. L’esperienza di queste finali ti dà la possibilità di crescere, di capire, quando i ragazzi sono sotto pressione, chi reagisce bene o meno bene. Questo percorso nella Next Gen dà la possibilità di vivere esperienze che poi gli serviranno”.

Sulla scelta dello schema di gioco e sulla continuità tattica con la prima squadra
“Il sistema di gioco non è predefinito. Abbiamo giocato a 4, a 3, variando i giocatori in base alle situazioni che si sono create. Poi il fatto che mister Allegri parli della Next Gen testimonia il fatto che si tratta di una categoria importante. Rispetto alla Primavera il salto è meno alto e con l’intermezzo del campionato di serie C tutti ci siamo accorti che poi i ragazzi sono più pronti per la prima squadra”.

Come sta la squadra dal punto di vista mentale?
“Io sono fiducioso perché il campionato è difficile e mettendoci dentro anche la Coppa Italia ce la siamo sempre giocata. Siamo sempre stati in partita. Abbiamo le possibilità di ribaltarla ma servirà fare una partita perfetta e sbagliare poco. Giocare fuori casa in uno stadio pieno ci creerà difficoltà che dovremo essere bravi a superare. Conosciamo il calore dei tifosi vicentini ma è anche più bello e stimolante, dà più motivazione e serve ai ragazzi per crescere e maturare nuove esperienze”.

Su Nonge
“Si è aggregato anche lui con noi per qualche allenamento e si è dimostrato all’altezza dei nostri allenamenti. Ha giocato anche una partita, è un ragazzo che seguiamo e deve fare bene in Primavera per essere pronto in futuro a venire in Next Gen”.

Qual è l’obiettivo primario di questa Juventus Next Gen?
“L’obiettivo primario è far crescere, aiutare, migliorare tutti questi ragazzi che sono ancora giovani ma un occhio al risultato bisogna darlo. Alla prestazione deve seguire il risultato per due motivi: per la classifica in primis, poi per far capire ai ragazzi che il risultato è importante. Altrimenti c’è qualcosa che non ha quadrato. Siamo in mezzo tra la Primavera e la Prima Squadra”.

Chi è cresciuto di più a livello individuale?
“Non mi piace fare nomi dal punto di vista singolo. Tutti i ragazzi sono migliorati, avevano tutti ampi margini di crescita. Tutta la squadra è cresciuta perché ha una cultura del lavoro altissima. Sono contento perché tutti han fatto bene e son cresciuti tanto”.

Che sapore ha questa finale rispetto alle altre alle quali una squadra come la Juventus è abituata a giocare?
“Sapore diverso no, perché tutte le finali sono belle da giocare. È sempre bello raggiungere una finale. Quando ci si arriva significa che si è fatto bene. Io, così come il mio staff, stiamo trasmettendo tranquillità alla squadra e la stiamo vivendo in modo tranquillo. L’importante è non arrivare fuori giri domani. Dobbiamo arrivare con la tranquillità di chi sa che è una partita bella da giocare per domani”.

Sulla condizione di Da Graca
“Ha avuto un anno un po’ difficile da questo punto di vista. Quando iniziava a entrare in condizione si fermava di nuovo. Nell’ultimo periodo l’ho visto bene”.

La chiave di volta per lavorare bene con i giovani
“Allenando i giovani, io arrivo dal settore giovanile, la prima parola da mettersi in testa è pazienza. Bisogna saperli aspettare, accompagnare. Le altre due che racchiudo in una è lavoro. Coi ragazzi giovani è importanti farli lavorare nella maniera giusta, con la qualità giusta, rispettando i loro alti e bassi e lì si ritorna sulla parola pazienza. Hanno ancora bisogno di essere accompagnati nel loro percorso di formazione e crescita”.

Sulla crescita generale dei ragazzi
“Tutti i ragazzi si sono messi a disposizione, hanno totale disponibilità nei miei confronti e nello staff. Chi vede le nostre partite si è accorto di questo. Hanno tutti prospettive importanti e bisogna sapersi trovare nel posto giusto. Hanno la testa giusta per arrivare ad alti livelli”.

Sulle difficoltà di allenare una formazione variabile in funzione delle chiamate della prima squadra e dalla Primavera
“Sappiamo che la nostra categoria è legata a prima squadra e all’Under 19. Quando i nostri ragazzi vengono chiamati da mister Allegri è la normalità. Quello che facciamo noi è cercare di farli stare coi piedi per terra quando scendono ma non c’è mai stato bisogno di bacchettare qualcuno perché hanno la testa giusta”.

 

 

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