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Non dovrei scriverlo, ma le interviste con i tifosi lontani che hanno vissuto i fasti della Nobile Provinciale negli anni ‘60 e ‘70 sono quelle che mi danno più soddisfazione, forse perché nel loro pesante fardello ci sono ancora più ricordi di cui essere orgogliosi che tristi amarezze. Per questa intervista andiamo a salutarne uno che vive a Gorgonzola, in provincia di Milano, ridente cittadina che guarda caso visiteremo nel prossimo campionato di Lega Pro.

Ciao Stefano, facciamo due chiacchiere a bocce ferme, con il campionato finito e l’illusione dei play off, naufragata purtroppo al primo giro. Hai già smaltito la delusione?
Mi rendo conto che la risposta sia a suo modo avvilente, ma… sì! Ci si spera sempre, tanto è vero che due domeniche fa, dopo qualche anno di latitanza, sono tornato al Menti sperando nel miracolo, ma non mi ero fatto particolari illusioni: la squadra era priva di alcuni elementi decisivi e, almeno vista da fuori, sembrava decisamente col fiato corto. Ecco, magari speravo di passare almeno il primo turno, ma in questi casi forse è meglio uscire subito. Si risparmia in soldi e soprattutto in salute.

Un tuo parere sul cammino del Vicenza di quest’anno?
Per me tutto sommato positivo. Credo che il capitano Lopez (l’unico e il vero) abbia fatto il possibile e l’impossibile per far rendere una squadra con limiti evidenti. Purtroppo il difetto sta nel manico e non credo che servano altri indizi per capire a chi mi riferisco.

Anche nella gara contro il Savona ci è capitato un direttore di gara molto scadente. Ma di arbitri che hanno fatto inviperire i tifosi biancorossi ne abbiamo visti parecchi, anche in serie A. Ne ricordi qualcuno in particolare?
Due nomi su tutti: Domenico Messina, protagonista, tra i tanti misfatti, dell’assegnazione del rigore per il presunto fallo di Stovini su Ronaldo a San Siro, e Salvatore Racalbuto (peraltro poi implicato nello scandalo di calciopoli), capace di arbitraggi “scientifici” contro le cosiddette “piccole”. Ogni volta che venivano designati, sapevi già come sarebbe andata a finire.

Anche a te la fatidica domanda che faccio a tutti i tifosi lontani: com’è entrato il Lane nella tua vita?
Il solo essere nato a Vicenza non è motivo sufficiente. Il vero responsabile è stato mio zio, il mitico Renzo Giuntini, per tanti anni radiocronista del Vicenza, che mi ha fatto un lavaggio del cervello fin dalla nascita. Ricordo che alla fine degli anni ’70, quando ero bambino e venivo a Vicenza (allora abitavo a Milano) lo zio mi portava a Radio Star per assistere alle trasmissioni da dietro il vetro. E lì mi presentava a Paolo Rossi, Giancarlo Salvi, Giorgio Carrera. Immagina che gioia potesse essere per gli occhi di un ragazzino.

Da allora sempre fedele, tra mille difficoltà alla stessa bandiera. Ti faccio una domanda da un milione di dollari. La vicinanza è forse un fattore che fa scemare la passione? Il fatto di avere squadra e stadio a due passi, alla fine può diventare un fattore di apatia e di disinteresse? Te lo chiedo perché mi pare di trovare i cuori più appassionati e le sofferenze più grandi proprio in chi vive lontano da Vicenza…
Non saprei dirti se la vicinanza faccia scemare la passione. Ciò che è certo è che la lontananza non la fa diminuire. Anzi, paradossalmente la accentua. Prima di trasferirmi a Gorgonzola, dove oggi risiedo, abitavo a Milano, a 300 metri da San Siro. Eppure la domenica, prendevo il treno e andavo a vedere il Vicenza a Tortona, a Palazzolo, a Legnano. Ecco, questo, in qualche modo mi esaltava e mi faceva sentire speciale in mezzo a tanti ragazzi della mia età che non sapevano nemmeno in quale serie militasse il Lanerossi. Qualche anno dopo, nel 1999, ho creato Forzalane.net come punto di riferimento per i tifosi su internet. A distanza di quasi 15 anni il sito è ancora lì ed è una specie di “bar sport” dei tifosi “da fora”.

I tifosi lontani hanno aderito con molto più entusiasmo degli altri anche al progetto della Nobile Provinciale. Mi puoi dire la tua impressione in proposito all’azionariato popolare, che tanto successo riscuote in Europa mentre stenta a radicarsi in Italia?
Domanda difficile. Istintivamente la trovo un’idea fantastica, perché una squadra rappresenta una città e un popolo, quindi qualunque iniziativa volta a rafforzare questo legame è lodevole. Ma bisogna fare i conti con la cultura sportiva italiana che è parecchio distante da quella di molti altri paesi. Però devo ammettere che non ho conoscenze sufficientemente approfondite per esprimere un parere sulla validità del modello gestionale.

Hai mai fatto una follia per il Vicenza?
Sì, durante la naja, quando ero alla caserma Monte Grappa di Bassano a prestare servizio negli alpini. Grazie alla “copertura” di alcuni commilitoni, uscii di caserma senza licenza e andai a vedere un Vicenza-Verona di Coppa Italia. Dopo la partita ci furono incidenti abbastanza gravi e la stazione era presidiata dalla polizia. Rischiai di non riuscire a rientrare prima del controappello serale. E lì sarebbero stati guai seri…

Una domanda secca: miglior Presidente – Miglior Allenatore – Miglior Giocatore della storia biancorossa
Risposta secca: Dalle Carbonare, Guidolin e Paolo Rossi.

Da qualche giorno è partita –con grande clamore- la campagna “COMPRATE LA BARI”, con molti personaggi famosi che hanno messo la faccia in questa iniziativa per salvare il Bari dal fallimento. E qui a Vicenza?
E a Vicenza, chissà… So che sono in tanti a sperare nel fallimento come unica via per il cambio di gestione, ma io non ce la faccio proprio ad augurarmelo. Le conseguenze mi terrorizzano. Quando la base d’asta per una società come il Bari, (in serie B, capoluogo di regione e stadio da 60.000 posti) è di soli 2 milioni (e l’asta va deserta!), non sono molto fiducioso che il Vicenza possa avere più fortuna. Spero in un passaggio di consegne meno traumatico.

Per finire lascio anche a te l’onore di scegliere la formazione ideale di tutti i tempi.
Dovrei ripetere in blocco quella del Real Vicenza. Non riesco a immaginare di rimpiazzare qualcuno di quei giocatori: non perché fossero tutti fenomeni, ma perché in quel momento erano gli uomini giusti al posto giusto. Detto questo, difficilmente proverò ancora una sensazione di gioia quasi “violenta” come quella del 29 maggio 1997. Grazie a Dio, quella sera ero al Menti, perché un’emozione del genere si può solo provare, ma non si riesce a raccontare.

Per finire, vuoi lanciare anche tu un messaggio a mister Lopez prima del rompete le righe?
L’anno prossimo con ogni probabilità il Vicenza giocherà contro la neopromossa Giana qui a Gorgonzola. Tre promozioni consecutive per una cittadina che non arriva a 20.000 abitanti, ma un presidente appassionato che ha deciso di investire sul vivaio e su giocatori pressoché sconosciuti, ma desiderosi di ottenere risultati. Ecco, motivazioni: questo spero che sarà il criterio con il quale verranno selezionati i giocatori del prossimo Vicenza. Meglio qualche scommessa su gente che viene dal basso, che primedonne in prestito e di passaggio.

Grazie Stefano della bella chiacchierata, a tempi migliori allora … Come si dice “anche la notte più lunga ha la sua alba …” e quella del nostro Lane non può durare per sempre!
Grazie a tutti voi e buon lavoro!

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4 Commenti

  • Cristian ha detto:

    con tutto il rispetto per Stefano che saluto calorosamente…. a Gorgonzola andiamo a finire!!!
    Non dico altro altrimenti la redazione di biancorossi .net mi radia!
    CUNICO – CASSY SENIOR E JUNIOR – POLATO &C. GUARDATE DOVE CI AVETE PORTATO E FATEVI UN SERIO ESAME DI COSCIENZA.

  • luca ha detto:

    Cristian … premesso che il gorgonzola è tra i miei formaggi preferiti e forse è il n 1 sai come si chiama la squadra di calcio del Gorgonzola ? ah ah ha! non me ne vogliano ma si chiama Giana Erminio proprio così il prossimo anno giocheremo contro il Giana Erminio ……. per il resto saluti a Stefano da Gorgonzola e forza Lane .

  • Lino ha detto:

    “LA” Giana Erminio

  • Lino ha detto:

    “LA” Giana Erminio – Vicenza … a Gorgonzola . Telecronaca di Francesco Formaggio !

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