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Nella conferenza stampa alla vigilia della sfida del Menti tra L.R. Vicenza e Ternana, il tecnico delle Fere Cristiano Lucarelli ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

Alla luce della classifica, questa partita rappresenta un po’ l’ultima spiaggia per il L.R. Vicenza
“Fortunatamente continuiamo ad avere un certo margine di vantaggio sulla zona rossa. Per noi è una possibilità di fare punti e avvicinarci alla quota che vale la tranquillità. Per loro è sicuramente un match molto importante: nelle ultime partite ho visto un Romeo Menti sempre pieno, e quindi faccio i miei complimenti ai tifosi del Vicenza perché nonostante le difficoltà incontrate quest’anno hanno sospinto sempre la squadra fino alla fine, soprattutto nell’ultimo match contro il Pordenone dove si è vista una Curva Sud strapiena. Loro continuano a crederci nell’impresa, che peraltro non è nemmeno lontanissima: sono cinque/sei punti dalla quartultima e quintultima con ancora 11 partite da giocare. Domani non sarà decisiva, ma si giocano molte possibilità. Noi non vorremmo rilanciare pure loro, perché quest’anno abbiamo rilanciato e fatto uscire da momenti di crisi diverse squadre. Mi auguro e penso che domani i ragazzi sappiano l’importanza di questa partita, così come delle prossime quattro gare. Dobbiamo cercare di portare sempre a casa i punti, perché così abbassiamo la quota che manca alla salvezza. Tante volte abbiamo offerto ottime prestazioni senza portare a casa il risultato, Martedì contro il Pordenone è successo il contrario e abbiamo ottenuto di più di quello che meritavamo. Non sempre i contenuti del campo si rispecchiano nei risultati.”

Dopo 27 partite abbiamo una Ternana dai tanti volti e dall’identità non ben definita: anche il presidente non pare convinto…
“Io il presidente l’ho sentito ieri ed era felicissimo. Poi se con voi o tramite Instagram, dove è uscito dalla porta ed è rientrato dalla finestra, dice altro è perché cerca di tenere tutti sul pezzo. Per me conta quello che ci diciamo nelle chiaccherate che facciamo di persona. Sapendo come gestisce le sue aziende lo prendo come un tentativo di tenere tutti sulla corda, ma siamo tutti allineati su quello che deve essere il campionato di quest’anno. Dopo 27 partite si capisce molto e si possono trarre dei giudizi, poi è vero che mancano ancora tante partite e c’è tempo per fare tante cose. Qualunque obiettivo si abbia in testa, la salvezza è il primo da raggiungere. Se poi la raggiungeremo presto e ci sarà tempo per portare ancora punti lo faremo. L’anno scorso potevamo mollare gli ormeggi una volta raggiunti 73/74 punti e avremmo avuto molte meno rotture di scatole quest’anno. Invece che fare cinque gol a Bologna avremmo potuto prenderli e così avremmo avuto molto meno stress. Invece di avere l’entusiasmo della matricola ci sono piovute addosso tutta una serie di pressioni e di aspettative esagerate.”

Tolte le prime tre giornate la Ternana ha poi fatto un cammino in linea con le aspettative. Non le resta un po’ di rammarico in merito?
“Secondo me in un processo di crescita le prime tre giornate ci possono stare. La partita con l’Ascoli per me è ingiudicabile perché il 7 Gennaio avevamo 6 giocatori che si allenavano e gli altri erano tutti al resto con il COVID-19. È una partita ingiudicabile. Se si fosse giocata il 26 Dicembre sarebbe andata meglio. Non me la sento di condannare i ragazzi perché eravamo a letto tutti con il COVID-19. A distanza di mesi è difficile ancora per alcuni ragazzi tornare ad una forma accettabile. Le prime tre giornate invece sono state utili per capire che tipo di campionato ci avrebbe atteso: quest’anno la Serie B è molto livellata verso l’alto. Lo dicono colleghi ben più importanti e preparati di me. Se vogliamo crescere, e avere un programma con una logica, i passaggi da una categoria all’altra vanno dilatati. Difficile trovare una squadra che possa fare immediatamente il doppio salto, per motivi di fatturato. Ci vuole sempre una/due stagioni di consolidamento: serve evitare di litigare e arrabbiarsi, non bisogna distruggere ciò che si è fatto nel primo anno. Il lavoro è fatto di programmazione e non di improvvisazione. La crescita è fatta di partite perse e di imbarcate più che di vittorie: sono sempre le sconfitte che ti danno lo spunto per crescere e migliorare. Quando vinci invece tendi a fare come i cammelli, mettere la testa sotto la sabbia e fare finta che vada tutto bene. Noi dobbiamo essere bravi a non fare danni quest’anno, perché le persone che fanno parte di questo progetto possono rompersi le scatole e non volerne più far parte. Potevamo fare meglio sotto l’aspetto comunicativo, sicuramente, ma ora dobbiamo concentrarci solo sul pensare una partita per volta. Quando arriveremo alla fine e ci saremo salvati bene, dovremo fare tutti un salto di qualità. La serie B è un campionato importante e ci ascoltano tutti quanti: dobbiamo migliorare nella gestione della comunicazione.”

Il L.R. Vicenza è una squadra che subisce molti gol e ne fa pochini, però l’organico non sembrerebbe da ultima spiaggia.
“I quattro davanti sono giocatori che ti possono fare male in qualsiasi momento: Giacomelli, Diaw, Dalmonte e Da Cruz possono farti male in ogni occasione. Loro stanno giocando con i quattro là davanti perché partono dal presupposto che devono vincere la maggior parte delle partite da qui alla fine. Quello che domani sarà importante sarà il fattore ambientale: dovremo essere bravi a tenere la temperatura con una prestazione di un certo tipo, come abbiamo fatto su altri campi dove abbiamo fatto delle partenze importanti che hanno portato l’inerzia della partita dalla nostra. È la prima volta che troviamo uno stadio così, forse solo a Reggio Calabria alla seconda giornata.”

Come siamo messi in termini di condizione e di indisponibilità?
“Da un po’ di mesi la situazione COVID-19 è diventata la nuova normalità, e quindi non la tratterei più con clamore. È normale poi che se ti mancano tutti assieme quei giocatori che possono fare gol e farti vincere le partite puoi trovare delle difficoltà. A livello generale e di gruppo le difficoltà ci possono essere sempre. Può essere però la possibilità di riscatto per alcuni giocatori poco impiegati fino ad ora. Domani giocheranno molti del gruppo dell’anno scorso. Penso sia una bella scommessa, perché questi ragazzi se la sono conquistata sul campo la B.”

C’è la possibilità di recuperare qualcuno di quelli che ha fatto lavoro differenziato?
“Noi abbiamo un po’ di speranze su qualcuno, ma per un’eventuale situazione di emergenza, certamente non dal primo minuto. Conviviamo con questa situazione dal 7 gennaio, da quel momento abbiamo diversi giocatori importanti non disponibili. Siamo riusciti a tenere botta e abbiamo 1 punto in più rispetto al girone d’andata. Martedì al di là della brutta prestazione mi è piaciuto vedere quanto la squadra si è spesa per portare a casa il risultato. Per la prima volta dieci giocatori hanno corso più di 13 km nel corso della partita, e fino ad ora eravamo sempre rimasti intorno ai 12. Il Pordenone è una squadra di corsa, con giocatori giovani e freschi, e quindi credo ci sia stata la voglia di portare a casa il risultato con le unghie e con i denti. Per questo ringrazio i ragazzi.”

C’è la tentazione di schierarsi a specchio?
“In questo momento abbiamo preso una strada che, al netto di qualche sbragatura a livello mentale, ci ha permesso di subire di meno rispetto a quanto visto in precedenza. Giocando a tre in mezzo abbiamo preso più sicurezza. Avere un uomo in meno lì davanti ha dato un po’ più di serenità a livello mentale. Quando molli un attimo, però, a prescindere dal modulo prendi le imbarcate. Per me conta più l’atteggiamento di come sei messo in campo. Penso giocheremo a tre in mezzo, e poi a partita in corso faremo delle valutazioni in tal senso.”

Cosa intende quando parla di step in avanti nella comunicazione? Quali sono stati gli errori in tal senso?
“Secondo me dopo i 90 punti e la vittoria di Bologna potevamo mantenere i piedi per terra, perché non è matematico essere subito protagonisti al primo anno. Qualche volta è successo, ma tante volte no. L’anno scorso siamo usciti al primo turno di Coppa Italia contro l’AlbinoLeffe ed eravamo una delle tante che ambivano alla promozione. In tre anni siamo riusciti a vincere il campionato partendo da una situazione di una salvezza all’ultima giornata al primo anno di serie C. L’anno scorso nelle prime tre/quattro giornate siamo pure partiti male ed eravamo a metà classifica, e poi sappiamo come è finita. Potessi riavvolgere il nastro mi sarei fermato a 75 punti e avrei poi fatto giocare la Berretti nelle ultime giornate e a Bologna avrei preferito prenderle. Così saremmo stati tutti consapevoli delle difficoltà che avremmo potuto trovare. Le aspettative erano troppo alte: ci siamo inibiti e innervositi. È diventata una stagione che ci vede stressati e con un ambiente deluso. Secondo me è abbiamo sbagliato qualcosa nella comunicazione. Per i tifosi faccio un’eccezione: ogni qualvolta che abbiamo fatto una partita al di sotto delle aspettative, come a Ferrara, ci hanno sempre chiamato per incoraggiarci. Oltre ai tifosi però c’è tutto il resto dell’ambiente. Io dai tifosi vado solo quando si perde, e non ho mai preso insulti. A Ferrara siamo pure riusciti a prenderla sul ridere, ma del resto Terni è una realtà a portata d’uomo e si avverte questa mentalità del “Sì, però…”. Nel primo anno tutti dovevamo crescere, io per primo ho commessi i miei errori, ma sapevamo tutti che c’era questa necessità di crescita. La maggior parte delle squadra che hanno fatto il doppio salto sono poi scese subito. Se invece fai come la Ternana e fai una serie di investimenti importanti a latere sul centro sportivo e sullo stadio nuovo solo allora puoi avere delle aspettative in tal senso. Io comunque ho sempre messo in campo la formazione migliore per vincere. A noi piace giocare a calcio, non stiamo a terra tre minuti per un fallo, siamo leali. Abbiamo sempre giocato per vincere con tutti e in casa di tutti.”

Le aspettative alte però ci stavano dopo una campagna acquisti importante e visto il gran campionato fatto lo scorso anno…
“Diciamo che è nelle aspettative di chi non segue le altre rose. Quando giocavo a Livorno e facevo 25 gol all’anno in serie A, c’è stata un’insurrezione perché ho fatto solo 6 presenze in Nazionale e pensavano fossi il centravanti più forte della serie A. A Palermo, dove vedevano giocare tutte le domeniche Toni, pensavano la stessa cosa nei confronti di Toni. Stessa cosa all’Inter per Bobo Vieri. Le valutazioni devono essere oggettive. La maggior parte delle persone si guarda tutte le partite della Ternana, e delle altre si guarda solo gli highlights. Ognuno è molto partigiano in tal senso. È vero quello che dici te, ma serve anche allargare gli orizzonti. L’altro giorno ho visto fare un gol del genere a Vazquez del Parma, e pensi come sia possibile che una rosa che contempla un giocatore che l’anno scorso giocava in Champions possa stare in quella posizione di classifica. Io penso che in tutte le cose ci voglia calma. Nel momento di assestamento non bisogna fare danni, o si buttano via anni di lavoro. La nave è quasi in porto e poi arriverà il momento delle valutazioni.”

Sorensen, Capuano e Donnarumma: ne recuperi qualcuno?
“Capuano no, Sorensen e Donnarumma potremmo rischiarli per un pezzo di partita. Partipilo non è disponibile. Recuperiamo Capone. Pettinari sta un po’ meglio, Ghiringhelli non lo recuperiamo, così come Agazzi e Falletti. Per ora sono finiti, poi dopo l’allenamento vedremo. Non mi sbilancerò più in tal senso, visto come va in questo periodo.”

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