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Editoriali

Un disastro annunciato, ora chi ci salverà da Cassingena?

Da 5 Ottobre 2011 - 13:10Non Ci Sono Commenti4 min leggere

Oltre 120 giocatori ingaggiati e ormai otto allenatori testimoniano il fallimento di una gestione sempre protesa all’unico obiettivo primario, cioè quello di fare cassa. In otto stagioni non c’è mai stato uno straccio di un progetto e le classifiche finali dei vari campionati stanno a confermare come di fatto il Vicenza non sia mai andato oltre ad una salvezza risicata (qualche volta risicatissima, come quelle conquistate al Menti contro il Rimini, a Crotone e a Salerno all’ultima giornata).

Il calcio non è uno sport esatto, ma se in otto stagioni non si è mai acquistato nel vero senso della parola un giocatore con la “G” maiuscola, se si è venduto quasi tutto quello che aveva mercato e poi ricomprato solo giocatori svincolati o reduci da infortuni, ecco compreso perché la salvezza è stata senza dubbio il massimo di quanto il Vicenza poteva centrare. Che in questo modo prima o poi si rischiasse la lega Pro (lasciando perdere che in serie C nell’era Cassingena il Vicenza c’è già finito salvandosi come tutti sanno), chi mastica di calcio lo prevedeva da tempo.

Ma nella gestione Cassingena gli errori sono fatti per essere puntualmente ripetuti e non per imparare ad evitarli in futuro. E così, come abbiamo già scritto su queste pagine, ecco che quest’estate in merito a critiche legittime (e confermate dai risultati sul campo) si è scelta la strada della censura e della discriminazione (il riferimento è ai diritti radiofonici, ceduti non solo gratis ma pagando viaggi e trasferte di tasca propria). Sforzi quindi che sono andati in una direzione diametralmente opposta a quella di costruire un Vicenza almeno sufficiente. I fatti parlano chiari, impietosi, e le giuste critiche in via Schio sono state ritenute come un peccato di lesa maestà che, come detto, ci siamo permessi di ripetere su queste pagine, prevedendo a fine luglio che la stagione che stava per iniziare sarebbe stata a dir poco travagliata e tribolata. Le avvisaglie erano chiare e ben visibili, ma la cecità di questa società ha superato ogni immaginazione, tanto da arrivare alla situazione drammatica di oggi, con l’esonero di Silvio Baldini dopo la sconfitta interna contro il Varese dell’ex Rolando Maran.

Arriverà un nuovo tecnico, con Armando Madonna che in serata sembrava essere il favorito, ma che citiamo solo perché riteniamo che, per salvare questo Vicenza, di Madonna ne servirebbe un’altra, che il Menti lo guarda dall’alto. Se c’era ancora qualcuno che non ne era convinto, dopo Varese tutta la tifoseria vicentina ha captato che questo Vicenza ha purtroppo oggi un piede in lega Pro. Mancano 34 partite per sperare nell’ennesima salvezza, stavolta forse ancora più tribolata, per evitare alla gente biancorossa l’onta di una retrocessione in terza serie che avrebbe ripercussioni gravissime per il futuro del Vicenza stesso.

Retrocedere nel mondo del pallone è sempre di per sé un disastro sotto tutti i punti di vista, ma stavolta la lega Pro potrebbe anche voler dire portare questa gloriosa società al fallimento non solo sportivo, ma anche societario, con relativa scomparsa dal calcio che conta dopo ben 110 anni di straordinaria tradizione e gloria calcistica. Che la situazione sia pesantissima lo si capisce anche perché tra la tifoseria la cantilena vecchia e ritrita che Cassingena ci ha salvato dagli inglesi dell’Enic è sempre più spesso sostituita con una domanda che dovrebbe far aprire gli occhi e le menti a tutti. Ma se Cassingena ci ha salvato dagli inglesi, chi ci salverà adesso da Cassingena?

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Articolo scritto dalla Redazione di Biancorossi.net

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